Milano
Centrale District: solidarietà e sicurezza nel quartiere della Stazione
Moda e design non sono gli unici temi attorno ai quali si sviluppano alcune zone di Milano.
Centrale District comprende tutta la zona attorno alla Stazione Centrale di Milano e ha come obiettivo principale quello di mostrare e raccontare l’area con un’accezione diversa, che metta in luce le diverse anime del quartiere, puntando soprattutto sui valori di socializzazione, responsabilità sociale e ambientale e solidarietà.
Camilla Doni, general manager del Best Western Hotel Madison Milano, è tra i soci fondatori di Centrale District e in questa intervista ci racconta come è nata l’idea, ma soprattutto quali saranno le prossime novità e appuntamenti.
Partiamo dagli inizi cos’è e quando nasce il Centrale District?
Nasce nel 2017 dall’idea di 3 colleghi albergatori e la nostra Presidentessa di allora, la Dottoressa Hernandez, proprietaria di una galleria d’arte, con l’idea di mettersi insieme per raccontare la zona della Stazione Centrale in un’accezione diversa, rispetto a quella con la quale viene raccontata normalmente. All’inizio ci siamo uniti per motivi relativi alla sicurezza del luogo, poi andando avanti, ci siamo resi conto che l’unione fa la forza e quindi, anche se all’inizio eravamo quasi solo alberghi e quindi competitor, andare dal Presidente, dal Comitato o dal Sindaco come gruppo era completamente diverso. Abbiamo fatto una conferenza all’Hotel Principe di Savoia, ci siamo raccontati annunciando che sarebbe nato un nuovo distretto che aveva voglia di raccontare la zona in modo diverso, fare eventi e dare una nuova visibilità. Oggi il Presidente è il Dottor Maurizio Naro che è anche Presidente degli albergatori di Milano e ha un board composto da alcuni colleghi, albergatori e non.
Chi sono i soci e come lo si può diventare?
I soci sono 18 in questo momento, tra cui diverse attività alberghiere: il Principe di Savoia, l’Excelsior Hotel Gallia, il Best Western Hotel Madison, L’Hyatt Centric, diversi hotel del gruppo Star Hotel, Milano Urban Padel che è un gruppo sportivo diventato da pochissimo un nuovo socio in zona Piazza Repubblica e la new entry, maggiormente blasonata, è Mercato Centrale. Per entrare semplicemente si può andare sul nostro sito, lì c’è la mail info@centraledistrict.it. C’è una piccola quota di iscrizione, ma la cosa più importante è aver voglia di fare qualcosa per la zona. Possono iscriversi attività commerciali, professionisti e singoli cittadini.
Quali sono gli aspetti su cui state lavorando?
In questo momento abbiamo diversi progetti. Quest’anno abbiamo deciso di darci 3 linee guida che sono l’attenzione al sociale e alla solidarietà, l’inclusione e naturalmente quella degli ESG quindi tutto ciò che riguarda la sostenibilità. Abbiamo cominciato alla fine dell’anno scorso facendo una donazione al Carcere di San Vittore durante il periodo di Natale, portando un grosso panettone di 5kg firmato Mercato Centrale, più una serie di amenities che per noi alberghi sono qualcosa che fanno parte del nostro lavoro quotidiano, ma che per le carceri potevano essere speciali. Ti faccio un esempio: abbiamo donato quello che è il pacchetto cortesia quindi cuffiette, shampoo ecc. Grandissima attenzione anche a mamme e bambini che sono nel carcere di San Vittore.
Perché San Vittore?
Perché nonostante non sia nel nostro quartiere è un’istituzione a tutti gli effetti e ci è sembrato giusto raccontarci attraverso azioni concrete. In programma quest’anno ci sono tantissime cose. Sicuramente il progetto su cui ci stiamo adoperando maggiormente si svolgerà a novembre. Ci stiamo organizzando con diverse scuole della zona per “la Stazione che vorrei”. È un contest che sta partendo proprio adesso tra 3 scuole della zona, con bambini di elementari e medie, che proporranno un disegno della Stazione Centrale che si immaginano adesso e magari anche dopo le Olimpiadi. Questi disegni verranno esposti tra il 20 e il 25 di novembre con un QR code per votare e chi vincerà avrà la possibilità di avere una targa di riconoscimento e degli omaggi. La cosa bella è che Grandi Stazioni ci ha dato la possibilità di esporre i disegni nei maxi schermi della stazione e la premiazione verrà fatta proprio in una location di Ferrovie dello Stato. La Stazione Centrale è la porta di ingresso della città di Milano e lo sarà sempre di più. Il fatto che siamo così uniti dalla Stazione ci permette di creare un unico quartiere unito.
In tutte le grandi città europee le stazioni centrali, essendo importanti crocevia, sono spesso considerate poco sicure, avete studiato qualche esempio di riqualificazione all’estero o vi ispirate a qualche case history particolare?
