Bruxelles
Non c’è modo di impedire gli attentati ai trasporti
A Bruxelles il terrorismo islamico ha colpito sia l’aeroporto che la metropolitana, quindi possiamo evitare discussioni oziose sulla sicurezza a Zaventem e in generale negli aeroporti. I nostri sistemi sono tarati per rispondere all’ondata di dirottamenti palestinesi degli anni ’70 e integrati con la lezione dell’undici settembre 2001, quando da terroristi “normali” si passò a terroristi suicidi. Sicurezza è evitare che un terrorista prenda il controllo dell’aereo o lo faccia esplodere. La porta blindata della cabina di pilotaggio, eredità degli attentati delle Twin Towers, ha a sua volta permesso al pilota suicida di Germanwings di portare alla morte sia i passeggeri che i colleghi. Il rapporto finale, appena uscito, porterà all’abolizione della privacy totale che in Germania proteggeva la salute dei piloti, come ha già imposto la presenza di una seconda persona nella cabina di pilotaggio, quando uno dei piloti si deve assentare.
Purtroppo la sicurezza aerea è figlia delle morti precedenti, ma dalla tragedia di Bruxelles c’è poco da imparare. L’attentato nell’area “aperta” di un aeroporto, quella prima dei controlli di sicurezza, non è purtroppo una novità e proprio a Fiumicino nel 1985 un commando palestinese, inviato da Abu Nidal, aprì il fuoco con i mitra, uccidendo dieci persone.
In alcuni aeroporti del mondo, ad esempio a Tel Aviv, si fanno controlli di sicurezza già all’ingresso, ma nulla può impedire che un kamikaze si faccia saltare in aria lì. Se un attentato in aeroporto gioca con l’istintiva paura del volo e può portare ad un inasprimento dei controlli di sicurezza, che allungherebbe i tempi ma non risolverebbe nulla, è chiaro che un attentato in metropolitana o su un treno di pendolari non può in alcun modo essere prevenuto, perché è impossibile controllare fiumane di passeggeri in tempi compatibili con i loro viaggi. La strage della stazione di Madrid del 2004, che costò 191 vittime, non ha potuto portare all’instaurazione di un sistema di sicurezza per i treni locali, l’attentato odierno alla metropolitana di Bruxelles non porterà a nulla per la sicurezza delle metropolitane. Sicuramente molti da domani preferiranno un mezzo di trasporto privato e la congestione delle nostre città aumenterà, vanificando i colossali investimenti fatti.
Sia chiaro, non c’è modo di ottenere la sicurezza assoluta dei mezzi di trasporto di massa e chi volesse sentirsi assolutamente sicuro dovrebbe andare a vivere nella solitudine dei bucolici pascoli di Heidi. Il trasporto di massa è l’indispensabile sistema circolatorio delle nostre città, lo sanno bene i terroristi che lo prendono di mira, ma che hanno a disposizione qualsiasi luogo dove siano presenti masse di persone, dallo Stade de France al Bataclan.
Gli attentati sono un sintomo, non sono la malattia, che è il terrorismo islamico e la sicurezza tornerà solo quando l’Islam non genererà più pecore nere impazzite che odiano la nostra società aperta.
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