Milano
Essere piccoli, essere grandi: il terzo laboratorio de “le 7 giornate di Super”
Sabato 10 marzo 2018 si terrà il terzo laboratorio de “Le 7 giornate di Super, il festival delle periferie” dal titolo “Essere piccoli essere grandi”. A facilitare l’incontro e lo scambio sarà Barbara Di Tomaso affiancata da Chiara Lainati del gruppo di Super. Saremo ospiti di “Sì, si può fare” nel loro negozio di prodotti biologici: “L’emozione di conoscere i sapori” in Via Tartini,14 a Milano.
Dopo una prima parte dalle 14.00 alle 18.00 a porte chiuse e dedicata ad alcune delle realtà che abbiamo incontrato durante i tour di Super, il laboratorio si aprirà al pubblico alle 18,30 per un momento di confronto aperto sui temi che durante il pomeriggio verranno trattati e approfonditi. Ad accompagnare il lavoro, e a mettere le proprie conoscenze al servizio della costruzione di un sapere comune, uno o due ospiti saranno protagonisti durante tutto il pomeriggio, contribuendo a fare sintesi delle varie sollecitazioni emerse nel corso del lavoro. Sarà con noi Franca Manoukian Olivetti, socia fondatrice di APS che porterà la sua esperienza sul tema.
“Essere piccoli, essere grandi” nasce da tutte quelle esperienze incontrate da Super nelle periferie milanesi che si sono trovate o si trovano tuttora a volersi ricollocare perché l’esperienza quotidiana sul territorio, i quartieri e i suoi abitanti e il rapporto con la città le ha messe a confronto con nuove risorse ma anche con la necessità di rispondere a nuove sfide e nuovi bisogni non solo interni ma portati anche dal territorio e dalla città stessa. Queste realtà si devono misurare con diverse scale di grandezza, appunto il piccolo e il grande, per fare appello a capacità di adattamento e trasformazioni interne, quali lo sviluppo di nuove competenze e di nuovi spazi ad esempio, per decidere in quale direzione andare. Si tratta ordini di grandezza che possono fare riferimento a dimensioni molto diverse tra di loro: i bilanci, il numero di soci, operatori e volontari attivi, l’appartenenza a reti, la capacità di impatto sui quartieri, ecc. ma che interrogano trasversalmente le realtà su alcune domande nodali:
Nel clima di incertezza in cui viviamo, dove la governance pubblica dei territori è molto fragile, soprattutto di quelli più periferici, e il ruolo delle realtà territoriali acquisisce sempre più importanza, come possiamo trasformarci?
Come possiamo cambiare in questo contesto senza snaturare i nostri valori e la nostra mission?
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