Londra
Noi, liberali d’Inghilterra, non possiamo arrenderci al trionfo dei nazionalismi
Per i liberali in Gran Bretagna queste elezioni sono state un vero terremoto: in una giornata, abbiamo perso 45 deputati ed un elevato numero di consiglieri locali. Immediatamente sono giunte le dimissioni del leader del partito, Nick Clegg, con una lettera che ha lasciato pochi occhi asciutti, e non mi vergogno a dire che ho chiuso la porta dell’ufficio ed ho pianto per un’ora!
Cosa rappresentano queste elezioni per noi, i liberali? C’e’, naturalmente, la parte umana, privata: questi deputati, questi consiglieri, tutti quelli che lavoravano per loro, dagli assistenti ai volontari, sono amici fraterni, sorelle di tante battaglie, compagni di volantini e porta a porta, riunioni e birra al pub. E tutto quello per cui si e’ lavorato e’ scomparso in una notte. Ma lo shock, la tristezza, la delusione, sono gia’ superati, un giorno e’ sufficiente per farsene una ragione! Quello che resta e’ la preoccupazione per un paese che sembra aver perso la sua vocazione alla societa’ aperta, la sua capacita’ di vedere al di la’ dei propri confini. La vittoria dei Tory e dei nazionalisti scozzesi indica paura, paura di chi, e cosa, e’ diverso, nuovo, non familiare. E questo si riflette in un atteggiamento spavaldo, di apparente sfida: noi siamo i meglio, non abbiamo bisogno di voi e non vi dobbiamo nulla. Il nuovo governo, senza l’influenza mitigatrice dei liberali, potra’ attuare quelle politiche di tagli al welfare ed alle politiche “verdi”, privatizzazione del sistema sanitario e scolastico, e generale restrizione dei diritti civili che non e’ riuscito a fare nei 5 anni precedenti, ed il tutto verra’ presentato come una difesa dei valori tradizionali e delle liberta’ britanniche.
Ma c’e’ chi non si arrende, ed i liberali sono fra questi. La nostra vera forza sta nei nostri membri, negli attivisti, che giorno dopo giorno costruiscono un partito che nasce, e cresce, sempre dal basso. Gia’ si vedono sui social media i messaggi di liberali in tutto il paese che iniziano a programmare il futuro. La prossima sfida e’ vicina, il referendum sulla permanenza del Regno Unito nella Unione Europea. Se l’Inghilterra votasse contro la permanenza nell’EU, e la Scozia, il Galles, Gibilterra e magari l’Irlanda del nord votassero a favore, cosa succedera’ del Regno Unito? Resisterebbe l’Inghilterra alla tentazione di imporre la propria volontà a queste nazioni? Sono riflessioni che fanno paura, c’è il rischio che una volta fatto uscire il nazionalismo dal vaso di Pandora, poi questo non voglia rientrarci più. Personalmente ho iniziato il processo di richiesta della cittadinanza britannica, cosa che non ho fatto in 28 anni di residenza. L’ho fatto perche’ voglio votare nel referendum, ma soprattutto perche’ voglio testimoniare la mia fiducia ed il mio affetto per il popolo britannico.
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