Milano
Bloccato il profilo Facebook di Paladini, la risposta è #sharingyoursocial
Un finale di campagna elettorale agrodolce, a Milano, per Luca Paladini, candidato al consiglio comunale nella lista Sinistra X Milano, attivista LGBT e fondatore del movimento de I Sentinelli.
Agro perché, nuovamente, dopo aver denunciato col consueto stile diretto e schietto l’omofobia, trascrivendo le parole che la raccontano, i Sentinelli vengono segnalati e sospesi su Facebook. Fra loro Luca Paladini, uno dei fondatori del movimento che a episodi del genere va incontro dalla nascita della pagina e ora si vede “bloccato ” per 30 giorni. Trenta giorni importanti per Luca Paladini visto che tra tre giorni si vota proprio per il consiglio comunale e tra una ventina invece sarà la volta del ballottaggio.
Questa “sanzione/censura” gli impedirà da qui al 19 giugno l’utilizzo del proprio profilo facebook per promuovere, proprio nei giorni più “caldi” della campagna, la sua candidatura e quella di Beppe Sala. Ci sarebbe da pensar male. Eppure, accade l’imprevedibile, e qui inizia la parte dolce che compone il bis di sapori da cui siamo partiti. Diffusasi rapidamente la notizia, ovviamente tramite i “social”, cominciano ad arrivare a Luca e al suo staff messaggi privati e post pubblici di decine di persone, amici e sconosciuti elettori, che mettono a disposizione i propri profili facebook, con tanto di username e password. Insomma, Paladini è passato in pochi minuti dal non poter più usare il proprio profilo a poterne usare contemporaneamente decine. La rete, insomma, si ribella: “potete censurarne uno ma non potete censurarci tutti”. E così, nell’epoca e nella città della sharing economy, nasce un nuovo modo di usare i social network, lo sharing dei profili: #sharingyoursocial.
Dopo la mobilitazione, nonostante la sanzione di blocco di trenta giorni, Facebook ha proceduto allo sblocco. Così lo stesso Paladini ha commentato, proprio sul suo profilo Facebook:
Giornata surreale.
Il blocco di facebook che doveva “punirni” per trenta giorni, si è sciolto in poche ore.
Non ho meriti particolari, se non quello d’essere candidato e che mancano tre giorni al voto.
La cosa è finita sui giornali e la risonanza del caso è per questo, più che per il fatto della censura ai Sentinelli “accusati” da chi strumentalmente li segnala, e da un algoritmo imbecille.Noi, è almeno un anno che combattiamo contro chi vuole chiuderci la bocca, quindi l’attacco costante è al movimento al quale appartengo, prima che alla mia persona.
Tante altre volte questo paradosso di censura da “omofobia” avrebbe dovuto far gridare allo scandalo e solo oggi conquista le pagine dei giornali perché un suo aderente è impegnato in campagna elettorale.
Surreale e anche commovente il fatto che più di cinquanta persone (trenta almeno sconosciute) si sono offerte di donarmi la password e la propria bacheca per consentirmi di continuare, anche attraverso un social, la campagna elettorale.
Solo commovente la valanga d’attestati di solidarietà che da questa mattina ho ricevuto.Il blocco si è poi sciolto grazie alla generosità e competenza di Cathy la Torree il suo studio gay lex, che subito hanno preso a cuore il caso e hanno fatto fare a facebook una rapida marcia indietro.
Viva i Sentinelli che nessun omofobo fermerà mai.
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