Bruxelles
UE: la scelta di un price cap dinamico per il gas
Nella Bozza del documento in discussione tra i vertici della Commissione Europea che sarà pubblicato martedì, ci si starebbe orientando verso un indice più elastico rispetto a quello attuale
A Bruxelles, tra i vertici degli Stati Membri facenti parte dell’Unione Europea, si continua a discutere dei possibili percorsi comuni da intraprendere per arginare la crisi energetica, fissando un indice di prezzo massimo al gas proveniente dalla Russia (il cosiddetto price cap), in modo tale da impedire a Putin di ricavare guadagni astronomici attraverso le speculazioni continue.
L’attesa, in particolare, riguarda la bozza del documento al vaglio della Commissione Europea che sarà pubblicata martedì, in cui si starebbe optando per un price cap dinamico, cioè un massimale di prezzo, al quale tutti i Paesi della UE dovrebbero attenersi nell’acquisto del gas proveniente dall’oleodotto russo.
L’indicazione sarebbe di fissare un tetto massimo che superi i costi di produzione, ma che sia inferiore alle cifre esorbitanti che circolano in questo momento, per non recidere completamente il rapporto di compravendita tra Russia ed Europa.
La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, scrive :”Puntiamo ad abbassare i costi del gas. Pertanto, proporremo un limite di prezzo per il gas russo. Naturalmente, l’obiettivo qui è molto chiaro […]: dobbiamo tagliare le entrate della Russia, che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina. E ora il nostro lavoro degli ultimi mesi ripaga davvero. Perché, all’inizio della guerra, se si guarda al gas importato, il 40% di esso era gas russo, da molto tempo. Oggi siamo scesi solo al 9%”.
Laddove questa alternativa si rivelasse efficace, potrebbero registrarsi significative riduzioni contenute nelle bollette o, quantomeno, porre un freno temporaneo al caro matto, prima dell’approssimarsi dell’inverno e del suo aumentato fabbisogno di energia.
Sulla reazione della Russia, appare assai probabile che, quest’ultima, rivolga le esportazioni di gas verso altri mercati, con acquirenti più redditizi. Inoltre, la Commissione Europea starebbe lavorando all’adozione di ulteriori provvedimenti, come proporre un limite obbligatorio da non trasgredire circa il risparmio di energia elettrica nelle ore in cui il consumo è maggiore, demandando ad ogni Paese, la scelta della fascia oraria più comoda alle esigenze nazionali.
In buona sostanza, Il progetto che la Commissione Europea starebbe mettendo a punto, contemplerebbe un nuovo indice al prezzo del gas da far entrare in vigore entro la fine di quest’anno, in modo tale da coincidere con la stagione dello stoccaggio per l’inizio del 2023. Mentre, circa la questione di porre un tetto di prezzo massimo al carburante utilizzato per produrre energia elettrica, considerate le pressioni continue di alcuni Paesi membri UE, la Commissione per ora non sembra voler aprire il discorso.
I rischi connessi alle misure contenute nella bozza del documento in oggetto, esistono, e non sono trascurabili.
A riguardo, si starebbero studiando anche quali interventi compiere per rimpinguare la liquidità richiesta dai mercati dell’energia, in compensazione alle controparti di natura non finanziaria, per un valore di 4 miliardi di euro, implementando tutte le attività atte a rappresentare una solida garanzia per l’intera operazione.
Ecco perché, si vorrebbe cercare di intensificare ed ammorbidire la rete di rapporti con fornitori di gas alternativi, puntando al potenziamento della piattaforma di acquisto congiunto della UE, per portare a termine approvvigionamenti di gas in modo coordinato. Il provvedimento della Commissione, mirerebbe ad obbligare gli Stati membri all’acquisto di gas, congiuntamente, che rappresenti almeno il 15% del loro stoccaggio e permettere in questo modo, alle aziende, di creare un consorzio europeo.
Diviene scontato rimarcare che, le fonti di approvvigionamento della Russia, sarebbero escluse dal consorzio della UE.
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