Benessere
Due passi a Milano nel futuro Distretto SMART
Dopo aver letto l’articolo pubblicato dal Comune di Milano circa la prossima riqualificazione dell’area che va da Porta Romana alla Vettabbia, Sabato, approfittando della bella giornata, ho deciso di fare un giro e di andare a curiosare sullo stato delle cose.
Pur abitando vicino a questa zona, certamente non mi capita così sovente di attraversarla e, se ho avuto occasione di andarci, non l’ho mai fatto in maniera così attenta come mi è capitato di fare, appunto, Sabato pomeriggio!
Giusto per aggiornare chi non avesse letto l’articolo in questione, vi basti sapere che Milano, insieme a Londra e a Lisbona, possiederà una zona ad emissioni zero. Quasi 9 milioni di euro di finanziamenti europei per avere, nei prossimi anni, un Distretto SMART con bassissimo spreco energetico.
La zona scelta per avviare il progetto “è già in fase di riqualificazione – ha detto l’assessore all’Urbanistica, Alessandro Balducci – e gli interventi mireranno a collegare il centro storico con la cintura agricola periferica, in modo da ricucire due aree che oggi sono geograficamente, economicamente e socialmente separate”.
Infatti, “mentre Londra ha indicato Greenwich, noto fin dai tempi dei Sassoni come «il villaggio nel verde» e Lisbona il centro città «Milano ha investito sulla periferia” continua Balducci “Porta Romana/Vettabbia, che include l’asse di via Ripamonti dove insistono campus universitari, la Bocconi, zone di trasformazione, come Symbiosis e Fondazione Prada”.
Gli interventi riguarderanno l’adeguamento energetico degli edifici (con appositi incentivi da parte dell’Amministrazione), degli spazi comuni e delle strade con l’installazione di lampioni intelligenti e saranno messe in campo modalità di mobilità condivisa sostenibile mettendo a disposizione dell’area 60 veicoli di car sharing, 150 bici elettriche, 76 punti di ricarica, 10 veicoli elettrici per la logistica.
Ma andiamo insieme alla scoperta della zona, della quale, a breve, manoxmano renderà fruibile un suo percorso… Dobbiamo solo decidere se farvelo fare a piedi o in bicicletta!
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Ho iniziato a camminare gironzolando per un grande giardino che fino a qualche anno fa pochi conoscevano se non come area verde dimenticata, e, diciamolo, poco ben frequentata: il Parco Alessandrina Ravizza o Parco Ravizza, come più semplicemente lo chiamano in zona.
Sono entrata dalla parte dell’Università Bocconi e l’ho attraversato fino all’altro lato, quello su Via Vittadini. Devo dire che non mi ero mai accorta di quanti alberi giganteschi e secolari ci fossero qui!
I giardini in questione sono oltretutto delimitati (a parte il lato sulla circonvallazione esterna) da bellissimi e gradevolissimi palazzi tra i quali spicca, sul lato opposto di Viale Toscana, un plesso scolastico d’epoca molto imponente e ben tenuto. Questo per dire che, oltre al verde ben curato, oltre all’area giochi gremita di bambini, oltre allo spazio aperto che si percepisce, anche il contesto è davvero piacevole.
Lasciato il parco, mi sono spinta sul trafficato Viale Toscana, tenendo la destra, dove mi sono soffermata a riguardare quel lungo muro che un tempo circondava la nostra Centrale del Latte, sul cui muro il lungimirante Architetto Fabio Rotella, nel 1998, realizzò i bellissimi riquadri in mosaico raffiguranti ognuno temi inerenti al “latte”, insieme al contributo di diversi giovani designer.
Oggi, ahimè, anche qui i “pasticcioni delle pareti” (li chiamo così per differenziarli nettamente da chi, oggi, rallegra e colora la città in maniera artistica e civile) hanno voluto imprimere il loro marchio, ma grazie al materiale vetroso di cui sono fatte le specchiature decorate, non sarà complicato ripulirle per farle brillare ancora dei loro colori sgargianti. Ho letto, infatti, recentemente che questa opera cittadina verrà conservata e mantenuta in vista della trasformazione del lotto che ospiterà il Campus dell’Università Bocconi (termine previsto dei lavori: 2019). Il progetto consiste nell’edificazione di una residenza universitaria da 300 posti, una piscina olimpica e strutture sportive aperte anche ai cittadini e la realizzazione di un parco con zone ricreative per gli studenti, nonché la sistemazione funzionale e paesaggistica delle aree pubbliche comunali.
Ad ogni modo, costeggiato questo muro in mosaico per una cinquantina di metri, ho attraversato a sinistra la circonvallazione e, con davanti l’enorme pubblicità quasi vintage “Esselunga Prezzi Corti”, sono passata sotto il cunicolo… sopra passa infatti la ferrovia!
