Fotografia
Elena Galimberti, l’occhio esclusivo di una Milano incantata
In tempi dove quasi tutto risulta appiattito dalla solita matrice estetica, ridotta a dottrina di un (dis)gusto comune, la capacità di interpretazione del reale e la prontezza di coglierne il sintomatico attimo con scatti rivelatori e stracolmi di poesia determinano tutta l’attività della fotografa milanese, Elena Galimberti. La sua fotografia cattura un’emozione che diversamente sarebbe rimasta nella segretezza del frame inconfessato di un quartiere, di una strada, o di uno scorcio di prospettiva urbana. L’emozione che si riversa sull’osservatore sembra essere qualcosa che appartiene alla magnificenza di un’entità contaminante, pronta a riempire di semplicità e naturalezza l’animo di chi scruta l’immagine: il significato, pur profondissimo, non appare macchinosamente recondito e criptato, ma emerge chiarissimo a rallegrare i cuori, a impensierire le menti, a scatenare il pensiero. Amorevolezza, sentimento e pathos diventano prerogative cittadine che l’immaginario collettivo ignora e distrattamente non contempla, preso com’è da un mortifero senso efficientistico della vita, dettato da minuti, ore e giornate ripetitive, prive di sguardi indagatori e curiosità in genere.
Per fortuna c’è lei, Elena, una professionista della fotografia che rimedia al luogo comune di una Milano unicamente algida e fredda, o, peggio ancora, slanciata verso un elitarismo fine a se stesso, volto a perseguire il meglio alla luce del lusso, in barba alla bellezza dell’anima popolare. Milano può essere stramba e folcloristica, poetica e struggente, oltre che luogo sempre in voga con la fissa del marchio doc e la vita al top. E l’arte della Galimberti ne dà una dimostrazione autentica e coinvolgente, evidenziando l’aspetto più antropico e benevolo della città. Milano sa essere materna con chi vi arriva da piccole realtà di provincia, senza procurare necessariamente un senso di spaesamento. In quest’ottica, gli scatti galimbertiani offrono straordinari e rassicuranti riferimenti, facendoci scoprire, con opportuna e intensa lentezza, in controtendenza con il suo ritmo frenetico, l’incanto e la gradevolezza discreta e non esibita di una città che riserva la sua essenza a chi sa guardarla con interesse, cura e cautela. Milano, oltre ai suoi refrains, sembra avere tanto da dire. Ed Elena Galimberti sa ascoltarla e riferirne con la sua meravigliosa fotografia d’autore.
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