Milano
Casaleggio: “Una banca pubblica che permetta gli investimenti in ricerca”
Non voleva le telecamere, per parlare del mondo digitale. È stato accontentato. Davide Casaleggio ha incrociato i telefonini dei cronisti interessati ad ascoltarlo, al Teatro Dal Verme a Milano. Ospite di una società di consulenza finanziaria, Moneyfarm, con la moderazione di Francesco Cancellato direttore de Linkiesta. L’occasione per l’uno e per gli altri è stata quella di farsi conoscere e di far capire quale sia la filosofia alla base di ciascuna. “In un paese in cui difficilmente si trova un un esperto programmatore occorre un cambiamento di mentalità” dice Casaleggio, “occorre una banca pubblica che permetta gli investimenti in ricerca. Investimenti pari al 2.6% di Pil, come in Francia”. Noi investiamo meno della metà.
Non vuole le telecamere e non vuole le domande dei giornalisti presenti, Davide Casaleggio, ma basta ascoltare le sue riflessioni per capire che punta alla Cassa. Quella dei Depositi e Prestiti. L’ambito e lo spirito dei processi digitali della sua azienda (Casaleggio Associati) puntano a un modello ibrido pubblico/ privato, in cui la partenza di tutto, sia il pubblico. Con un piede a Palazzo Chigi, poi la Cassa è più vicina. “L’ecosistema della innovazione (il programmatore che resti a Milano anziché andare all’estero) richiede una razionalizzazione della spesa.” Il cerchio si chiude. Il futuro a Cinque Stelle punta a modelli di welfare consolidati nel tempo. “La Germania guarda a modelli automatizzati per produrre scarpe sportive: ed ha già ritirato la sua produzione estera. Più automatizzazione insomma, più società 4.0”
“Stiamo parlando di un salto di livello mai visto prima: sta arrivando qualcosa di più impattante; è la rivoluzione industriale.”
Proprio come nel 1800.
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