Milano

Calenda: “Il Pd vada contro corrente, recuperi il tema della complessità”

14 Gennaio 2018

È stato il protagonista assoluto della Kermesse milanese del Pd, Carlo Calenda. Il ministro dello Sviluppo economico ha infiammato il Teatro Parenti a Milano.

Il Partito Democratico di Renzi, in missione per sostenere la campagna del neo candidato Giorgio Gori alla poltrona di governatore lombardo, ha trovato nelle parole di Calenda, un facinoroso sostenitore dei costruttori piuttosto che dei rottamatori. Rivolgendosi  all’ex Premier, con spigliatezza gladiatoria,  ha spiegato che il PD è  forza che costruisce e che non rottama soltanto.  Ha attaccato quella parte di sinistra che vede nei manager gli avventori di un nichilismo sociale e collettivo, fautore di una narrazione catastrofista  del suo presente storico “mentre per la prima volta io so esattamente le ragioni per cui voterò  centrosinistra”. Contro le scorribande narrative del centrodestra tese a distruggere più  che a costruire. Rivolto ad Emiliano governatore Pugliese (Pd) ha detto:

“Ma come si può pensare che per mettere un tubo che trasporti Gas si debba decidere in tribunale?”

Pensando al pensiero radical chic tipico della sinistra ha dichiarato da uomo d’impresa, innanzitutto:

“Perché ci sono voluti 40 anni prima che un esponente del governo andasse a una sfilata di moda?”

“Quando Matteo (Renzi) in missione a San Pietroburgo ha deciso di non lisciare Putin e ha chiesto – davanti a diecimila persone –  un minuto di silenzio per i morti che il giorno prima c’erano stati ad Orlando, in un club per omosessuali, ( un paese, la Russia, che queste minoranze un pò le snobba) ha indicato una strada: “Se noi  saremo capaci di andare controcorrente e di cambiare la narrazione della semplificazione, per proporre quella della complessità, non ce n’è per nessuno”

A differenza di Giorgio Gori, sempre un pò monocorde, con la vocazione ad essere una forza tranquilla a volte espressa in modo più simile ad un’orazione da prevosto, Calenda invece procede a scatti mai uguali. Si arrabbia, batte i pugni, tiene il ritmo delle emozioni che produce sul pubblico. È  questo tratto identitario che dispiega il Calenda pensiero, capace di scaldare i cuori dei presenti e di rompere lo story-telling  tipico di certa sinistra per cui sei tale solo se incline a cupo pessimismo; all’idea che la ricchezza sia un male, e che se sei un manager di un’azienda, rappresenti il diavolo. Ebbene Calenda ha rotto il meccanismo, preceduto da un Beppe Sala in gran spolvero, in due anni completamente cambiato rispetto al timido manager che si candidò  sindaco a Milano ( e che veniva messo sotto ad ogni confronto con Stefano Parisi, molto più veloce e affabulatore dell’attuale sindaco)

Ecco una parte sostanziosa dell’intervento di Carlo Calenda

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