A sinistra una non bellissima striscia di verde, che speriamo venga inclusa nella riqualificazione del Distretto SMART, è chiamata “Il Parco delle Memorie Industriale”.
Da qui ho deciso di seguire il tratto scoperto della Roggia Vettabbia, un canale la cui origine risale all’epoca romana. Un’area ben tenuta, pedonale, ciclabile, navigabile (almeno per le anatre), verde e tranquilla. Grandi palazzi moderni, direi ben fatti, per nulla fastidiosi, affacciano su prati alberati che costeggiano la roggia. D’un tratto il silenzio e la pace.
Che si costeggi il canale sulla sinistra o sulla destra, in fondo, non esiste alcun ponte, e in entrambi i casi bisogna lasciare comunque la roggia deviando altrove. Avendo fatto tutte e due le strade (una all’andata e l’altra al ritorno) vi posso consigliare di stare nel verde, sulla sinistra, tra gli alberi. Ho trovato la passeggiata molto piacevole e, se non avessi avuto una meta ben precisa (la Fondazione Prada), mi sarei volentieri seduta al sole su una panchina.
Abbandonata la roggia e fatto quel che si dice, un bel “giro dell’oca”, ho preferito attraversare Ripamonti e fare il giro da sotto, prendendo Via Serio, il proseguimento in Via Vezza d’Oglio per girare a sinistra in Via Orobia. Alla Fondazione Prada è bello arrivarci dal fronte principale, è uno spazio meraviglioso!
Ho certamente allungato il tragitto, ma alla fine ho fatto bene. Ho scoperto che tra Via Adamello e Via Orobia, appunto, è in corso una super edificazione che riqualificherà maggiormente la zona rispetto a quello che già è stato fatto. Sulla sinistra, risalendo verso la Fondazione, si individua l’enorme cantiere che porta il nome di Symbiosis, un progetto sostenibile che ricucirà un nodo importante e che fornirà un moderno stile di vita e di lavoro, un ideale che guarda al futuro di un’intera comunità.
Ed ecco far capolino i vecchi fronti delle fabbriche risistemati ad hoc! Una meraviglia, a parer mio, di eleganza e sobrietà che può solo invitare ad entrare nel grande cancello in prossimità di Via Lorenzini.
Ero già stata qui, alla Fondazione Prada, ma solo di sera e, per quanto bella mi fosse apparsa, non è stata la stessa cosa. Di giorno e con il sole, e con il cielo che c’era Sabato, mi è apparsa ancora più affascinante e meravigliosa!
Davvero uno spazio che non ha nulla da invidiare alle riqualificazioni europee di Londra, Parigi, Barcellona… Un luogo tranquillo, riposante, ricco di punti di vista e di scorci. Sono sincera, dall’ingresso al bar, dalle sale alle scale, dai camminamenti sopraelevati alla scelta dei materiali, al colore dell’intonaco utilizzato, ho trovato tutto perfetto. Un progetto senza contraddizioni, di ampio respiro e di semplice comprensione. Nulla da eccepire, complimenti!
Sfortunatamente non c’erano laboratori in corso nell’Accademia dei bambini, ma lo spazio, anche qui, merita senza ombra di dubbio. Il bar, realizzato sullo stile di un vecchio locale in legno e laminato verdino, è perfetto ed accogliente, i camerieri (tantissimi!) sono ben pettinati e gentilissimi e, cosa strabiliante, sono presenti due vecchi flipper e un juke-box degli anni ’60 ancora in funzione! Non ho potuto resistere infatti alla tentazione e ho schiacciato un F20, “Il cielo in una stanza” cantata da Mina!
Insomma, alla fine, non sarei mai venuta via da questo luogo di pace e tranquillità. Ovunque mi girassi, grazie alle trasparenze, alle vetrate, e alle grandi sculture che riflettono luce, ogni cosa diventava diversa, ogni inquadratura si scomponeva e si ricomponeva, ogni punto di vista si aggiornava e ritornava a seconda della luce che filtrava nei grandi e squadrati cortili fendendo le pareti dei diversi blocchi. Persino il grande cubotto dorato si inseriva con garbo e delicatezza, all’interno dell’intero complesso.
Era troppo tardi per continuare il cammino verso il Parco della Vettabbia, che mi riprometto di attraversare in bicicletta all’inizio di questa primavera per raggiungere la meravigliosa Abbazia di Chiaravalle!
Ecco, questo è quanto volevo raccontarvi di questa parte della città che presto migliorerà ancora e diventerà certamente un Distretto SMART sotto tutti i punti di vista.
Brava Milano!
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