Londra
Uno spettro si aggira per la Gran Bretagna
Uno spettro si aggira per la Gran Bretagna. Si chiama Jeremy Corbyn, parlamentare laburista della circoscrizione Islington North e candidato favorito alle primarie del Labour. Forse vale la pena di parafrasare il celebre incipit de Il Manifesto di Marx per parlarne: contro di lui si sono scagliati tutti gli altri candidati e i vertici del partito. Le sue parole d’ordine anti-austerity, il supporto delle trade unions e la sua storica vicinanza ai movimenti sociali, infatti, prima lo hanno reso un candidato insolito per il partito laburista che, a partire dalla leadership di Blair negli anni 90’, ha assunto sempre più un profilo politico moderato nelle questioni sociali e filoamericano in politica estera. Poi, oltre a essere “insolito”, con la formalizzazione della sua candidatura alle primarie laburiste dopo la storica sconfitta elettorale di maggio e le conseguenti dimissioni del segretario Milliband, si è rivelato anche “pericoloso”. Dopo essersi assicurato all’ultimo minuto la soglia minima di 35 parlamentari, disposti a sostenere la sua candidatura, infatti, Corbyn ha rapidamente e facilmente conquistato il sostegno di tanti elettori mentre non si sono fermate le critiche del gruppo parlamentare e dell’establishment laburista. Spaventati dalla radicalità delle proposte di Corbyn, vari parlamentari si sono detti addirittura pronti a limitare le loro attività e a non seguire più le direttive del partite nelle Camere qualora il voto alle primarie lo premiasse come sembrano confermare tutte le rilevazioni. Secondo l’ultimo sondaggio YouGov, infatti, Corbyn si collocherebbe primo con il 53% delle preferenze, ben distante dagli sfidanti Andy Burnham (21%), Yvette Cooper (18%) e Liz Kendall (8%).
Per scongiurare questo esito, non ha esitato a intervenire anche Tony Blair, padre nobile del New Labour negli anni 90’. In un intervento, pubblicato sul Guardian e poi tradotto e riportato su pagina intera dal Corriere della Sera di oggi, il vecchio leader laburista ha usato parole forti (“il partito […] si trova in pericolo mortale […] si dirige a braccia protese verso l’abisso) contro il parlamentare di Islington North, invitando tutti, “di sinistra o di destra”, a fare il possibile per fermarlo.Una vera e propria caccia alle streghe, insomma. Oggi si aprono le primarie e gli iscritti, arrivati a 600.000 dai 200.000 di inizio maggio, scatenando ondate di polemiche, cominceranno a ricevere le schede su cui potranno scrivere in ordine di preferenza i nomi dei candidati. Tra un mese, il 12 settembre, i risultati delle votazioni saranno comunicati in una conferenza piena di incognite.
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