Londra
Prove di prossimo futuro (saudita) a Londra
I SOVRANISTI INGLESI HANNO TROVATO IL MODO DI SCARICARE IL BARILE DI RESPONSABILITA’ CHE GRAVA SULLE LORO SPALLE A CAUSA DELLA BREXIT
L’ex ministro inglese Boris Johnson, che fu un sindaco di Londra estremamente discusso, e poi fu tra i paladini della Brexit, ha lanciato, insieme a Dave Davies, anche lui ex ministro, una campagna contro il Primo Ministro Theresa May, accusata di essere troppo tenera nelle trattative con l’Unione Europea. Si tratta di un colpo di teatro di un certo effetto, visto che la Signora May, che oggi è contro la Brexit, dopo averne visti gli effetti, sta semplicemente seguendo la strada ferrata imposta dagli accordi sottoscritti dal Regno Unito al momento di entrare nell’Unione. May, insomma, fa ciò che è necessario ed è legalmente possibile.
Questo sta provocando una pericolosissima bolla speculativa in Gran Bretagna: ufficialmente alcuni dati macroeconomici indicano crescita, ma si tratta di cifre illusorie, basate sulla movimentazione di strumenti derivati che, come abbiamo imparato anche sulla nostra pelle, prima o poi scoppiano in mano a coloro che se li sono coccolati troppo. In realtà il Regno Unito è sull’orlo di una recessione e di conflitti difficili da sanare, perché perderà contratti commerciali per almeno 70 miliardi (e quindi migliaia di posti di lavoro), verrà lasciata da diverse multinazionali, si troverà con un problema di frontiere con la Scozia, ma soprattutto di una rianimata questione irlandese, proprio quando Belfast mostrava finalmente di aver imboccato la via della guarigione dopo i decenni di guerra civile e religiosa.La contrazione del mercato è già in atto, anche se viene ancora assorbita dagli accantonamenti degli anni precedenti, ma nel settore dei servizi economici (big four + agenzie di controllo e recupero crediti + business intelligence), dal referendum sulla Brexit ad oggi c’è stata una contrazione del 36,82%. Una strage.
Essendo sul punto di perdere il capitale europeo, Londra investe sui Sauditi, anche perché Americani, Russi e Cinesi non hanno bisogno di una piccola nazione ai limiti estremi della carta geografica e con un welfare gravemente polarizzato (lo 0,34% della popolazione possiede il 95% del patrimonio, percentuale tre volte peggio di quella italiana, francese o tedesca) per gestire i propri capitali sul mercato globale. Per inseguire i Sauditi, molti parlamentari del partito di Boris Johnson (nella foto in seno all’articolo), come l’influente Damian Collins (nella foto del titolo), sono sul libro paga della Corona Wahabita per ottenere, a qualunque prezzo, la cancellazione della Coppa del Mondo di calcio in Qatar nel 2022. Una campagna giustificabile, visto che il parlamentare in questione è presidente della commissione parlamentare sullo sport. Collins ha una moglie che ha aperto una società di lobbying, la Noble Purpose Ltd., che in realtà appartiene ad un parente della famiglia saudita che, un anno fa, aveva messo insieme 1280 manager inglesi delle cento più grandi aziende attive a Londra. Costoro, con un manifesto pubblicato su tutti i maggiori quotidiani nazionali, hanno chiesto di rivotare per rovesciare il risultato della Brexit. Un colpo al cerchio, uno alla botte. In cambio, la famiglia saudita finanzia la campagna elettorale di Collins ed una serie di scatole cinesi che, in superficie, hanno l’apparenza di una ONG che si batte per la trasparenza nello sport, ma in realtà pompa denaro nelle casse dell’ala sovranista del Partito Conservatore. Contestualmente, Collins ed i suoi colleghi di partito si battono per confermare l’embargo contro il Qatar (reo di ribellarsi ai sauditi) e per far spostare i Mondiali di Calcio del 2022 da Doha a Londra.
A sua volta, Collins è un conclamato campione di “scilipoting”. Questo signore, che aveva come clienti alcune agenzie statali del Qatar, oggi ha cambiato partito, usando documenti e strategie che lui stesso aveva organizzato per poter oggi rovesciare la situazione. Tanto per dire che il conflitto di interessi non l’abbiamo inventato noi italiani. La cinica operazione di Johnson e compagni è chiara, lineare, comprensibile: mandano Theresa May a sbattere sul disastro della Brexit, che proprio loro hanno causato, e poi porteranno il Paese alle elezioni millantando che sarebbe stato possibile uscire dalla UE da vincitori, e non da vinti, come sta accadendo. Si tratta della stessa strada che, probabilmente, sceglieranno Andrej Babis a Praga e Matteo Salvini in Italia. Una operazione di un cinismo disgustoso, e destinata (probabilmente) al successo, visto che una debolissima Unione Europea è abbandonata in mano a Jean-Claude Juncker e la sua combriccola di pirati e tagliagole, in una crisi mai vista prima, visto che persino Angela Merkel, che è forse uno degli ultimi paladini di un’idea di Unione diversa dalla pagliacciata delle normative estetiche sui prodotti agricoli, è troppo debole per chiedere ed ottenere la cacciata del Partito antidemocratico di Viktor Orban dal gruppo dei popolari a Bruxelles – un gruppo col quale i neofasciosti ungheresi davvero bon hanno nulla a che spartire.
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