Londra
Addio a Mary Quant colei che con la minigonna ha “svestito” le donne
La Swinging London perde la stilista più anticonformista, spentasi all’età di 93 anni. Suo il simbolo della moda più trasgressiva dagli anni ’70 in poi
Mary Quant, la stilista britannica che creò la minigonna, è morta all’età di 93 anni, lasciando una eredità difficile da eguagliare per le future generazioni. A partire dagli anni ‘ 70, le donne, grazie alle sue creazioni, iniziarono a svestirsi in libertà, mostrando in modo convinto le gambe. Un simbolo, la minigonna, strettamente connesso con la voglia di sprigionare la propria femminilità, rompendo stereotipi e tabù, inneggiando di fatto, ad una trasgressione attestatasi, da quel momento in avanti, in ogni sede,da parte dell’universo rosa.
Fu la stessa regina Elisabetta II, nel 1966, ad insignire Mary Quant del titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e, più tardi, nel 2014, di Dama Comandante dell’Impero Britannico, per meriti riconosciuti nell’ambito della moda britannica.
La stilista iconica dello scorso secolo, si è spenta serenamente a 93 anni, nella sua abitazione nel Surrey, regione del Regno Unito.
Nata l’11 febbraio del 1930 a Blackheath, da genitori docenti universitari di origine gallese, fuggì a Londra a soli 16 anni, per sottrarsi ad una educazione troppo bigotta per il suo temperamento fuori dagli schemi e poco incline alle restrizioni. Nella capitale, patria di mille tendenze, il piglio della sua esistenza, divenne bohemien, in compagnia del suo grande amore Alexander Plunket Greene, nipote del filosofo Bertrand Russell, con il quale convolò a giuste nozze nel 1957. Da questa unione, nacque un figlio.
Pioniera delle grandi rivoluzioni estetiche, nel 1955 inaugurò una boutique a King’s Road, aprendo le danze per tutto ciò che avrebbe riguardato dagli anni 60 in poi, la Swinging London.
La minigonna, nacque proprio tra le mura di quello showroom, quando Mary Quant, iniziò a sperimentare il taglio netto degli orli, indossando per prima, una gonna più corta del ginocchio di un palmo di mano con sotto un paio di stivali da amazzone.
Sebbene, l’artista britannica sarà ricordata per sempre come l’ideatrice delle gonne mini, la sua carriera nel campo delle creazioni, proseguì felicemente, sfornando altri pezzi forti del guardaroba femminile, tra cui l’abito a sacco, i pantaloni e le calze colorate in tinte sgargianti e, dulcis in fundo: gli shorts, vera grande e radicale trasformazione dei pantaloni.
Ancora, in tema di tendenze, divenne un cult dell’ hair fashion, il taglio dei capelli a caschetto, da lei lanciato, in collaborazione con il suo parrucchiere ed amico Vidal Sassoon.
In una intervista rilasciata anni dopo, Mary Quant, riassumerà il suo modo vigoroso ed innovativo di fare moda, definendolo una impellenza di cambiamento difficile da ignorare: “Non avevo tempo di aspettare la liberazione delle donne“. Per tale ragione, si fece testimonial della loro sete di emancipazione, esordendo con l’ urgenza di “svestirle” per differenziarle dalle generazioni precedenti di cui facevano parte le loro madri e le loro nonne, che avevano vissuto il loro corpo più come una frustrazione che come una benedizione.
Insomma, con la morte della stilista Mary Quant, si chiude un cerchio di ammodernamento del costume sociale delle donne, partito oltre mezzo secolo addietro, che ha avuto come trampolino di lancio, la lotta ai pregiudizi, per acquisire consapevolezza delle proprie fattezze, mostrandole in leggerezza, vivendo una dimensione interiore ed esteriore votata alla libertà di essere ciò che si è.
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