Milano
Feltrin (FederLegnoArredo): Salone del Mobile, evento simbolo della ripartenza
Domani, 5 settembre, nei padiglioni di Rho Fiera, inizia il Supersalone. Un’edizione tanto attesa, che si presta a diventare l’emblema della ripartenza, non solo per la città di Milano, ma per l’Italia intera.
Un format totalmente rivisitato, con Maria Porro alla presidenza. Un evento speciale ideato in pochissimi mesi e curato dall’architetto Stefano Boeri, insieme a un team internazionale di co-progettisti: non più i singoli stand dedicati alle aziende, ma spazi divisi da pareti (in legno riciclato al 100%) su cui saranno allestiti gli arredi realizzati negli ultimi 18 mesi, dalle aziende espositrici. Lo animeranno oltre 423 brand e 50 designer indipendenti, 170 progetti provenienti da 48 scuole internazionali di design, 20 tra le personalità più influenti del panorama creativo odierno, 110 sedute premiate dal Compasso d’Oro, sei grandi chef, cinque opere cinematografiche selezionate dal Milano Design Film Festival, 200 alberi di Forestami.
Per l’occasione ho avuto il piacere di intervistare Claudio Feltrin, Presidente di FederlegnoArredo, che, attraverso Fla Eventi Spa, organizza il Salone del Mobile, che ci racconta come si può organizzare un evento come il Supersalone in circa 2 mesi e quali sono gli impegni della Federazione per il futuro.
Grande attesa per questo 59° Salone del Mobile. Un evento simbolo, non solo per la città di Milano, ma un segno importante per l’economia del nostro Paese, il primo grande evento fieristico, in due anni di pandemia. Come sono stati questi mesi di attesa e preparazione, non solo a livello organizzativo, ma dal punto di vista di “impegno emotivo”?
Tutta l’organizzazione è impegnata nella costruzione di un evento straordinario. L’anno scorso ci siamo trovati nell’impossibilità di realizzare il Salone che, come tutti gli eventi fieristici e non, erano stati vietati a causa della pandemia. Quest’anno il divieto era previsto fino a giugno, quindi ad aprile la scelta era fra far saltare l’evento anche quest’anno, il che significava non presidiare il mercato con un appuntamento fondamentale che esiste da 60 anni, o decidere di farlo, spostando le date e trovando una formula nuova che ci permettesse di non rinunciare all’evento.
Se avessimo scelto di rimandare il Salone ancora di un anno, avremmo aperto il fianco agli attacchi da parte di altre fiere internazionali, penso per esempio alla Fiera di Colonia, che avrebbero minato il primato di Milano, conquistato in questi ultimi 20 anni. Stante la situazione, sarebbe stato impensabile chiedere ai nostri stakeholder di impegnarsi a realizzare stand e spazi espositivi per questa edizione nella formula tradizionale. Abbiamo quindi lavorato per trovare una formula sostenibile da tutti i punti di vista, non solo economico e ambientale, ma che fosse anche all’altezza del classico Salone e non risultasse sottotono.
Tutto il lavoro è stato fatto in due mesi, a partire dalla fine di aprile 2021. Avevamo solo incertezze: non sapevamo se a settembre la possibilità di fare fiere sarebbe stata confermata, non sapevamo come sarebbe proseguita la campagna vaccinale, non sapevamo cosa poteva succedere in Italia, in Europa e nel Mondo. L’unica certezza che avevamo era che dovevamo fare il Salone, per il bene del nostro comparto e per il bene dell’economia italiana, mantenendo alta la nostra leadership nel mondo del design, un’eccellenza italiana che va preservata e alla quale bisogna dare continuità.
Un’edizione completamente nuova, dal format espositivo alla piattaforma digitale. Qual è stato il punto di partenza per la nascita di questo progetto e quali obiettivi volete raggiungere?
Quando nel 2020 ci siamo trovati davanti all’impossibilità di fare il Salone, ci siamo chiesti cosa potevamo fare per supportare le nostre aziende e l’unica risposta utile, era il digitale. Avevamo già in cantiere l’idea di fare un portale digitale unico dedicato al Salone di Milano e che avesse come scopo quello di far vivere la fiera 365 giorni l’anno, andando oltre l’evento fisico. Il Covid ha agito da acceleratore di un processo già in corso e quindi abbiamo lavorato al progetto con la massima urgenza. Diciamo che la crisi ha tirato fuori il meglio di noi, e siamo riusciti a realizzare in pochi mesi un progetto che, in fase pre-pandemia, magari avremmo realizzato in 2 anni. Abbiamo lavorato in modo serrato, coinvolgendo le aziende e insieme abbiamo costruito il portale del Salone del Mobile, lanciato a giugno e che ha già ottenuto ottimi riscontri.
