Milano
Buon Compleanno, Giorgio Armani! La storia del Re della moda italiana
Lo stilista piacentino ma milanese d’adozione, festeggia 89 anni, vissuti sempre sulle ali di un successo planetario con energia e carisma difficili da eguagliare. Tanti i simboli del suo stile passati alla storia: dalla giacca destrutturata, alle creazioni color greige per i film premiati con gli Oscar
“La vita mi ha premiato ma posso dire che mi ha anche tolto parecchio, mi sarebbe piaciuto godermi tante cose che per gli altri sono normali, ma che ho dovuto mettere da parte per questo mondo“. Con queste parole Giorgio Armani, ha commentato la sua vita, al termine dell’ultima sfilata sulle passerelle di Parigi per la settimana dell’Haute Couture appena conclusasi, dove ha presentato la collezione Armani Privè autunno-inverno 2023/2024.
Piacentino di nascita (11 luglio 1934), Giorgio, dallo sguardo limpido e ceruleo, ipnotico, condivide la sua infanzia con il fratello Sergio e la sorella Rosanna, con la madre Maria e il padre Ugo. L’esperienza della Guerra tra i ricordi di bambino, il rumore devastante delle bombe, temprano il suo carattere in modo deciso e resiliente, facendogli sviluppare particolare sensibilità e rispetto nei confronti del dolore altrui e della tutela della vita, umana o animale che sia. Insomma un vero gentiluomo che ama il Creato in tutte le sue forme. Come non ricordare le tante iniziative che, negli anni, ha lanciato e finanziato per sostenere cause solidali davvero pregevoli. Uno dei primi a manifestare il suo aiuto ad una città, diventata la sua, come Milano, messa in ginocchio a causa del Covid nel 2020, sfilando a porte chiuse per questioni di sicurezza, e senza musica per protestare contro il conflitto in Ucraina, pochi mesi più tardi.
Moltissimi i riconoscimenti ricevuti sia in Italia che all’estero. Come il titolo di Cavaliere della Repubblica e di Cavaliere di Gran Croce.
L’ascesa del Re della Moda italiana
Giorgio Armani, lascia Piacenza, nel lontano 1957, per iniziare gli studi universitari presso la facoltà di Medicina e Chirurgia della Statale di Milano. Da quel momento, la città meneghina, sarà casa sua, fino ad oggi. Dopo appena un biennio, abbandona il percorso accademico, trovando una occupazione come vetrinista della Rinascente. Il suo primo vero contatto con l’universo della creatività e della moda. Poco dopo, cioè nel 1964 , il grande Nino Cerruti, da cui lo stesso Giorgio, non ha mai negato di aver imparato e tratto ispirazione, gli chiede di collaborare con la sua fabbrica di abbigliamento pret- à – porter esclusivo da uomo, la “Hitman”, prendendo dimestichezza con i capi destrutturati, con i tessuti morbidi e poco inflazionati che lo consacreranno nel firmamento della moda di tutti i tempi.
Il primo debutto con il suo nome, avviene nel 1974, in quel di Palazzo Pitti a Firenze, nella mitica Sala Bianca, ed esattamente trascorsi 12 mesi, fonda la Giorgio Armani Spa, che nel 1976 diventerà dedicata anche alla moda donna. Nel 1981 è la volta del lancio della linea Emporio Armani, simboleggiata dall’aquilotto, che continua a riscuotere enorme successo anche dopo oltre 42 anni. E, nel 2005, nasce l’Armani Privè, creazioni di Haute Couture portate sulle passerelle parigine dell’Alta moda con grande orgoglio italiano e seguito. E poi, le linee Armani Casa, Beauty, Jewellery, lo spazio espositivo di Arte e Cultura dell’ Armani Silos, l’amore per lo sport con l’acquisto della squadra di basket dell’Olimpia Milano, vincitrice dell’ultimo scudetto nella massima serie italiana, e tanto, tanto altro.
