Milano
A Milano la sinistra ricomincia a farsi del male
La notizia che Rifondazione Comunista ha deciso di abbandonare la coalizione a guida Pd, e di non partecipare alle primarie in vista delle Comunali di Milano, si potrebbe comprendere benissimo: come si fa a pensare che che chi ancora si proclama comunista possa mettere in piedi un’alleanza con un partito, quello Democratico, guidato da Matteo Renzi?
Dal 2011, le cose sono molto cambiate, ed è sempre più difficile immaginare che i partiti della “sinistra alternativa” accettino di unire le forze con il PD renziano, quello alleato con Alfano, quello che ha dato vita al Jobs Act e alla riforma della Scuola. Sembra quasi scontato che le cose vadano così.
Eppure, si tratta di un errore. Prima di tutto: a Milano il PD ha dimostrato di avere un’anima sua, che non sottostà ai diktat renziani e che non è appiattito sulle posizioni governative. Secondo: non ha senso che Rifondazione si lamenti che alle primarie ci siano solo candidati del Pd, è sufficiente armarsi di fogli per la raccolta firme e candidare qualche nome forte della sinistra alternativa. Lamentarsi che a oggi si siano candidati solo Majorino e Fiano è ridicolo, esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere lo spirito di una coalizione.
Secondo: ma davvero il modello che Rifondazione vuole seguire – stando a quanto scrive Repubblica Milano oggi – è quello di proporre “alle altre componenti dell’ala più radicale dell’alleanza (da Sel all’Altra Europa fino ai civatiani di Possibile) la creazione di una lista elettorale alternativa ai Democratici con un candidato forte da schierare”?
Il progetto di Rifondazione è quindi quello di riproporre per le Comunali di Milano lo stesso schema che ha dato vita, solo per citare gli ultimi, a Rivoluzione Civile e alla Lista Tsipras, ovvero due flop clamorosi che ancora bruciano?
Ma non sarebbe più semplice, semmai, che questi partiti della sinistra alternativa si mettessero d’accordo per trovare un candidato da proporre alle primarie? Vale forse la pena di ricordare che l’attuale sindaco, Pisapia, era il candidato di Sel, peraltro schierato contro un nome forte come quello di Stefano Boeri.
Perché presentarsi da soli (e andare incontro al milionesimo flop), quando si può partecipare alle primarie? Perché fare finta che Majorino non sia un nome che piace anche al mondo della sinistra alternativa?
Pisapia ha governato bene e, purtroppo, ha deciso di non ricandidarsi. La cosa peggiore che si può fare è sperperare questo patrimonio, spaccando la coalizione e resuscitando un centrodestra che, prima ancora che la campagna elettorale cominci, è sull’orlo del ko.
A vedere il comportamento di Rifondazione a Milano viene il sospetto che la sinistra radicale abbia sempre l’obiettivo di mostrarsi “la più pura tra i puri”; fare il bene della città è secondario.
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