Milano
“Insiemi”, sei podcast e sei instant book per raccontare i quartieri di Milano
Da Lambrate a Stadera, dai Navigli a Zoia, sei Instant Book e sei Podcast costituiscono “Insiemi. CCL, storie da abitare”, il viaggio realizzato dal Consorzio Cooperative Lavoratori (CCL) per raccontare il mondo dell’abitare cooperativo attraverso le voci dei quartieri di Milano, in cui il Consorzio ha realizzato o sta sviluppando progetti di abitare cooperativo. Alla realizzazione del progetto hanno collaborato Valentina De Poli, giornalista e podcaster, e Silvia Icardi, giornalista, che scrive di architettura, design e società. Il racconto di un consorzio che è parte, da decenni, della storia della città e del suo sviluppo, diventa così l’occasione per scoprire e riscoprire pezzi di città “lontani” dal centro, ma anche luoghi e pratiche di resistenza alla speculazione immobiliare e alla crescita costante dei prezzi delle case. Un viaggio, quello di “Insiemi” che raccoglie le voci di chi vive i quartieri e costruisce ogni giorno la città.
In sei episodi, divisi in due parti ciascuno – disponibili su tutte le piattaforme, app per l’ascolto dei podcast (Speaker, Spotify, Google Podcasts, Apple Podcasts e Amazon Music) e tramite QR code e sul sito – da qui alla fine dell’anno si potranno leggere e ascoltare le storie dei quartieri di Lambrate, Stadera, Ticinese, Zoia, Columella e Argelati. Ogni quartiere sarà raccontato attraverso due Bonus Track che sveleranno il backstage delle interviste raccolte “on the road”.
INSIEMI, attraverso gli interventi edilizi di CCL, racconta così Milano, le trasformazioni radicali che hanno attraversato i quartieri dal punto di vista urbanistico, demografico, sociale e culturale, scoprendo chi sono oggi i milanesi, come abitano la città e cosa significa “abitare cooperativo”, magari in common housing. Storie che meritano di essere ascoltate e lette, al di là del contesto di impresa che le ha raccolte in questo ambizioso progetto di storytelling.
“Abbiamo deciso di avviare questo nuovo progetto per raccontare i quartieri di Milano, aiutare a farli conoscere e vivere a chi non li abita. Un racconto condotto al passo con la modernità. un racconto inclusivo che dà voce a tutti i protagonisti. Perché ogni territorio è vivo grazie alle persone che ci vivono. E l’umanità dei nostri quartieri è l’autentica ricchezza di Milano” dice Alessandro Maggioni, Presidente di CCL.
Il primo podcast è dedicato al quartiere di Lambrate, alle sue radici industriali e alla “second life” legata al design, questo primo episodio raccoglie tante voci, diciotto in totale. Ognuna è un’irrinunciabile testimonianza per raccontare il progetto di edilizia cooperativa di Cohabitat Lambrate e del quartiere in cui si inserisce.
Centoquattro alloggi in proprietà in edilizia convenzionata, 46 alloggi in affitto a canone convenzionato, 5 spazi commerciali e due cohousing, per un totale di più di 12000 mq: Cohabitat Lambrate non è solo questi numeri. È un progetto – “diventato realtà” già nel 2019 con la consegna delle chiavi ai soci e agli inquilini – di socialità condivisa, di aiuto alle fasce giovani e alle famiglie monogenitoriali, un “esperimento riuscito” di cohousing.
“Cohabitat Lambrate è un unicum per la città di Milano. Siamo di fronte a un progetto che ha visto un obiettivo comune e condiviso che ha legato sin dall’inizio la cooperativa, il progettista e i soci. Soci che hanno conosciuto prima il quartiere della loro casa, attraverso le molte assemblee che sono state condotte durante tutte le fasi di realizzazione del progetto presso il circolo ACLI di Lambrate. Un percorso apprezzato e che ha dato i suoi frutti” spiega Alessandro Galbusera, Vicepresidente di CCL e responsabile progetto Cohabitat Lambrate descrive l’intervento di Cohabitat Lambrate.
Il secondo podcast è invece dedicato al quartiere di Quarto Cagnino, a poche centinaia di metri dallo Stadio di San Siro e da tre parchi urbani più grandi nell’area metropolitana dall’ex Parco di Trenno, dal Boscoincittà, al Parco delle Cave. Dopo un passato agricolo e una forte espansione a partire dagli anni ‘70, ora il quartiere è collegato al centro città dallo storico capolinea metropolitano di Bisceglie e quello nuovo della linea lilla di San Siro.
Qui, in via Fratelli Zoia, nel 2010 è iniziato l’intervento delle cooperative Solidarnosc e Ferruccio Degradi: composto da tre edifici per un totale di 90 alloggi e una nuova piazza, è caratterizzato da un mix sociale (con appartamenti in vendita, in affitto convenzionato e in affitto sociale per le categorie protette) e un mix funzionale (il 5% della superficie è destinata a servizi collettivi e/o aperti al pubblico). Il progetto ospita anche i laboratori ZOC, Zoia Officine Creative, incubatori di professioni creative e artigianali.
“Dal punto di vista del mix abitativo Zoia è stata l’occasione per mettere insieme persone con possibilità economiche molto diverse tra loro, dando a tutti la stessa soluzione progettuale. Le case dell’affitto sociale sono identiche a quelle della proprietà. Sono convinta che alle persone fragili vadano offerte occasioni di riscatto se non si vuole che lo stigma della povertà resti loro addosso per sempre” commenta Federica Verona, coordinatrice del progetto di via Fratelli Zoia.
Tra le voci raccolte c’è anche quella di Alfonso Femia, fondatore di Atelier(S) che ha progettato l’intervento di via Pitteri, e quella di Cesare Monti, Presidente della Cooperativa Dorica. Tra le “guest star” spicca Fabio Treves, uno dei bluesman più famosi d’Italia conosciuto come il “Puma di Lambrate”, e sempre in campo artistico ci sono poi Matilde Arduini e Simone Peracchi, i due giovani designer che hanno realizzato gli otto murales negli androni delle due palazzine e lungo il muro di cinta del complesso. Non manca naturalmente chi ha deciso di fare del quartiere e del Cohabitat Lambrate la sua nuova casa, come Francesca Silva e Alberto Samori che insieme alla piccola Diana sono soci proprietari o chi arriva da lontano, come Kave Nikinezhad, architetto iraniano affittuario di una stanza del cohousing. In un viaggio che raccoglie le storie di chi arriva, naturalmente, non può mancare chi era e rimarrà l’anima del quartiere come Andrea Meazza, titolare della storica torrefazione di famiglia di via Rombon, e Attilia Cozzaglio della rete di associazioni Vivilambrate.
Quella di Lambrate e Zoia, naturalmente, sono solo le prima tappe. Nelle altre cambiano i quartieri e le voci, non lo spirito che attraversa e motiva il viaggio: raccogliere la complessità e restituirla ricordando che fare case è il mestiere più antico del mondo, e per questo – come pochi altri – consente di accompagnare e conoscere il mondo che cambia.
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