Milano
A Milano, indecisi decisivi per la vittoria
Ancora un mese ci separa dal primo effettivo riscontro dei consensi “reali” per le forze in campo nell’arena milanese. Fino ad oggi la gran parte dei consensi “virtuali”, certificati dai sondaggi usciti in questi ultimi giorni, paiono dividersi equamente tra i due principali contendenti: Sala viene da quasi tutti indicato davanti a Parisi, ma con un margine così esiguo che il consueto errore di campionamento (stimabile intorno al 2-3% e presente in tutte le indagine demoscopiche), non permette di avere molte certezze sul risultato effettivo, se non quella che saranno proprio loro due a fronteggiarsi di nuovo 15 giorni dopo.
Certo, presentarsi al ballottaggio in pole position, anziché come inseguitore, fa una piccola differenza. E non soltanto in termini psicologici, che pure contano, ma anche negli accenti da utilizzare per mobilitare gli elettori “perdenti” del primo turno e, soprattutto, la vasta quota di indecisi, massicciamente presenti in tutti i sondaggi che vediamo circolare in rete e sulla carta stampata.
Saranno dunque loro, assieme ai 5 stelle, a decretare la vittoria o la sconfitta dei due candidati. Già, ma quanti sono e come sono fatti questi indecisi? Prima di tutto, è opportuno ricordare che alle scorse comunali, del 2011, non si recarono alle urne il 32% circa dei milanesi, in misura identica sia al primo che al secondo turno. Oggi i sondaggi ci indicano una quota di astensionisti intorno al 25%, con l’aggiunta di un ulteriore 20% che si dichiara indeciso.
Ovviamente, in questo gruppo di incerti sono presenti sia elettori che, alla fine, le urne le diserteranno sia coloro che arriveranno invece a scegliere un candidato. E sarà la loro scelta, più ancora di quella del ridotto numero dei pentastellati, che di fatto determinerà il vincitore finale. Chi sono dunque i milanesi che Sala e Parisi dovranno portare dalla loro parte per riuscire a diventare sindaco di Milano?
Prima di tutto, guardiamo alle loro caratteristiche socio-anagrafiche, che peraltro non si discostano molto dal tradizionale “mondo dell’indecisione”: più donne, più anziani, con titolo di studio medio-basso ed un limitato coinvolgimento nella politica. Ma già questo è comunque un dato importante, che sottolinea come la corsa agli indecisi non deve cercare di convincere, ad esempio, elettori schierati a sinistra e nostalgici di Pisapia, oppure elettori di destra un po’ confusi dai litigi sulle candidature romane.
No, gli incerti se recarsi o meno alle urne, e su quale sindaco votare, paiono distaccati dalle competizioni che hanno luogo nell’agone politico, che non li entusiasma troppo. E quindi le parole d’ordine da utilizzare non possono essere di questo tipo: sinistra o destra sono concetti poco appassionanti per loro. Occorre puntare più su temi legati alla città, alla risoluzione dei problemi cittadini. Tra tutti, quelli maggiormente sentiti dagli indecisi, oltre al consueto tema della viabilità (traffico, parcheggi, e così via) sono in particolare due: la scarsa attenzione per le periferie, da una parte, il degrado edilizio e le difficoltà abitative, dall’altra.
Per quanto riguarda il primo tema, sono molti quelli che esprimono certo una positiva valutazione sulla “rinascita” di Milano, con l’Expo, le tante iniziative culturali e ricreative, il nuovo volto della città, dalla Fiera a Garibaldi. Ma altrettanto urgente, per loro, appare la riqualificazione anche della aree meno visibili, quelle dove il controllo sociale è meno intenso, le zone che non vengono (quasi) considerate, se non al momento del voto, senza un’azione di effettivo e costante miglioramento.
Per certi versi agganciato a questo, il secondo tema più sentito riguarda le case, gli affitti troppo elevati e senza controllo, il peggioramento dello stato delle abitazioni, che in alcuni casi cadono a pezzi, senza manutenzione né ordinaria né straordinaria, oltre alla difficoltà di trovarle, queste case, se non emigrando oltre i confini comunali.
Sala e Parisi dovrebbero concentrarsi soprattutto su questi temi, se vogliono conquistare il voto di un elettorato che sarà numericamente decisivo, per la loro elezione a primo cittadino di Milano.
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* Pubblicato su “La Repubblica” del 7 maggio
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