Imprenditori

Domani alla Bocconi per i giovani professionisti

20 Aprile 2016

W l’università Bocconi che organizza un confronto per parlare degli strumenti europei a disposizione dei giovani professionisti!

La principale accusa rivolta all’Europa è di essere lontana dai cittadini, incapace di sostenere le aspettative e le attese delle nuove generazioni.

C’è invece da essere orgogliosi, dei fondi strutturali per i professionisti. Per la prima volta, quest’anno i liberi professionisti (sia appartenenti a professioni legate agli ordini, sia partite Iva) potranno accedere, analogamente a quanto finora accaduto per le piccole e medie imprese, ai fondi strutturali Fesr e Fse e ai Piani operativi regionali e nazionali (Por e Pon) per il periodo di programmazione 2014-2020. Una svolta che può dare nuova linfa soprattutto ai giovani startupper che si affacciano su un modo del lavoro ancora alle prese con una crisi economica aggressiva. Una novità che diviene rivoluzionaria se consideriamo la potenziale platea di beneficiari. Bruxelles, nel 2010, ha condotto un’indagine relativa a tutti gli Stati membri. In Europa vi sono circa 3,7 milioni di imprese di liberi professionisti, che forniscono un’occupazione a 11 milioni di persone.

Sono stato eletto al parlamento europeo nella circoscrizione Nord Ovest. Quando visito le imprese di quei territori incontro tantissimi imprenditori e professionisti che, con capacità, impegno e dedizione, sono riusciti a schivare i colpi delle crisi, ma mi imbatto anche in giovani professionisti con idee e brillanti e progetti innovativi che, però, fanno fatica a trovare risorse.

Per questo motivo siamo di fronte a una grande possibilità. Le opportunità sono enormi, e non solo per le cifre in ballo (il Fondo unico Fesr-Fse ha una dotazione, a livello europeo, di 256 miliardi di euro) ma anche per i settori nei quali può essere impiegato. Con un’attenzione particolare all’innovazione, che nelle professioni diviene vitale, se non si vuole essere triturati dalle regole del mercato. Alcune regioni (Lombardia, Friuli, l’Emilia Romagna) si sono già munite di un bando apposito e hanno previsto contributi a fondo perduto che vanno da 1500 a 20mila euro.

Bene quindi che i giovani professionisti prendano coscienza delle nuove opportunità messe a disposizione dalla Ue. Già molte imprese hanno dimostrato di saper cogliere la portata di quanto “offerto” dall’Europa e si sono attrezzate di conseguenza. Per i singoli professionisti, soprattutto per i più giovani servirà una sforzo in più, ma si tratta di un investimento che consentirà di raccogliere dividendi importanti.

Allo stesso tempo le regioni (che gestiscono una fetta importantissima di questi fondi) dovranno dimostrare di saper amministrare con intelligenza questo enorme flusso di euro. E’ fondamentale che l’accesso ai fondi sia disciplinati da bandi “non discriminatori” che consentano l’effettiva partecipazione a lavoratori autonomi, professionisti e partite Iva al pari delle imprese.

C’è poi la questione degli ordini professionali che si apprestano a intercettare le nuove esigenze degli iscritti e a illustrare le potenzialità dei nuovi fondi ai propri associati. Dovranno imparare a fare euro-progettazione in maniera autonoma, ragionando in termini di bandi, controlli a vari livelli, rendicontazioni e tempi contingentati.

L’appuntamento, per chi ha tempo e voglia, è fissato per domani 21 aprile, a Milano, presso l’Università Bocconi alle ore 17. Interverranno con me: Greta Nasi, Giovanni Valotti, Fabrizio Spada, Stefano Maullu, Fabrizio Sala, Claudio Pedrazzini, Alberto Villa, Mauro Cappello, Claudia Gallo, Niccolò Cusumano, Luigi Randazzo, Isabella Lavezzari, Federico Benassati, Rocco Defina, Marta Dimauro.

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