Milano
Assemblea di Porto Franco
Sono andato ieri sera, non frequentavo da molto tempo, all’assemblea di Porto Franco dove, in una saletta del circolo De Amicis, si pigiavano una gran quantità di persone provenienti da quei movimenti che complessivamente vengono chiamati il “movimento arancione”. Cioè i sostenitori non partitici di Pisapia. Il problema era proprio quello, la decisione del Sindaco di Milano di non ricandidarsi.
Se devo essere onesto con me stesso, devo anche ammettere di non aver letteralmente capito la maggior parte degli interventi che si sono susseguiti. Credo per un mio difetto di aggiornamento culturale e, in specifico, grammaticale. Peraltro mi è parso che tutti questi convenuti fossero un poco smarriti dalla decisione del Sindaco, del resto presa in modo drastico e senza aver preparato una successione, come sarebbe stato normale per chi ha raccolto qualche anno fa un gran numero di consensi personali. Alcuni oratori della vecchia scuola, come Merlo, hanno manifestato idee più chiare parlando della Città Metropolitana e delle soluzioni che in Francia sono state date a questo problema. Altri, come Artali, hanno fatto un discorso più organicamente politico: tenuto conto che la maggioranza dei voti può essere raccolta solo attraverso un progetto “moderato”, cioè capace di coinvolgere anche l’elettorato di centro, ancora numeroso a Milano. La quasi sicura presenza di Salvini alle elezioni potrebbe favorire un’operazione di questo genere, perché i milanesi non sono mai stati inclini ad una politica estremista. Ma occorre che, sull’altra sponda, ci sia qualcuno che, con la stessa energia del candidato leghista, sappia rappresentare una linea diversa e non di estremismo opposto. Sembra, ai convenuti arancioni, divisi tra di loro, che il Pd possa avere questa sensibilità, secondo alcuni persino eccessiva, tal che Bassetti (sic) nel suo intervento si è domandato se il Pd è ancora un partito di sinistra.
Dunque ancora poche idee espresse da coloro che hanno fatto esperienza politica, molta angoscia per la perdita del riferimento Pisapia, qualche sprazzo di cattiva letteratura politica. Ma abbiamo ancora tempo.
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