Milano

Bella, bionda… E dice sempre sì

30 Giugno 2017

Il 22 ottobre prossimo gli elettori lombardi saranno chiamati a votare su un referendum consultivo fortemente voluto dal “governatore” Roberto Maroni e dovranno rispondere Sì o No sul seguente quesito:

“Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”.

Basta leggerlo per capire che si tratta di un’evidente ed insulsa trovata propagandistica, della serie “vuoi bene alla mamma ?”.

Leggo che l’assessore della città metropolitana Franco D’Alfonso (a nome dell’Associazione Municipalità Metropolitane), il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il sindaco di Milano Beppe Sala ed i sindaci PD di Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Sondrio e Varese hanno annunciato che voteranno sì.

Questa la motivazione dichiarata da Giorgio Gori: «Lo abbiamo detto mille volte che il referendum non serve e che costerà 46 milioni che si potevano usare in altro modo. Ma a questo punto tanto vale entrare nel merito ed evitare che la Lega ne faccia un’operazione di pura propaganda. Il tema è troppo serio».

Ora, se la memoria non mi tradisce e se non si tratta di un’accolita di omonimi, tutti questi signori hanno sostenuto, anche con un certo zelo (Gori), il Sì pure nel referendum costituzionale del 4 dicembre scorso.

E dato che la meravigliosa Grande Riforma che in quell’occasione hanno inutilmente tentato di rifilare agli italiani comprendeva, tra l’altro, un’incisiva modifica del titolo V che “… riporta alcune competenze di fondamentale importanza in capo allo Stato, secondo le indicazioni della Corte Costituzionale, e fa un passo gigantesco eliminando la competenza concorrente, attraverso l’abrogazione formale del comma 3 dell’articolo 117, partendo dal presupposto che alcune materie, di elevata rilevanza per il Paese, meritino una disciplina omogenea ed indifferenziata, che solo una legislazione statale può permettere di conseguire”, a me, sulle prime, è venuto in mente il principio di non-contraddizione del vecchio Aristotele. Che se proprio volessimo “entrare nel merito”, come auspica Gori, sarebbe il più calzante.

Poi però mi è venuta un’associazione di idee decisamente più leggera, quella col titolo di un filmetto del 1991 “Bella, bionda… e dice sempre sì”, interpretato da Kim Basinger.

Ecco, diciamo che preferivo Kim Basinger.

 

 

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