Milano
Due sul divano
I sogni muoiono all’alba. Dorata anke no, ma chi aveva scommesso su due giovani leader come Salvini e Meloni per creare in Italia la nuova e forte Destra del Futuro, rischia di trovarsi – a Roma e a Milano – sull’ isola che non c’è con un pugno di mosche in mano. Come già accaduto a Venezia, il king-maker dei giochi elettorali sembra ancora nonno Silvio. O zio Paperone che dir si voglia.. Ma quanto alla figura da Quo e Qua, qui i due anatroccoli c’hanno messo del loro: la Meloni è incinta. Dico: siamo nel 2016, non nel 1816. Nun te capita se nun te lo voi fa’ capità.. Vabbé che è innamorata fracica, ma nun c’ha mica 16 anni! E ai Fratelli ci pensa? ..Manco pe’ gnente: annuncia felice che non si candida più a sindaco di Roma e pare pensà che tutto alla fine resterà come prima, più di prima, t’amerò… Sorry Giorgia, un Leader non fa queste cose: non rimane incinta per caso, neanche scopa per caso. E’ brutto dirlo ma è così. Deve essere così. Un vero Leader ha una vita privata quando può, e non ce l’ha quando non può averla. E se non ti sta bene è tutto ok: basta vivere la vita di tutti gli altri, quelli che non hanno cariche importanti e responsabilità collettive… e farsene una ragione. Se vuoi comandare devi essere in grado di farlo, non è così facile. Vuoi l’amor cortese e il sogno del Mulino bianco? Sei fuori.
Salvini delude invece a Milano: doveva candidarsi lui, e non si è buttato. Doveva almeno determinare la scelta del candidato: non lo ha fatto, non ne aveva pronto nessuno, e si è messo all’ultimo momento fare il giro delle sette chiese ricevendo solo quei “Grazie, preferisco di no” che un Leader deve evitare come la peste. Alla fine, poi, il candidato è Parisi. Ma chi è Parisi? In sintesi: è il prototipo del liberal moderato di ascendenza tecnica aperto al mondo del nuovo capitalismo finanziario e della globalizzazione innovativa. Cioè, è l’esatto opposto del tipo d’uomo e di elettore che nel convegno con la Le Pen e i partiti nazionalisti antieuropei lo stesso Salvini cercava, a Milano, neanche un mese fa. E’ leadership questa? Il leader deve avere un progetto, non una giostra. Domanda: da sindaco di Milano Parisi ci andrebbe a un convegno della Destra xenofoba antieuropea? Occhio perché l’uomo di Chili (la sua azienda, quella con il logo del peperoncino rosso) ha anche tracce di sinistra nell’aperitivo, visto che da giovane faceva il socialista in CGIL. E l’uomo politico al quale è più legato, anche oggi, è Gabriele Albertini che sta in Parlamento nell’ NCD di Alfano dopo esservi entrato con Scelta Civica di Monti con cui si candidò alle Regionali 2013 contro Maroni. Basta? No, alla Meloni è andata pure peggio: la sua pupilla candidata-sindaca Rita Dalla Chiesa (una ideona da Nobel) ha rifiutato la candidatura al primo stormir di fronde, peritandosi di far sapere pubblicamente che da giovane votava a sinistra e da sempre giovane si entusiasmò per Renzi-leader (più o meno due anni fa). Ora Giorgia resta aggrappata a Rampelli, mentre Berlusconi flirta con Marchini. Vedremo… Per ora, comunque, Meloni e Salvini non passano l’esame di maturità. Certo a loro modo non si smentiscono: restano giovani ribelli, ma rischiano di diventare assai presto Gioventù bruciata. Perché me la prendo? Perché al di là di come la penso, vorrei che la Politica tornasse ad avere una Logica. E invece è una gabbia di matti. Nelle mie previsioni vedevo i giovani Salvini e Meloni doverosamente impegnati nella battaglia giusta: quella per la loro città. Adesso li vedo sul divano a guardare la Tv. Bloccata su canale 5.
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