Milano
Alternativa Popolare: sintesi o svolta
Dove vuole andare Alternativa Popolare? Rimane nel centrodestra come ha fatto con coerenza ( e risultati) in Lombardia o vuole andare nel centrosinistra come ha fatto con (meno) coerenza – stante la sua origine nominativa ovvero centrodestra – ma con altrettanti risultati, governando con il PD a Roma?
La svolta arriverà probabilmente nell’assise nazionale( la conferenza programmatica di Ap) del prossimo sabato, 11 Novembre, in cui una decisione andrà presa: con Renzi, o con Berlusconi e Salvini, oppure da soli?
Tutto nasce a seguito della diaspora tra Berlusconi e Alfano a fine 2012. Da allora Ncd, oggi Alternativa Popolare, ha scelto di stare con il PD al Governo. Un’alleanza fisiologicamente anomala ( il centrodestra dovrebbe essere cosa diversa dal centrosinistra) e che tuttavia ha portato risultati. Intanto l’abolizione dell’Art 18, le politiche del lavoro che hanno comunque creato un milione di posti. Un prodotto interno in crescita dopo la crisi del 2008. Risultati che Alternativa Popolare ascrive al proprio “contributo responsabile”. L’alleanza con Renzi tuttavia ha suggellato con il tempo un certo “mal di pancia” dentro le frange liberali e cattolicbe cui il risultato della Sicilia ha portato molta acqua al proprio mulino. Non piacciono le derive sulle coppie gay e la poca attenzione alla famiglia. Non piace soprattutto il protagonismo del cerchio magico gigliato e del suo leader che fa ombra e rende il lavoro di Alternativa Popolare quasi invisibile. Non piace a molti l’idea di uno Stato centrale che avoca a sé le scelte politiche, secondo un dirigismo centralista che richiama lo schema politico e l’impianto culturale marxista. Gli elettori siciliani lo hanno detto chiaramente: i moderati non trovano nel centrosinistra una loro casa. La frangia di sinistra ( che non è Renzi) è un interlocutore con cui non è possibile dialogare. Insomma la diaspora ulivista tra ex Ds ed ex Margherita non si è ancora del tutto consumata generando uno scontro fratricida. Creare un rapporto con uno schieramento che non ha ancora una sua identità genera negli elettori e nella classe dirigente di Alternativa Popolare un’ineludibile domanda: si può stare con il centro sinistra o è meglio virare verso un ritorno alla casa madre, malgrado il dissidio tra Berlusconi e Alfano non sia mai stato risolto? “Gli elettori si sono espressi chiaramente: in Sicilia non abbiamo raggiunto la soglia di sbarramento e non abbiamo nessun consigliere” mi ha detto Raffaele Cattaneo Presidente del Consiglio della Regione Lombardia ed esponente di AP
“Per cui combatteremo per cambiare la linea politica; Alfano ha sbagliato ad allearsi con il PD ed i nostri elettori ce lo hanno detto chiaramente”
L’Avvocato Angelo Capelli consigliere regionale lombardo di Alternativa Popolare chiede, alla luce degli ultimi dati, di “fare sintesi” ma senza che qualcuno dica ” o si fa così o ce ne andiamo”. Sull’autonomia il consigliere ha sempre manifestato il suo favore ma anche qualche perplessità sul merito del “residuo fiscale” che in più circostanze ha ribadito essere la somma – in Lombardia – della ricchezza prodotta da imprese che hanno sede legale in regione ma producono e distribuiscono ovunque. Per cui la ricchezza che ostenta la Lombardia non le appartiene per intero e dunque non ha motivo di considerare come legittimo il trattenere il 50% del residuo fiscale ( i famosi 27 miliardi su 54). Quella ricchezza è di tutto il Paese. Anche del sud.
Sabato a Roma Alternativa Popolare dovrà decidere. Ben sapendo che proprio l’esperienza siciliana dice che la partita si vince con il centro e non senza; e che i moderati sono in cerca di una casa politica. Per questo serve mantenere un’identità in cui i valori di un moderno cattolicesimo non possono precludere alcune fondamentali materie: la famiglia, la tutela e la creazione di lavoro, la tutela dell’impresa e della sua ricchezza.
Vi riporto le parole di Raffaele Cattaneo e di Angelo Capelli.
Cattaneo: “Battaglieremo dentro il partito”
“Sì faccia una sintesi ma senza pregiudizi dicendo: o si fa così o me ne vado”. Angelo Capelli
Devi fare login per commentare
Accedi