Infrastrutture
A margine di una tragedia sfiorata: caro Comune, sulla mobilità andiamo male
Sabato mattina, mentre andava a scuola con il suo monopattino (e il casco, imposto a forza e per fortuna), mio figlio Tommaso, che sta bene, è stato tamponato da un’auto in viale Monza, all’altezza di Turro.
Fatemi dire tre cose:
– Nessuno, a partire da quel delinquente che l’ha tamponato (Audi berlina scura), si è fermato a soccorrerlo o a chiedergli se avesse bisogno di qualcosa, è finito a terra, si è rialzato da solo e il traffico ha ripreso a scorrere. Una comunità che non aiuta un ragazzo di 17 anni volato per strada alle 8 di mattina in una via molto trafficata è una comunità fallita.
– L’incidente è avvenuto sulla ciclabile di viale Monza, una striscia tirata per terra che viene rispettata quando conviene, tanto a Milano non ci sono più i vigili. I ghisa da quando li hanno promossi poliziotti sono spariti e tutte le infrazioni stradali che non siano il divieto di sosta, che è rilevato e sanzionato da ausiliari e ultimamente da un rilevatore laser che consente agli addetti di ATM di stare comodamente seduti in macchina, non sono rilevate e sanzionate. Si può tranquillamente sgasare a 70 all’ora e nessuno dice assolutamente nulla. Così, non solo si altera la funzione del codice della strada (da garanzia di mobilità sicura e ordinata a fonte di introiti per le esangui casse comunali), ma si crea il far west sulle strade. I ciclisti e co. sono da soli, protetti da moltissime parole e da qualche striscetta colorata (l’urbanistica tattica è la degenerazione hipster dell’urbanistica), non siamo a Copenhagen, dateci anche i ghisa.
– Bonus, perchè non c’entra con la dinamica dell’incidente: le strade di Milano fanno sempre più schifo. In un inverno secco e particolarmente mite si sono creati crateri che eruttano ghiaino, mentre il pavé è sempre più sconnesso. Che le buche siano democraticamente distribuite tra centro e periferia non aiuta. Si potrebbe sdrammatizzare con la battuta che stiamo diventando come la Capitale, ma anche questa cosa di buttare in caciara ogni cosa che non va tanto non cambia mai nulla ha stufato: tornino le strade decenti che abbiamo sempre avuto. Non so se c’entrino i camion dei millemila cantieri, abbiamo tra gli altri il Politecnico che certamente ci può aiutare, ma con queste strade anche al netto delle auto non si può circolare con mezzi diversi dall’auto, è troppo pericoloso.
Per fortuna non è successo l’ennesimo disastro, ma così chiaramente non funziona.
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