Agli spazi espositivi per l’arredo si aggiungono una food court, gli open talks, uno spazio dedicato agli artigiani e ai designer indipendenti e l’ingresso aperto al pubblico, tutti i giorni. Un’idea di Salone più inclusivo, che vuole allargare l’esperienza sensoriale del visitatore?
Come in tutti i periodi straordinari è necessario inventarsi qualcosa che sia utile anche per il futuro. Se si è capaci di sfruttare bene questa occasione, puoi anche permetterti di idee. Noi riteniamo che questo Supersalone oltre a essere l’evento simbolo della ripartenza, come abbiamo già sottolineato, ha anche lo scopo di permetterci di sperimentare formule diverse e innovative che possano, magari, essere interessanti e di ispirazione per il Salone del futuro.
Queste novità come sono state accolte dagli espositori?
È chiaro che all’inizio c’è stata un po’ di reticenza, perché le cose nuove spaventano, spaventano sia chi le propone sia chi é chiamato a decidere se essere della partita o no. Nel nostro caso aggiungiamo i tempi strettissimi con i quali abbiamo lavorato, perché, lo ripeto ancora una volta, a fine aprile le uniche certezze, che avevamo, erano: non poter fare il Salone, così come tutti erano abituati a conoscerlo, ma avere bloccato la data nel calendario fieristico dal 5 al 10 settembre 2021. La sfida è stata costruire in soli due mesi il progetto, che vedrete da domani, partendo da un foglio bianco. Credo che questa sia la dimostrazione che siamo davvero leader nel nostro settore e siamo riusciti a pensare una formula che può rimettere in moto, non solo la città di Milano, ma anche tutti gli eventi e l’indotto collegati al Salone, come per esempio il Fuorisalone, ma che, con un effetto domino, dia la spinta per la ripartenza di tutte le altre fiere. Solo a Rho, dopo di noi, sono in programma circa 30 manifestazioni fieristiche. In qualche modo ci siamo presi una responsabilità che andava ben oltre quella cui siamo chiamati come categoria.
Con i nostri clienti abbiamo condiviso una formula nuova, che non si poteva ancora vedere. Coinvolgerli e invitarli ai tavoli di lavoro ci ha sicuramente aiutati a far sì che accettassero l’idea del supersalone dimostrandoci grande fiducia e sottoscrivendo la partecipazione a questo nuovo progetto che ha preso forma giorno dopo giorno. Siamo assolutamente contenti e soddisfatti della qualità e dei brand che parteciperanno e sono sicuro che qualcuno si pentirà di non aver aderito a questa edizione “diversa”, che sarà sicuramente ricordata nella storia del Salone e del mondo del Design.
Sostenibilità e digitalizzazione sono le parole chiave degli ultimi mesi e ovviamente fanno parte del programma del Supersalone. Lei come Presidente di FederLegno ha spesso parlato dell’importanza di traghettare le aziende verso percorsi più sostenibili. Quali sono i progetti più interessanti che saranno presentati al Salone e in generale qual futuro prevede, in termini di sostenibilità e digitalizzazione, nel settore design?
Già quando ero Presidente di Assarredo avevo lavorato perché la sostenibilità fosse al centro dell’azione dell’associazione. Era il 2017 e mi interrogavo su quanto la sostenibilità fosse fondamentale per il futuro delle nostre aziende. Fino a quel momento le aziende, che parlavano di sostenibilità, lo facevano in modo spontaneo e soprattutto per ottenere certificazioni che aprissero loro la strada verso nuovi mercati.
Adesso, il nostro obiettivo è quello di far inserire la sostenibilità nella strategia dei nostri associati e far capire ai nostri imprenditori che si tratta di un’opportunità di crescita, come dimostra anche il Green Deal della Commissione europea. Per accedere a queste risorse, però, è necessario presentare dei progetti credibili.
FederlegnoArredo ha quindi iniziato a lavorare in questa direzione, attraverso una serie di attività volte a
· sensibilizzare i propri associati sul tema della sostenibilità
· far capire che, se non si intraprende questa strada, il futuro della propria azienda è a rischio
· aiutare le aziende a costruire il proprio piano di strategia sostenibile, per accedere alle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea
· lavorare con gli Atenei per creare delle figure che si occupino di sostenibilità in azienda
In autunno sarà pronto un Manifesto, che vorremmo riuscire a portare a novembre alla conferenza di Glasgow sul cambiamento climatico, per presentarci come una Federazione che vuole essere protagonista del futuro, un progetto ambizioso, ma in cui crediamo fortemente. Del resto l’Italia ha iniziato a produrre prodotti nel dopoguerra, ha capito che oltre a produrli dovevano essere fatti bene e poi ha capito che dovevano anche essere belli. Oggi siamo fra i migliori produttori al mondo e siamo il leader mondiale, indiscusso, nel nostro settore. Abbiamo una qualità diffusa, sia in termini estetici di design, sia in termini di qualità costruttiva. Dobbiamo aggiungere il fattore sostenibilità, per poter rimanere nel mercato.
