Milano
Doppio trapianto al Niguarda. Una storia di straordinaria generosità familiare
Oggi l’Ospedale Niguarda di Milano ha dato una notizia che racchiude una bellissima storia. Nella stessa famiglia due fratelli hanno donato una parte del loro fegato prima al padre e poi alla madre. Questa doppia donazione, avvenuta a distanza di 17 anni l’una dall’altra, ha consentito ai figli di tenere in vita i propri genitori.
La storia
Il 15 dicembre 2006 Antonio, 60enne, ricevette da uno dei suoi figli il lobo destro del fegato. Grazie a quel trapianto sopravvisse e tornò a casa dalla propria famiglia.
Quando questo gesto di generosità e vita è ormai lontano nel tempo, succede quello che nessuno poteva immaginare. Infatti 17 anni dopo anche sua moglie, Anna, si ammala. La famiglia si ritrova quindi a rivivere lo stesso incubo perchè, per “ironia” della sorte, anche Anna si ritrova nella condizione di dover essere trapiantata.
A questo punto gli altri due figli della coppia si propongono come potenziali donatori e uno di loro, dopo la delicata fase di studio di compatibilità iniziata a gennaio 2023 dall’equipe della Chirurgia Generale e dei Trapianti dell’Ospedale Niguarda, risulta idoneo.
Dopo meno di due mesi il team del Niguarda (coadiuvato dal Centro Regionale Trapianti e dal Tribunale di Milano) replica all’interno della stessa famiglia quello straordinario gesto di altruismo che anni prima aveva permesso al papà di salvarsi.
Un’eccellenza italiana e milanese: l’Ospedale Niguarda
Nel 2001 all’Ospedale di Niguarda è stato effettuato il primo trapianto in Italia di fegato “da donatore vivente adulto”. Una data storica che, oltre a segnare un grande passo avanti da un punto di vista tecnico e chirurgico, ha permesso a migliaia di persone di poter ricevere un organo grazie a questa nuova opzione terapeutica innovativa, sicura ed efficace.
Dal 2001 a Niguarda sono stati portati a termine oltre 115 trapianti di fegato da vivente. Anche il numero totale di trapianti di fegato, oltre a quelli da vivente, è altissimo. A partire dall’anno 1985, infatti, a Niguarda sono stati realizzati oltre 2.500 interventi. Si tratta di una delle casistiche più ampie a livello nazionale che poggia sullo sforzo congiunto di tutto il personale sanitario e tecnico di sala operatoria e dei reparti dove i pazienti vengono preparati e seguiti dopo l’intervento.
Sulla storia che abbiamo raccontato, Luciano De Carlis (Direttore del Niguarda Transplant Center e Presidente della Società Italiana dei Trapianti d’Organo) dice:
Questa famiglia meravigliosa rappresenta per tutti un grande esempio di coraggio, altruismo e fiducia e noi continueremo a prenderci cura di tutti loro per i necessari controlli che seguiranno. Proprio in questi giorni, il 16 aprile, ricorre la Giornata Nazionale della Donazione di organi e in questa occasione la loro storia è ancora più simbolica. Tutti insieme hanno lanciato un importante messaggio di solidarietà e generosità: la donazione è vita.
Come diventare donatore
Ognuno di noi può contribuire a salvare una vita esprimendo il proprio “sì” alla donazione. Ci sono tanti modi per diventare donatore e lo si può essere sia in vita che dopo la morte.
Tutti i cittadini maggiorenni possono dichiarare la propria volontà sulla donazione di organi e tessuti dopo la morte, ecco come:
- presso gli Uffici Anagrafe dei Comuni;
- presso la propria Asl, Ats o Asst di riferimento;
- compilando la compilazione del “tesserino blu” del Ministero della Salute o del tesserino di una delle associazioni di settore.
Il mio amico Marco dell’Acqua, autore del libro “Sono nato dopo mio figlio“, ripete sempre una frase tratta dal Talmud:
Chi salva una vita salva il mondo intero.
Un finale più che adatto, direi.
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