Milano
Buon Compleanno Avis Milano: 95 anni di solidarietà
Quest’anno Avis Milano compie 95 anni, si costituisce formalmente il 15 maggio del 1927 presso lo studio del Dott. Formentano a Milano in via della Moscova. A quell’epoca il giovane medico decise di costituire un gruppo di donatori di sangue volontari, per permettere a tutti di potersi curare e di sopravvivere, in contrapposizione alla situazione del momento che vedeva alcuni medici con alcuni cittadini disposti a donare sangue a fronte di un compenso economico. Non è mia intenzione dilungarmi sulla storia di questi 95 anni, colleghi ed esperti ne hanno già scritto e ne scriveranno in abbondanza. Volevo invece raccontare due storie recenti che testimoniano l’importanza e il gesto della donazione di sangue. Quando godiamo di ottima salute, difficilmente il nostro pensiero va a coloro che invece hanno bisogno di una o più sacche di sangue per una trasfusione o purtroppo a volte in via continuativa. È normale, è umano, la maggior parte di noi si interessa ad un problema solamente nel momento in cui lo stesso lo riguarda direttamente. Un piccolo pensiero e un piccolo sforzo possono fare la differenza compiendo un gesto che può salvare una vita.
La prima storia è quella di Mariella, 83 anni e di Antonella sua figlia. Mariella il 13 gennaio 2022 è in casa da sola e inciampa in un filo, una caduta rovinosa, che le provoca la frattura della testa dell’omero e dopo 8 ore di pronto soccorso in solitudine, perché siamo di nuovo in pieno picco Covid, viene operata d’urgenza, con impianto di una protesi. Antonella non può raggiungerla e al dispiacere di Mariella di dover affrontare un intervento da sola, si aggiunge il dramma di dover fare 2 trasfusioni durante l’intervento e una in seguito, a causa della perdita di molto sangue. “Speriamo di avere abbastanza sacche disponibili è una delle frasi che mia mamma si ricorda di quei momenti frastornati”, ci racconta Antonella al telefono. Sì perché a gennaio, a causa della nuova ondata dovuta a Omicron, molti donatori non hanno potuto effettuare la loro donazione. Ora Mariella sta bene è tornata a casa dalla sua famiglia, il decorso sarà lungo, ma quello che conta è che è viva e questo lo deve solo alle 3 sacche di sangue che ha ricevuto durante l’operazione. Sono riuscito a rintracciare Antonella, grazie a una lettera che lei e sua mamma hanno mandato ad Avis Milano in seguito al ricovero, nel quale ringraziavano tutti i donatori per il gesto che compiono e con il quale salvano vite. “Quando frequentavo la Facoltà di biologia, andavo spesso in un centro trasfusionale, – continua Antonella – non mi occupavo direttamente di emocomponenti, perché in quel centro ci si occupava anche di allergie che era il tema della mia laurea, ma indirettamente vivevo la vita del centro trasfusionale e avevo collaborato con l’Associazione di donatori presente in quell’ospedale. Quando ho scoperto che mia mamma era salva per le sacche ricevute è come se si fosse chiuso un cerchio, anche se purtroppo per motivi di salute non posso donare”. Nella lettera Antonella spiega benissimo il concetto di circolarità del dono “solo quando vivi in prima persona questa esperienza ti rendi conto del valore immenso di questo gesto: gratuito e disinteressato. Nessuna parola potrà mai soddisfare pienamente quello che si prova in quella circostanza. Ancora adesso, a distanza di 5 mesi, quando mia mamma pensa che la sua vita è salva grazie a quelle 3 sacche ricevute, si commuove e io con lei. In quel momento ti rendi conto che se non ci fosse qualcuno pronto a fare quel gesto di amore totalmente disinteressato, molte vite si perderebbero. Anche i medici che fanno le trasfusioni dovrebbero sottolineare questo aspetto, perché c’è un abisso fra un farmaco, che comunque può salvarti la vita e una sacca di sangue donata da uno sconosciuto.”
