Milano
Brexit, lavoro, welfare e previdenza: il futuro non è più quello di una volta
L’informazione italiana fa abbastanza schifo. Una delle ragioni è che i giornalisti non fanno il loro lavoro. E uno degli orpelli alla congrua traduzione degli eventi al grande pubblico, è che i giornalisti non li seguono. Arrivano in loco dove si svolgerà l’incontro, intervistano uno o due dei protagonisti, assumono le necessarie interviste da pubblicare sul giornale o al Tg e poi se ne vanno. Chi rimane, in genere, ha una fortuna. Quello di poter ascoltare i contenuti che si sono sviluppati nell’incontro e di cui di solito nessuno vi racconta. Venerdi 17 Marzo alla Triennale di Milano si è parlato di Brexit. Di un distretto finanziario per il capoluogo lombardo, esattamente, in cui far operare le imprese che presto lasceranno Londra a seguito del referendum dello scorso anno. Su questo si sono confrontati gli ospiti. Ma non solo di questo si è discusso. Il presidente della Commissione Finanze alla Camera Maurizio Bernardo ha illustrato il progetto di legge per detassare le imprese straniere che verranno ad operare a Milano, qualora vincessero la concorrenza di Parigi e Francoforte, soprattutto. Obiettivo: trasferire l’Agenzia del Farmaco e l’Autorità bancaria con un indotto economico che sfiora i 500 milioni di Euro. Una sfida complessa che richiede Milano si doti di infrastrutture e servizi.
Tra le misure da offrire alle imprese una Flat tax, una riduzione degli oneri di urbanizzazione, la riduzione dell’IRAP dal 3.9% al 2%, un abbassamento del cuneo fiscale per 5 anni.
La città, secondo una ricerca demoscopica presentata proprio ieri, dice che Milano si sente pronta ed orgogliosa ad accogliere questa opportunità. Il capoluogo lombardo è pronto ad assumere un ruolo di nuova locomotiva del Paese.
Quello di cui nessuno vi parlerà rispetto all’evento sono però le aree di criticità che sono state sollevate. Una ricerca demoscopica presentata dal prof. Nicola De Carolis, oltre a indicare l’orgoglio della città per questa opportunità, pone anche delle criticità: a partire da quanti temono che la middle class venga ulteriormente ridimensionata nella sua ricchezza personale e depauperata nell’accesso a nuovi posti lavoro. Un altro dei temi sollevati è la sottocultuRa italiana della ghettizzazione sessuale . Di cui per molti anni sono rimasti vittime manager stranieri che hanno preferito non venire in Italia e nelle periferie delle grandi città a lavorare: è Sebastiano Barisoni di Radio 24, moderatore, a porre questa criticità.
Tra i benchmark negativi che hanno spesso impedito gli spostamenti nelle città della Provincia italiana di grandi designer, ad esempio, ha detto Barisoni, c’è stata anche la questione della loro omosessualità nel campo della moda e del design.
Un dibattito esteso ai players di Milano, pertanto, a cominciare dal campo dell’istruzione, della finanza, della sanità.
Barisoni De Carolis e l’attrattivita’ per Milano della Brexit
Giuseppe Vegas presidente della Consob: ” Portare qui Ema, Eba, costruire un distretto finanziario, vorrebbe dire preservare 123.000 posti di lavoro potenzialmente a rischio.”
L’uomo che nulla ha visto di Banca Popolare di Vicenza e del Monte dei Paschi di Siena spiega perché altri posti di lavoro si potrebbero perdere a breve e perché è bene la Brexit, per tutelare l’occupazione
Giulio Massa presidente Aninsei associazione di scuole non statali
Importante incontro ieri a Milano in via Vida nella sede della Cisl su Previdenza, secondo pilastro e l’opportunità del futuro. Con la segretaria Regionale della Cisl Paola Gilardoni abbiamo parlato anche di lavoro, di giovani e di Voucher
Poi abbiamo sentito anche su Voucher e imprese Franco Berardi segretario Generale della Fp di Cisl
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