Alternativa Popolare e Pd: prove di dialogo

L’occasione è data da un convegno: “Politica come professione o politica per passione?”

Se ne dibatte alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano. Protagonisti Maurizio Lupi, deputato di Ap ed ex vicepresidente della Camera e Lorenzo Guerini, coordinatore nazionale del PD.  Un dialogo sulla politica e i suoi contenuti. “Deve dare speranza” dice Lupi citando Sant’Agostino, ” la politica deve avere la capacità  di individuare programmi condivisi” chiosa il vice presidente del PD.  Una convergenza interessante quella dei due protagonisti che cercano di eludere le domande di noi (pochi) giornalisti: curiosi più che altro di sapere se Ap e Pd andranno insieme alle prossime elezioni. A guardare e ad ascoltare Lupi, si direbbe ancora lontana questa prospettiva, ad ascoltare Guerini le distanze sembrano essere meno lontane. “Quale programma condiviso vogliamo proporre?” domanda Lupi sfuggendo alla mia domanda su quale sia un punto programmatico che potrebbe indurlo a dire sì ai Democratici. Guerini pone l’accento sulla necessità di valorizzare il lavoro fatto dal governo che – malgrado i fondamentali economici siano tutti saliti – offre all’opinione pubblica una percezione di sé troppo verticistica e personalistica – perché riferita all’uomo che incarna il Governo, cioè Matteo Renzi e per questo quindi paradossalmente invisa, malgrado i risultati. “E’la differenza tra un politica troppo individuale e troppo poco collettiva” dice rispondendo ad una domanda del relatore al tavolo del convegno. E lo dice anche a me che lo incalzo  sulla stessa questione. Emerge la complessità della comunicazione. E sullo sfondo il debordante ritratto di Matteo Renzi. Che qui non cita nessuno, ma è come se ci fosse.

Lupi: quale accordo programmatico con il PD?

Guerini: noi nel PSE perché  PPE troppo conservatore,  sta a noi costruire risposte e proposte politiche