“Una vita che entra in un’altra vita e la salva”, così si chiude la lettera di Antonella, una frase che racchiude perfettamente il valore del dono di sangue e lo spirito che muove ogni donatore.
La seconda storia è quella di Tiziana, afflitta fin dalla nascita da Talassemia. Tiziana riesce a vivere fino a 43 anni grazie alle continue trasfusioni di sangue, attenzione sottolineo “vivere” non “sopravvivere” è questo che mi racconta suo fratello Antonio, autore del libro “Basta Lamentarsi”, che racconta la storia di Tiziana e il cui ricavato sostiene la ricerca contro la Talassemia. Tiziana, nonostante la lotta contro la malattia ha scelto di vivere con la stessa grinta di un gladiatore, se avesse passato la vita ad autocommiserarsi, a odiare la sua malattia e il suo corpo, a farsi compatire dagli altri, non avrebbe vissuto davvero. Ci sono persone come Tiziana costrette a convivere quotidianamente con ospedali, medici, cure, farmaci. Tiziana cresce e vive due vite, la prima fitta di appuntamenti a cui non può rinunciare per la sua sopravvivenza, la seconda una vita normale dove si sforza e riesce ad essere come tutti gli altri, vive in due mondi, il primo indispensabile per vivere il secondo. In ospedale si recava all’inizio ogni quattro settimane, aumentando sempre di più la frequenza diventata poi settimanale. Il libro promuove e diffonde la cultura della donazione di sangue indispensabile per la sopravvivenza di Tiziana, continua Antonio: Tiziana diceva sempre: domani vado a fare “il pieno”. Come una macchina, il corpo di queste persone necessita di carburante, che per loro è il sangue ed è ciò che fa la differenza tra la vita e la morte. A volte può capitare che il sangue scarseggi spesso nel periodo estivo, quando calano le donazioni. A volte Tiziana riceveva solamente una sacca di sangue, perché questa era la disponibilità, in quel caso doveva restare a casa e risparmiare energie perché “il carburante” era poco ed era importante gestirlo attentamente in modo da farlo bastare per la successiva trasfusione. Le persone come Tiziana sono condannate a vivere una vita diversa, minata dalla carenza di sangue. “Resisti Tiziana, c’è carenza di sangue devi attendere qualche giorno in più per la prossima trasfusione cerca di stare a casa e muoverti il meno possibile”. Capisci quanto è importante? Stiamo parlando in quasi 43 anni di 2.000 unità di sangue, 1.300 litri di sangue donato, più di 2.000 donatori. Senza di loro Tiziana non sarebbe riuscita a compiere quasi 43 anni per la gran parte vissuti nell’altro mondo, quello normale, quello che viviamo tutti, poi verso la fine ha fatto fatica ad accettare il cambiamento del suo corpo, modificato in seguito al decorso della malattia, la paura di stare male davanti agli altri e non poter più fare le cose che fanno tutti e che lei stessa faceva fino all’ultimo anno di vita. Racconta Antonio che i malati come Tiziana sono “guerrieri” che combattono ogni giorno, aiutati dai donatori di sangue definiti “supereroi”. Con questo breve estratto del libro si chiude la testimonianza di Antonio. Tiziana, sapeva di avere un timer incorporato, ma questo non la rendeva molto diversa dagli altri. Tutti dal momento in cui nasciamo, ci mettiamo in coda. Il fatto è che non sappiamo mai a che punto siamo della fila.
In occasione dei 95 anni di AVIS Milano, 95 anni di solidarietà, spero con queste due storie di aver stimolato qualcuno a prendere in seria considerazione la possibilità di diventare donatore per poter continuare questa fantastica storia oltre i 95 anni e fino a che sarà necessario per consentire la vita ai molti che al momento necessitano del sangue donato.
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