Milano
Caro Maran, avevi ragione tu che smentisti o Albanese che fa campagna per te?
Nel pieno di una campagna elettorale raramente così noiosa, scontata e prevedibile, mi sono imbattuto sui social network in questo video, pubblicato qualche giorno e tratto da un evento di campagna elettorale, del mio vecchio amico Pierfrancesco Maran, che lo diffonde sponsorizzandolo, alla vigilia di un voto che lo vede candidato a diventare mister preferenze. Proprio perché davvero è un vecchio amico, e perché seguo la sua azione politica e quel che succede nella mia città, seguii con attenzione la vicenda della presunta offerta di un appartamento, all’assessore da parte dei collaboratori del costruttore Parnasi, che in cambio avrebbe voluto addirittura uno spostamento del progetto Stadio sullo scalo Farini. Peraltro – ulteriore premessa – alcuni anni prima avevo avuto a che fare con Parnasi per un’ipotesi di progetto editoriale dal quale mi ero sfilato in tempi piuttosto rapidi. Insomma, quella vicenda era per me particolarmente curiosa e “vicina”: persone con cui avevo avuto a che fare per lavoro avrebbero offerto una casa a un assessore e vecchio amico per provare a corromperlo, ottenendo in tutta risposta un #amilanononsiusa.
In realtà, fu subito Beppe Sala, il sindaco, a dirsi certo che non c’era stata alcuna offerta. Leggendo poi le carte del procedimento giudiziario, peraltro, si capiva che l’ipotesi corruttiva era frutto di un’interpretazione di polizia di parole che un collaboratore dell’immobiliarista diceva al telefono con un collega. “Abbiamo fatto la figura di quelli che vogliono dare una casa a Tecnocasa”. Ragioni di prudenza insomma, in quei giorni di giugno di tre anni fa, ce n’erano, ma un po’ l’entusiasmo per un politico che non ruba, un po’ che eravamo nel pieno del Milano Pride, non si guardó troppo per il sottile e per un paio di giorni, su tutti i giornali e in ogni angolo di social, si celebró la schiena dritta di un politico non ancora quarantenne che aveva detto no.
Fui tra i pochi, assieme ai colleghi Manuela D’alessandro e Michele Fusco, che purtroppo ci ha lasciato troppo presto privi della sua intelligenza e compagnia, a sollevare qualche dubbio. Pungolammo e chiedemmo fino a quando un paio di giorni dopo Maran spiegó di aver appreso dell’intento corruttivo solo leggendo le intercettazioni che – testualmente – nel suo ufficio certo toni non furono neanche sfiorati. “Negli incontri sono stati lontani anni luce da questo approccio” (ANSA del 14 giugno 2018).
E veniamo a oggi, allora. Albanese, sul palco della campagna elettorale di Maran, parla di una mansarda offerta all’assessore, e di un suo sdegnoso rifiuti. A Milano non si usa! “Mi ha reso orgoglioso”, dice l’attore. Così, #amilamononsiusa diventa addirittura un hashtag sull pagina di Maran che lancia il video. Tutto bene, in campagna elettorale vale tutto. Vale perfino farsi smentire da un famosissimo attore per prendere più voti? Pur essendo milanese nativo, non sapevo che qui si usa così.
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