Genova
In Spagna, Germania e a Genova esperimenti di mobilità sostenibile e inclusiva
In questi giorni ondate di calore, siccità e crolli di ghiacciai rendono più concrete per tutti le conseguenze già in atto del cambiamento climatico.
In questi stessi giorni, la guerra in Ucraina prosegue e continua a spostare esigenze e priorità rispetto alla transizione energetica: così in Europa si decide di regalare al gas fossile il bollino di investimento green, o di permettere a Eni nuove trivellazioni. Per fortuna sono giorni accompagnati anche da qualche buona notizia, con lo stop alle auto a diesel e benzina a partire dal 2035 e la scelta di alzare dal 9 al 13 e ora addirittura al 14,5% l’obiettivo generale dell’energy efficiency indicato dalla Commissione europea nel piano REPowerEU.
Ma l’estate è anche un buon momento per fermarsi e pensare un po’ al futuro e fare progetti.
Questi sono forse i giorni giusti, quindi, per provare a immaginare come le nostre abitudini e le nostre città si dovranno trasformare di qui ai prossimi anni, e la mobilità è uno dei punti chiave da cui cominciare. Come ci muoveremo? Soprattutto biciclette, treni, pochi aerei. Sarebbe bello che gli aerei costassero molto di più e l’alta velocità molto, molto meno. Sarebbe bello non dover possedere una macchina, ma poterla usare quando serve, anche per caricarla al massimo e arrivare da Milano a qualche paesino della Calabria e poterla lasciare lì: una sorta di immenso car-sharing nazionale. E Bike-sharing nazionale. Ma anche moto-sharing nazionale, che a volte i motorini servono. Insomma, per cominciare, vanno bene le auto elettriche ma il futuro che possiamo provare a immaginare ha soprattutto molte menomacchine: sia per non dover dipendere a livello geopolitico dal gas non solo russo, sia per limitare l’utilizzo di qualsiasi tipo di energia (anche il litio ha un costo ambientale molto alto). Quindi molto sharing e soprattutto moltissima mobilità pubblica: treni regionali per chi deve andare ogni giorno a lavorare in una città vicina, autobus e metropolitane efficienti e tutto ciò a prezzi ridotti.
Mentre noi immaginiamo ad alta voce, qualcuno sta già cominciando a darsi da fare.
In Europa
Proprio della scorsa settimana è la notizia che dal primo settembre al 31 dicembre 2022 in Spagna i biglietti per le tratte ferroviarie locali e a media percorrenza saranno gratuiti e per quel periodo gli abbonamenti saranno rimborsati al 100%. Il trasporto pubblico nelle singole città vedrà invece l’applicazione di uno sconto dal 30 al 60%.
È una misura annunciata dal partito socialista del premier Pedro Sanchez durante il dibattito sullo Stato della Nazione che si è tenuto al Parlamento il 12 luglio e mira allo stesso tempo a proteggere lavoratori e famiglie dal peso dell’inflazione e dall’aumento del carburante ma anche a cambiare le abitudini delle persone riducendo i consumi. Un esperimento di tre mesi su un intero paese che potrà essere sicuramente d’ispirazione.
Il Lussemburgo ha reso definitivamente gratuito l’intero trasporto pubblico già dal 2020 ma si tratta di uno stato molto più piccolo e meno popoloso: quello della Spagna è un esempio a cui potranno rifarsi in molti.
In ogni caso, il Lussemburgo è già stato seguito da Malta che ha annunciato la misura nel 2021 e dal primo ottobre 2022 entrerà in vigore.
In Germania invece la proposta del governo Scholz per affrontare il caro carburante di quest’estate e ridurre i consumi è stata portare i prezzi degli abbonamenti mensili per tutti i mezzi pubblici (sia trasporto pubblico locale come tram, autobus e metropolitana che traghetti e treni regionali) a 9 euro. Una misura che ha portato a vendere dall’inizio di giugno più di 21 milioni di abbonamenti. Secondo studi congiunti di diverse agenzie tedesche, i risultati sul decongestionamento del traffico sono molto concreti. Non solo: l’ampia richiesta ha portato le ferrovie statali ad aumentare le corse dei treni.
Qualcosa accade anche in Italia
Nel comune di Livigno i mezzi pubblici sono sempre stati gratuiti: il Capitolato che li gestisce dal 2011 ha istituito due linee attive tutto l’anno, rivolte soprattutto ai residenti, e altre 3 linee d’inverno per evitare che i turisti debbano prendere la macchina. Ma per venire incontro ai lavoratori, recentemente sono state aggiunte delle corse extra urbane: “Circa 2000 persone vengono ogni giorno a lavorare a Livigno dai comuni limitrofi. A fronte del problema del carburante, insieme all’Agenzia per il trasporto pubblico della provincia di Sondrio abbiamo istituito tratte extra rubane con corse al mattino e alla sera. Sono a pagamento ma è molto più conveniente che prendere la macchina tutti i giorni” racconta Thomas Cantoni, vicesindaco di Livigno con competenza nei settori della viabilità e dei trasporti.
