Milano

Che fastidio i politici che biasimano la violenza, dopo quanto visto alla Camera

2 Maggio 2015

Tra tanti aspetti terribili, le immagini di devastazione a Milano hanno prodotto un ulteriore effetto sgradevole. Meno disastroso da punto di vista reale, ma molto fastidioso da quello morale con la classe politica che ha diffuso nell’etere dichiarazioni di buonsenso. Il “no alla violenza”, ovviamente, è arrivata all’unanimità. Dal capogruppo alla Camera di Sel, Arturo Scotto, che ha condannato duramente le violenze dei teppisti, al leader della Lega, Matteo Salvini, che con il suo solito linguaggio ha sostanzialmente criticato le violenze. Che bella classe politica responsabile, verrebbe da dire. Personcine a modo in grado di chiedere moderazione.

Eppure tutto questo impeto di ragionevolezza mi ricorda un po’ quei calciatori che lanciano appelli alla calma ai tifosi, salvo poi perdere la testa in campo, dando vita a spettacoli stile O.K. Corral. Pensiamo ai derby, per fare giusto qualche esempio. L’esempio dovrebbe arrivare da chi scende in campo e spesso ciò non avviene, specie nelle partite più calde. La metafora pallonara aiuta a rendere l’idea.

I parlamentari, pacifisti e antiviolenti a mezzo stampa, appena qualche giorno fa, hanno offerto l’ennesimo scempio a Montecitorio. Non serve una grossa operazione di memoria per ricordare cosa è avvenuto alla Camera durante la discussione dell’Italicum, tra cerimonie funebri improvvisate (i crisantemi lanciati e il lutto al braccio di Sel, il partito di Arturo Scotto) e insulti da “peggiori bar di Caracas” (provenienti da ogni lato del Parlamento, con deputati di Forza Italia e 5Stelle scatenati).

Uno spettacolo indegno, una gazzarra da ultras della politica, a prescindere dalla battaglia intrapresa. Ma soprattuto una violenza, in forma verbale, che rende fastidioso tutto questo scontato ronzio critico verso la teppaglia che ha distrutto Milano. La condanna rispetto a certe immagini è dura, durissima e non ammette “se e ma”. D’altra parte, cosa bisogna dire di Salvini ‘non violento’ che vorrebbe usare ultimatum e ruspe contro i campi rom? Possono risultare credibili le prediche anti-violenza da chi propone soluzioni del genere?

Si dirà: non è paragonabile lo spettacolo andato in scena tra le strade milanesi e quello che si è visto in Parlamento. Un conto è distruggere vetrine, roba da criminali, un altro è aggredire verbalmente un “avversario”, roba da maleducati. Vero, ma solo in parte.La violenza, anche a parole, è un fatto molto serio. E lo è ancora di più se perpetrata da chi rappresenta i cittadini e dovrebbe essere un impeccabile esempio per tutti. Ora non dico che i ‘dichiaratori di professione’ avrebbero dovuto tacere di fronte allo scempio di Milano, perché non era pensabile; né mi azzardo a dire che certi fatti accadono per le gazzarre parlamentari a cui siamo periodicamente sottoposti.  I teppisti di professione seguono la logica della devastazione a prescindere.

Ma almeno spero che alla prossima tensione parlamentare, deputati e senatori dimostrino ai cittadini che il dissenso può essere manifestato anche in maniera civile. Altrimenti non saranno paragonabili alla teppaglia che ha distrutto alcune zone di Milano, ma di sicuro non avranno la credibilità per impartire lezioni sulla convivenza civile tra opinioni diverse.

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