Lo stesso Supersalone è l’incarnazione della sostenibilità. Quando ci siamo messi al tavolo con Boeri, lui ci ha proposto questa nuova interpretazione e ne siamo rimasti totalmente entusiasti. Le fiere sono eventi altamente inquinanti, perché vengono costruiti mondi per pochi giorni e poi tutto viene distrutto e finisce in discarica. Nel nostro caso abbiamo costruito un palcoscenico totalmente sostenibile, a partire dai pannelli in truciolare riciclato al 100%, che, una volta dismessi, potranno essere riutilizzati nel ciclo produttivo, così come le strutture in alluminio. A sottolineare la svolta sostenibile del Supersalone c’è anche la collaborazione con Forestami, che prevede circa 200 alberi all’ingresso della fiera, donati dal Vivaio Mati di Pistoia, una specie di bosco che entrerà fin dentro la manifestazione. Gli alberi poi verranno rimpiantati nelle aree di Città metropolitana di Milano e contribuiranno a disegnare il paesaggio del grande polmone verde di Milano.
Come Federazione stiamo dialogando con il Ministero per una politica di incentivazione del nostro patrimonio forestale. Non possiamo esimerci dal concentrare i nostri sforzi affinché nel nostro Paese si attui una vera politica forestale, che sappia coniugare difesa del territorio contro l’abbandono e il dissesto idrogeologico, valorizzazione del nostro legname e conseguente riduzione della dipendenza dall’estero. Rafforzare questo aspetto ha soltanto vantaggi: sia in termini ambientali sia economici.
Abbiamo iniziato l’intervista affermando che il supersalone, rappresenta il segnale dell’Italia che vuole ripartire, ma, in termini economici e numerici, quanto e come la pandemia ha influito sul settore? E in termini di visione del futuro?
Alla fine del primo lockdown del 2020 si prevedeva una chiusura anno disastrosa, con -30% -40%. In realtà il 2020 si è chiuso con un -9,1%, (dato complessivo di tutto il nostro comparto). Ovviamente all’interno di tutto il comparto ci sono situazioni differenti, per esempio l’arredo casa ha chiuso il 2020 quasi in pareggio con il 2019, per una serie di motivi che vanno dal dover riorganizzare gli spazi in casa per permettere alle famiglie di vivere, studiare e lavorare negli stessi luoghi, all’avere più risorse economiche da investire essendo venute meno altre occasioni di spesa. Si aggiungono gli incentivi per la ristrutturazione e il bonus per gli arredi.
Diversamente il comparto contract, (ndr il servizio che fornisce arredi personalizzati per hospitality, aeroporti, navi, musei…) ha sofferto, e sta ancora soffrendo, una situazione di fermo o di lento avviamento verso la normalità. Il settore che più di tutti ha risentito del blocco da pandemia, registrando un -90% nel 2020 e un -100% nei primi 6 mesi del 2021 è quello degli arredi per gli stand fieristici.
Se analizziamo i primi 6 mesi del 2021 notiamo una crescita nel comparto sistema arredo pari al +15,4% sul 2019 per le vendite totali e al +19,5% per le vendite Italia. In molti ipotizzano una chiusura d’anno 2021, rispetto al 2020, tra il +10% e il +30%. Penso che fra qualche mese avremo una variazione di tendenza fra i comparti: l’arredo casa si ridimensionerà, pur mantenendo posizioni alte, perché continuano gli incentivi, dall’altra parte ci sarà la ripartenza del contract. Le previsioni potrebbero però subire un rallentamento a causa di alcuni fattori. Le imprese infatti evidenziano difficoltà legate in primo luogo a scarsità e costi fuori controllo delle materie prime e, in seconda battuta, al difficile reperimento dei container. Tali elementi, uniti all’incertezza legata al Covid, rendono le previsioni molto instabili, ancorché positive.
Quale ricordo vorrebbe rimanesse negli occhi e nella mente del visitatore del Supersalone?
Noi oggi ci sentiamo, e siamo stati incaricati, di essere un po’ il simbolo della ripartenza. Mi piace pensare che quando fra 6mesi/1anno ci guarderemo indietro, ricorderemo veramente il supersalone come l’evento che ha segnato un nuovo inizio. Il nome stesso porta ottimismo e spero che trasmetta una scintilla di positività per l’Italia che spero duri, perché stiamo riguadagnando posizioni a livello internazionale in maniera velocissima. Quindi, se nella mente delle persone rimanesse che il supersalone è stata la bandiera della ripartenza e incarna tutta la positività che c’è in questo momento, sarebbe un grande onore e un grande risultato.
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