Milano
Assolti Selvaggia e gli altri, anche per una firma mancata
Fa bene Gianluca ‘Macchianera’ Neri a gioire in aula col suo legale Barbara Indovina, fa bene Selvaggia Lucarelli a condividere su Facebook la sua felicità “dopo 7 anni di processo e articoli infamanti”. Finisce con un’assoluzione collettiva (c’è anche Guia Soncini che ci scherza su:”Adesso però basta dar confidenza ai maragli sull’internet”) un processo pieno di insidie, che avrebbe potuto imbrattare l’immagine delle tre celebrate ‘stelle’ del web.
Il sollievo dell’avvocato Caterina Malavenda, che affiancava Selvaggia, racconta tutte le paure della vigilia: “E’ andata benissimo, al di là delle più rosee previsioni”.
Nell’assoluzione c’è un ‘ma’ che Lucarelli omette nell’estasi post vittoria. Giustamente dal suo punto di vista perché negli annali giudiziari sarà assoluzione punto e basta. Il suo giornale, ‘Il Fatto Quotidiano’, magari ci ricamerebbe un po’ su. Noi ve ne diamo conto, ribadendo che la vittoria della difesa è indiscutibile.
L’assoluzione arriva per una parte delle accuse ‘perché il fatto non sussiste’, per un’altra parte ‘per non doversi procedere‘ perché i fatti relativi al presunto accesso alla posta della soubrette Federica Fontana per sottrarle le 191 foto scattate al compleanno di Elisabetta Canalis a casa Clooney sono stati riqualificati in un reato diverso rispetto a quelli ipotizzati dal pm Grazia Colacicco. ‘Rivelazione di contenuto di corrispondenza’ invece che ‘accesso abusivo informatico’, ‘violazione di corrispondenza’ e ‘intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche’. Un reato procedibile solo su querela delle presunte parti offese. Ma, in questo caso, la querela era stata firmata solo dal marito di Federica Fontana e non anche dalla show girl di suo pugno. Per il giudice Stefano Corbetta, non sono bastate le querele di Rusconi e Canalis, ci voleva anche quella della Fontana. In ogni caso, il reato di ‘rivelazione di contenuto di corrispondenza’ avrebbe alleggerito di molto la posizione degli imputati non facendoli figurare come presunti incursori nella casella postale della Fontana, ma solo eventualmente come ‘megafoni’ di una violazione della posta effettuata da qualcun altro.
Assoluzione senza ‘ma’ per la presunta tentata vendita delle foto da parte di Selvaggia e per la ritenuta violazione delle mail di altri personaggi dello spettacolo come Mara Venier. Le ragioni le conosceremo fra tre mesi, col deposito delle motivazioni del giudice Corbetta che da oggi saluta tutti e va in Cassazione. Improbabile l’appello perché le accuse sono quasi prescritte.
Manuela D’Alessandro
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