Per essere del tutto onesti non abbiamo guardato molto all’estero. Le stazioni più sicure sono in Giappone, Singapore e forse per restare più vicino a noi si parla di Monaco. Gli elementi che secondo noi potrebbero essere più interessanti e di cui si parla da tempo sono una maggiore illuminazione, una maggiore sicurezza, e il divieto di bivacco per dare la percezione che ci sia un controllo. Di fatto il controllo c’è, ma resta pur sempre un crocevia con i suoi pregi e i suoi difetti. Ti faccio un esempio, ad aprile, due settimane prima che iniziasse il Salone del Mobile, quindi l’appuntamento principale per Milano e tutta l’Italia, abbiamo organizzato un plogging, che banalmente vuol dire correre in giro con la pinza e recuperare i rifiuti in giro per la nostra zona. È la seconda edizione che abbiamo fatto, con le divise Centrale District abbiamo deciso il percorso e abbiamo raccolto, grazie alla collaborazione con Amsa, tutto ciò che c’era in giro. Alla fine abbiamo pesato ciò che abbiamo raccolto, sopratutto i mozziconi delle sigarette che sono molto pesanti ed inquinanti e chi ha raccolto di più ha vinto delle lezioni di padel e una racchetta grazie ad un nostro socio. È un esempio semplice per dire che tutti noi abbiamo messo a disposizione il nostro sabato, ma la cosa più bella è stata vedere i residenti fermarci, ringraziarci e chiederci informazioni. Ci siamo resi conto di avere un core ancora un po’ debole con i residenti, perché ci vedono ancora come l’associazione degli alberghi, ma abbiamo bisogno di allargarci a cittadini meritevoli che abbiano voglia di fare qualcosa. Abbiamo anche buonissimi contatti con Grandi Stazioni con la quale, nonostante non sia un socio, lavoriamo molto bene.
Pur avendo un’anima fortemente commerciale, una prerogativa del vostro distretto è l’essere fortemente legato al Terzo Settore, con il quale fate spesso attività ed eventi. Ci vuole raccontare un po’ la scelta di questa direzione e se ci sono dei temi che vi stanno particolarmente a cuore o delle Associazioni con le quali collaborate con continuità?
Non ci sono delle associazioni con cui lavoriamo con continuità. Forse l’unica è City Angels, perché ci siamo ritrovati più di una volta a poterci confrontare e aiutare. Una cosa che faccio, come Hotel Madison, è che se ci sono delle ospiti che arrivano tardi in stazione li faccio andare a prendere dai City Angels. Vogliamo lavorare con le associazioni che esistono nel nostro contesto, che abitano e si impegnano per la zona. Un altro progetto che probabilmente verrà realizzato nel 2024 è un murales in Via Fara, un progetto ambizioso che stiamo realizzando con degli artisti venezuelani. Ci piace lavorare con chi ha voglia di impegnarsi e raccontarsi.
Con Avis Milano per esempio avete fatto un evento a luglio.
Abbiamo pensato di fare un evento con Avis grazie al suggerimento di uno dei nostri soci, già nel 2020. Stampiamo i volantini, decidiamo di farla all’Hilton, mettiamo insieme tutto e poi arriva il Covid e abbiamo dovuto annullare l’evento. È rimasto nell’etere per due anni e mezzo. Quest’anno appena ho visto che le cose si erano rimesse in piedi abbiamo pensato che quella fosse la strada giusta per fare un’azione concreta nel territorio e in una location unconventional. Il fatto che un albergo di lusso si presti a fare entrare il cittadino, gli studenti e metta a disposizione i suoi dipendenti è una cosa non usuale. Gli alberghi come struttura commerciale non devono più essere fruiti solo dal turista. Un’altra cosa che abbiamo fatto come soci è stata ospitare degli eventi di Book City oppure la Prima della Scala diffusa: chi aveva il maxischermo si è messo a disposizione per ospitare questo evento, per chi non ha potuto partecipare fisicamente. Con Avis è andata in modo simile. Noi regaliamo la colazione, che ovviamente non è quella che fai al bar, Avis ci mette l’impegno e facciamo una cosa veramente per il bene di tutti. Nulla come la donazione stessa rappresenta, il donare un pezzettino di sé. Io che non avevo mai donato ho donato per la prima volta e mi sento fiera di questa cosa. È andata molto bene anche per la raccolta.
Obiettivi futuri?
Gli obiettivi futuri sono quelli di cercare sempre di più le persone che operano attivamente nella zona e i residenti. Vogliamo continuare a raccontare questa zona in modo diverso anche perché Milano ha un appuntamento importante che sono le Olimpiadi e ci deve arrivare preparata, con accoglienza, nel modo giusto. Questa zona è la porta d’ingresso della città e merita rispetto e attenzione. Vogliamo creare un quartiere in cui si è fieri di abitare.
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