Milano
Fatto a Milano: artigianato e manifattura come progetto politico
Non tutto ciò che si vende o si compra è semplicemente una “merce”. A volte può capitare di acquistare delle “opere”. Questo accade quando il lavoro che c’è dietro un manufatto o una soluzione tecnologica è in grado di determinare il fine del processo produttivo, di controllarlo e non di esserne controllato. Un tempo si sarebbe parlato di lavoro non alienato.
Nella giornata delle “Manifatture Aperte” promossa dal Comune di Milano per domani 29 settembre vogliamo soprattutto andare a cercare nei laboratori, nelle officine, nelle fabbriche e nelle botteghe artigiane questo “lavoro buono”, che si riappropria del fine della propria fatica.
Che si tratti di un maker che progetta e costruisce protesi digitali per bimbi disabili, o di un artigiano che produce cappelli-opere su misura delle teste che andranno calzate, o di un supermeccanico che restaura auto d’epoca, questi lavoratori hanno in comune una comprensione complessiva del processo produttivo cui si applicano e, soprattutto, vedono una convergenza tra il momento creativo, progettuale, intellettuale della propria attività e quello manuale.
In questa convergenza risiede il ritorno di attenzione sul lavoro artigiano, testimoniato dal successo di diverse pubblicazioni sul tema, di mostre come NewCraft a Milano e Homo Faber a Venezia e anche dalla scelta di diversi brand in ambito moda e design di valorizzare anche nella propria comunicazione i processi produttivi e, dentro questi, il lavoro umano.
Il programma Manifattura Milano, nell’ambito del quale si colloca la giornata delle Manifatture Aperte, si inserisce in questa tendenza e ha l’obiettivo di alimentarla.
Abbiamo scommesso sul knowhow manifatturiero che ancora resiste e su un territorio, l’area metropolitana milanese, che più di altre ha mostrato capacità di reazione alla crisi, per costruire un progetto che ha valore amministrativo ma anche politico. L’obiettivo è allo stesso tempo favorire il reinsediamento di imprese manifatturiere di nuova generazione nel territorio, contribuire per questa via al processo di rigenerazione urbana in corso e indicare, ai tempi del frammentato lavoro di piattaforma, una via diversa per un lavoro di qualità che sia in grado di piegare la tecnologia a fini di utilità sociale (per esempio abbassando i costi della personalizzazione di prodotti e soluzioni, come avviene nei fab lab) invece che esserne schiavi.
Il tema del reinsediamento manifatturiero nelle aree urbane è oggetto di riflessione e di costruzione di politiche pubbliche in diverse metropoli globali. Tra queste la città di New York ne ha fatto un vero e proprio programma politico-amministrativo. Il rapporto “Making It Here. The Future of Manufatcturing in New York City” del Center for an Urban Future individua nei settori della stampa in 3D, nelle lavorazioni artigiane ad alto valore aggiunto del legno e dei metalli e nel food una traiettoria di sviluppo produttivo ed occupazionale per una città attentissima anche al tema della rigenerazione urbana.
Con gli stessi obiettivi nel corso dell’ultimo anno abbiamo promosso un’alleanza tra attori pubblici e privati in una coalizione a guida comunale per la promozione della nuova manifattura e artigianato digitale, integrando nuove iniziative e azioni in corso in un quadro coerente di interventi, che vanno dalla revisione del piano di governo del territorio per favorire gli insediamenti di nuove attività manifatturiere, alla finalizzazione di finanziamenti per nuovi insediamenti nelle aree periferiche attraverso bandi come Metter su Bottega, o alla riprogettazione di adeguati percorsi formativi, facendo leva anche sul patrimonio di scuole professionali esistenti come la ultracentenaria Scuola Superiore d’Arti Applicate del Castello Sforzesco, o sperimentando percorsi nuovi così come è stato già fatto nel progetto sui Neet con il coinvolgimento dei Fab Lab quali soggetti erogatori di percorsi di formazione non tradizionali.
Nel 2019 ci attendono nuove sfide, per completare il quadro degli strumenti a disposizione. Pensiamo a spazi, servizi e forme di incentivo per la localizzazione a Milano di cluster di nuove imprese di questo tipo. E al lancio di un brand, “Fatto a Milano”, che possa contribuire a sostenere, in Italia e all’estero, gli sforzi di quelle imprese locali che producono valore, bellezza e lavoro di qualità, generando opportunità per giovani lavoratori e includendo sempre più persone in percorsi di sviluppo personale e territoriale.
Continuate a seguirci su www.manifattura.milano.it
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