Ad accompagnarlo negli affari e nella vita privata, il fedele compagno Sergio Galeotti, conosciuto negli anni ’60 in vacanza in Versilia, scomparso prematuramente. Dopo anni di vacanze estive in Toscana, si innamora perdutamente degli odori e dei colori di Pantelleria e di tutte le isole Eolie, dove nasce il mito di “Acqua di Giò”, fragranza maschile immortale.
La giacca destrutturata, il blu ed il greige Armani: simboli di eleganza inconfondibile nel mondo
Siamo negli anni ’80 e Giorgio Armani, ha voglia di far vedere al mondo che, il suo genio e sregolatezza, sono capaci di fare la storia della moda. La giacca, così, destinata a divenire un tratto distintivo del marchio Armani, viene destrutturata: via le controfodere, gli orli che coprono i risvolti, le spalle vengono lasciate libere di cadere, spazio alla fluidità senza confini. Il gioco è fatto. L’Uomo e la Donna vestite da Giorgio Armani, brillano di luce propria.
I colori per eccellenza utilizzati dallo stilista emiliano, diventano il blu ed il greige, nato da una sofisticata miscela tra grigio chiaro e beige. Nuances piene di fascino, seduzione, sobrietà, ma anche profonda essenzialità e discrezione. Nelle sue tante sfilate, il gusto per la sperimentazione non è mai mancato, sfoderando il rosso, il sabbia, il nero ed il bianco come punte di diamante grezzi, ma accecanti.
Giorgio Armani e gli Oscar
Nel 1980, Richard Gere, nel suo completo con giacca doppiopetto sbottonata e pantaloni senza pences, vince l’Oscar per “America Gigolo“, film di enorme successo. Tutti gli abiti disegnati da Armani sono all’insegna della destrutturazione, così come le camice e le cravatte abbinate ed allineate sul letto nella fatidica scena della pellicola hollywoodiana. Un’ascesa sempre più stellare, che crea sex simbol al maschile ed al femminile senza indugio. Le celebrities vestite Armani non si contano. Da Sophia Loren, Diane Keaton (Oscar del 1978), Jodie Foster (Oscar del 1992), Adria Arjona (per My Way Armani), Emily DiDonato (per Acqua di Gioia), Renée Zellweger (Oscar del 2020) e Anne Hathaway nel debutto al Festival di Cannes, a Cate Blanchett (Presidente di giuria al Festival di Venezia del 2020 e volto di Sì Armani) a Julia Roberts che arriva con Giorgio Armani e la nipote Roberta Armani sul red carpet dei British Fashion Council per l’Outstanding Achievement Award, nel 2019.
Giorgio Armani e la sostenibilità: “la moda può – e deve – contribuire a un’evoluzione in meglio, tutelando il tessuto sociale e l’ambiente. È per questo che il gruppo Armani ha creato la piattaforma Armani Values, un manifesto degli obiettivi verso cui tende quotidianamente la casa di moda. Gli abiti, per poter essere sostenibili, devono essere senza tempo, ma anche fluidi nei codici, confortevoli della vestibilità, pochi ma buoni e sinonimo costante di empowerment”. Sua l’idea di finanziare la coltivazione e lavorazione di cotone sostenibile nelle piantagioni di Puglia per dare fiducia al made in Italy sempre e comunque.
“Gli aggettivi con i quali mi identifico, come persona e stilista, sono: preciso, pignolo, rigoroso, intransigente, leale, costante, determinato, appassionato. La mia moda nasce da un lavoro di sottrazione, dal rispetto per chi indossa l’abito, dall’idea di creare uno stile capace di resistere, pur evolvendosi nel tempo. Il mio percorso di stile parte da poche linee vergate sulla carta e si conclude in un’immagine fatta di pochi elementi combinati in maniera sottile. Perché, ne sono convinto, la semplicità è forza. Semplice non è mai il punto di partenza, ma sempre il punto d’arrivo. Vestiti in modo che, quando vedi una tua foto, non sia in grado di attribuirle una data. L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare“.
Buon Compleanno, Caro Maestro di eleganza assoluta, Re Giorgio!
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