Governo

E se Renzi avesse perso meno degli antirenziani?

20 Giugno 2016

Che in tempi di magra il populismo dell’opposizione si venda meglio di quello del governo non dovrebbe sorprendere nessuno. Va tuttavia ricordato che le elezioni amministrative sono per definizione un indicatore distorto delle preferenze verso i principali schieramenti politici a livello nazionale e,pertanto, si dovrebbe raccomandare cautela tanto ai sostenitori del movimento cinque stelle quanto ai detrattori ‘a prescindere’ di Matteo Renzi.

Ai primi va ricordato che, se la vittoria di oggi è una fondamentale opportunità, in concreto i “neorottamatori” devono ancora dimostrare di saper fare qualcosa oltre a criticare e, di riuscire ad esprimere amministratori, non dico degni di questo nome, ma quanto meno in linea con gli standard (non elevati peraltro) delle forze politiche tradizionali.

image

Quanto agli anti-renziani c’è da chiedersi se non abbiano perso più del loro acerrimo nemico (il che non sarebbe una novità stante la loro intrinseca vocazione alla permanenza perenne all’opposizione).
L’avanzata delle forze anti sistema, ivi incluso l’exploit di De Magistris a Napoli, delinea uno scenario diviso tra chi sceglie Renzi e i suoi alleati, fosse anche perché visti come male minore e chi, anche solo per protesta, preferisce votare per un cambiamento radicale.

Dunque la minoranza PD, i sindacati che ormai rappresentano solo i pensionati e gli altri nostalgici finiscono per avere ben poco spazio di manovra e appeal verso un elettorato che li vede concentrati solo sul proprio ombelico ad augurarsi che qualcuno gli tolga dai piedi il marziano che ha osato scippargli il partito.
Questo non toglie che Renzi abbia perso. Ha perso perché a Milano, con l’esperimento di Parisi, abbiamo visto che un’alternativa moderata di destra è possibile e si tratta del nemico più pericoloso che ci possa essere. Un nemico che oggi è geograficamente circoscritto al nord (al sud si vince con altre logiche, da De Magistris alla Raggi) e che può ancora essere fagocitato in un partito della nazione o in coalizioni allargate, ma che costituisce un pericoloso germe per il futuro.
Renzi ha perso perché ha perduto Sesto Fiorentino e diversi altri pezzi in giro, ma soprattutto Renzi perché è a capo del PD che rimane la casa di quella minoranza antagonista che mal lo sopporta, ma di cui lui non può fare a meno.
Dunque, dove va la politica e quanto stia realmente perdendo Renzi inizieremo a vederlo
in occasione del prossimo referendum, salvo poter dire l’ultima parola quando saremo chiamati a votare in una tornata in cui il suo nome sarà tra i candidati.

@massimofamularo

0 Commenti

Devi fare login per commentare

Login

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.