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È cambiato il rapporto tra stanzialità e movimento
Ha novanta cinque anni. La parlata forse un po’ più lenta di prima. La lungimiranza, la capacità di riflettere sul futuro, la consapevolezza del cammino dell’umanità invece, sono intatte.
Incontrare Piero Bassetti, in occasione della Consegna del Premio Emilio Caldara, in riconoscimento del civismo esercitato, assegnatogli dall’omonimo circolo milanese e consegnatogli dalle mani di Franco D’Alfonso e Biagio Longo, significa entrare a contatto con un uomo che elabora pensiero in modo così lucido e così profondo che hai chiaramente la sensazione di essere davanti ad un gigante.
Accanto lui, anch’essa premiata, c’è Alessandra Kustermann medico ginecologo che proprio per il suo civismo viene ricompensata per gli anni spesi a tutela della donne.
“Il senso di questo premio è quello di offrire lo spunto per una riflessione sul nostro presente, mi dice Bassetti, perchè noi siamo di fronte ad un enorme cambiamento storico. È mutato infatti il rapporto tra territorio e tempo a seguito dell’avvento di una tecnologia così pervasiva da aver mutato i paradigmi dell’umano vivere. Oggi infatti pensando al rapporto tra l’uomo e il territorio non c’è più una condizione di stanzialità ma di movimento perpetuo. Tuttavia abbiamo ancora oggi un modello di leggi e regole che normano la stanzialità e non il movimento. Ciò significa che l’intero impianto democratico è in questo momento oggetto di una profonda trasformazione che rischia di minarne i suoi elementi costitutivi”
Accanto a Bassetti, c’è anche Silvio Garattini oncologo, farmacologo e ricercatore italiano tra i più insigni, invitato per una prolusione prima della consegna del premio. Un altro uomo di 95 anni che mostra la sua assoluta contemporaneità, la sua lucida capacità di analisi: “È diventato necessario rivedere i paradigmi della modernità – dice – che impongono una medicalizzazione delle persone costrette a prendere anche quindici farmaci al giorno.” La medicina in questo modo diventa uno strumento di pervasione contro cui diventa necessaria “un’immediata rivoluzione culturale contro chi ha intrapreso un processo di industrializzazione della materia medica, che invece è altro: è osservanza dell’umano è rispetto delle persone, non un modo di fagocitare la trasformazione delle persone in consumatori”
Anche Alessandra Kustermann dichiara che pur avendo vinto diverse sfide nella propria vita, sente di non essere riuscita a contrastare la filosofia del consumo, di cui è stata inquinata anche la medicina e per la quale invoca evidentemente un ravvedimento. “Senza il quale – aggiunge – si rischia di smarrire il senso dell’umano che sorregge la medicina stessa.”
“La scienza non dimentichi, come ha fatto fino ad oggi, il ruolo salvifico della donna” – aggiunge Bassetti- cui segue l’appello di Garattini – per cui “la medicina ad oggi ha testato le sintomatologie delle patologie, per esempio cardiologiche, solo sugli uomini dimenticando che l’eziologia femminile è diversa”.
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