Il caso più interessante è Genova, dove già da novembre è in corso un esperimento in linea con quelli di Spagna e Germania: gli impianti verticali (ascensori, cremagliera, funicolari) sono stati resi completamente gratuiti mentre si è scelto di rendere gratuita la metropolitana nelle fasce orarie di morbida: dalle 10 alle 16 e dalle 20 alle 22. In questo modo, oltre a ridurre la circolazione di automobili e spingere un numero sempre maggiore di cittadini a usare i mezzi pubblici (con aumento del 30% per i mezzi verticali e del 20% della metropolitana), si è riusciti anche a spostare in parte le abitudini di chi già prendeva i mezzi, in modo da distribuire meglio l’afflusso di passeggeri ed evitare momenti di sovraffollamento nelle ore di punta.
“L’obiettivo in prospettiva è quello di arrivare a un trasporto pubblico gratuito più ampio. Naturalmente occorre individuare quelle che possono essere le fonti di finanziamento: un terzo del trasporto pubblico a Genova si basa sulla bigliettazione. Abbiamo allo studio diverse ipotesi. Quando si parla di gratuità in realtà si parla quasi sempre di biglietto invisibile: una delle possibilità infatti è il pagamento da parte di ogni cittadino di un importo che comprende una serie di servizi, dai parcheggi ai mezzi pubblici, anche via mare. I turisti o chi è di passaggio in città potrebbero pagare per esempio 7,20euro invece di 7 euro al casello autostradale e in quella cifra sarebbero compresi il parcheggio e i mezzi pubblici. Già ora ci sono due parcheggi d’interscambio all’uscita dei caselli di Genova Est e Ovest gratuiti per chi ha in mano il biglietto di un mezzo pubblico. Un’alternativa è che il Comune metta una parte di quel terzo ma sarà più difficile” racconta l’assessore Matteo Campora.
Intanto, Genova sta lavorando affinché entro il 2025 la flotta di mezzi pubblici sia interamente elettrica: “I costi a quel punto saranno sicuramente minori rispetto a quelli per i mezzi a gasolio, ma bisognerà vedere quanto cambieranno effettivamente” spiega l’assessore.
Sono stati stanziati un miliardo e trecento milioni per un progetto su quattro assi e 96 km di trasporto pubblico. Fra le innovazioni ci saranno gli autobus In-Motion-Charging, autobus elettrici con batteria di trazione che si ricarica ogni tot fermate collegandosi brevemente a una rete elettrica. In questo modo possono viaggiare a lungo anche senza essere collegati alle linee aeree. C’è in progetto anche il prolungamento della metropolitana attraverso lo SkyMetro, una sopraelevata che arriva fino a 6 km nell’interno della valle.
Ci sarà inoltre un’intensificazione del trasporto pubblico su acqua, con battelli che uniscono ponente a levante, e una ferrovia di 50 km che collega Genova all’entroterra – in particolare alla zona di Busalla – rivolta sia ai turisti che agli abitanti: “Raggiunge paesi molto piccoli, di poche centinaia di abitanti, è un unicum” racconta Campora. “Bisogna fare in modo che la gente si possa muovere sui mezzi, che quindi avranno a disposizione più corsie. Stiamo pensando anche a una riqualificazione urbanistica delle zone attraversate”. Per finire, il 5 agosto verrà inaugurata in Corso Italia una ciclabile lunga 3 Km che unirà Fiera e Boccadasse.
Milano invece più che sull’inclusività si concentra sul rendere più efficiente possibile l’offerta dei mezzi. “Per quanto riguarda gli abbonamenti, stiamo studiando per capire come e se sono cambiate le esigenze e le abitudini dei passeggeri e se, eventualmente, sia necessario ripensare gli sconti mettendoli non più in relazione all’età o al numero di componenti del nucleo famigliare ma al reddito Isee di ognuno. Per il resto credo che i più grandi incentivi a usare i mezzi pubblici siano efficacia, efficienza e affidabilità” racconta l’assessora Arianna Censi.
E per diminuire sensibilmente il traffico che viene da fuori, vale lo stesso principio: “Ci stiamo lavorando ma il sistema delle ferrovie suburbane è gestito da Trenord, che dovrà applicarsi con determinazione per dare qualità e affidabilità al servizio”.
Per grossi cambiamenti servono soprattutto fondi statali, che agiscano sulle linee ferroviarie in modo che chi abita fuori città possa evitare i mezzi su gomma. E infatti è su questo aspetto che si sono concentrate Spagna e Germania.
Sperando che questi due paesi siano di esempio e che i loro esperimenti abbiano successo, possiamo continuare a immaginare come vorremmo che si trasformassero le nostre città e le nostre vite quotidiane nei prossimi anni. Più avremo chiare le idee più sapremo in che direzione spingere le amministrazioni pubbliche.
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