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A Milano apre La Nena Eco-Social Bistrò

4 Giugno 2021

In via Calvi 3/a apre oggi ufficialmente La Nena Eco-Social Bistrò, un angolo di caribe nel centro di Milano, che di antillano ha sicuramente il rum ma non solo.

L’inaugurazione è avvenuta qualche giorno fa, il primo giugno, primo giorno in cui i locali potevano ospitare i clienti anche all’interno: un buon momento per nuove aperture, partenze e ripartenze.

All’interno di un edificio di edilizia popolare, a un passo da Piazza Cinque Giornate, il locale si sviluppa su due piani con una bella terrazza che dà sulla strada. Pareti sulle tonalità dell’azzurro e bancone in legno che rende riconoscibile la mano degli architetti Graziano Palamara e Alessandro Isastia che nel 2019 avevano seguito anche le aperture di Anarres Libreria-Bistrot e di PicoBrew. Molte piante, sedie e tavolini colorati, un’atmosfera estiva e tropicale.

La Nena era stata concepita nel febbraio 2020 da Valerio Ferrandi e Maddalena Arno. Lo spazio era stato ottenuto grazie al bando “Valori in gioco” del Comune di Milano con l’idea di farne un luogo di inclusione sociale attraverso la formazione e l’inserimento professionale di uomini e donne con fragilità.

A marzo dell’anno scorso però è arrivata la pandemia, la Nena è rimasta in stand by e tutte le energie si sono spostate sulle Brigate Volontarie per l’emergenza, un grande progetto di mutuo appoggio tuttora attivo in maniera capillare sull’intera città.

Martedì finalmente è arrivato il momento di un’inaugurazione partecipatissima, un pubblico giovane coinvolto anche grazie all’ampia comunità che si è costruita in un anno a partire dall’esperienza delle Brigate, che qualche giorno fa hanno organizzato una prima distribuzione di pacchi alimentari agli abitanti dell’immobile.

Al centro, quindi, c’è la volontà di promuovere scambio interculturale, di creare relazioni e di farlo partendo dall’ecologia e dunque dall’attenzione alla qualità e alla provenienza delle materie prime. Leonardo Grassini, che arriva alla Nena portandosi alle spalle ventitré anni di esperienza fra Italia, Spagna e Messico, cerca infatti di prediligere prodotti di stagione, “coltivati e pescati in armonia con l’ambiente, l’ecosistema, il ciclo riproduttivo”. La sfida del menù sarà quella di fondere sapori mediterranei e tropicali, fra cipolle caramellate e juca, ceviche mediterraneo con banane fritte, tacos e crema di anduja.

I cocktail – preparati dalla sapiente mano di Niccolò Caramiello, con baffi imponenti e camicia hawaiana – prediligono rum cubani, tequila e mezcal affiancati integrati con spezie tropicali, essenze di frutti e fiori e ricette segrete a base di croissant e radici afrodisiache, mentre la carta dei vini è selezionata da Enoteca Naturale.

Far convergere mondi culinari e ritmi musicali diversi è la base, per Valerio Ferrandi, per costruire “un centro culturale poliedrico che sappia dare voce alle istanze della città e che sia crocevia di mondi. L’idea è quella di dare vita ad uno spazio che possa diventare un centro di raccolta delle intelligenze ecologiste che si muovono in città e al tempo stesso generare un’effervescente comunità culturale che si riunisce intorno a cibo genuino e cocktail che fanno venire voglia di  sabbia bianca a e mare verde”.

 

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