Bologna
Salvini e i rom che non sono rom
Abbiamo tutti preso posizione. Chi ha denigrato la campagna elettorale sulla pelle degli altri di Matteo Salvini. Chi ha accusato generici “militanti dei centri sociali” di aver fatto il gioco del segretario leghista. I più bravi della classe ci hanno spiegato, per bene, che l’errore dei militanti dell’estrema sinistra è stato di ben lunga il più grave (peggiorato poi da uno stupido ed ingiustificabile pestaggio ai danni di un giornalista del Resto del Carlino). Ecco, dopo tutto questo e i fiumi di indignazione sulle social-bacheche, le luci attorno al campo nomadi si spegneranno come sempre. Ci dimenticheremo nuovamente del rapporto che, ci piaccia o no, lega la comunità maggioritaria (i non nomadi) a quella minoranza di cittadini che chiamiamo genericamente nomadi. Dimenticheremo di vivere assieme, con molte fatiche da centinaia di anni. Continueremo a non chiederci se i campi sosta sono la modalità di vita scelta o subita dalle comunità nomadi del nostro paese. Continueremo a non affrontare i limiti del nostro convivere. Li dimenticheremo la, nei campi sosta, giusto solo per andarli a cercare nelle pagine della cronaca di qualche quotidiano locale. Continueremo a chiamarli genericamente Rom, perchè con il tempo abbiamo imparato che forse la parola zingaro si è caricata nel corso della storia di senso negativo. Continuerà a non fregarcene nulla dei Sinti di via Erbosa, così come dei Rom provenienti dall’est europa che vivono nelle periferie delle grandi città o dell’antica comunità di Rom abruzzesi e dei Camminanti siciliani. Continueremo a voler rimandare al loro paese i sinti, che tra difficoltà errori e torti, fatti e subiti, sono italiani da almeno 500 anni.
Continueremo a non volerci fare domande, vere e aperte, su cosa e chi sono oggi le comunità nomadi nel nostro paese. Qualcuno continuerà a farci campagne politiche grette, banali e violente. Sia per attaccarli, che per difenderli. Ritroveremo nuovamente i Salvini ed i “Ragazzi dei Centri Sociali” davanti ai cancelli delle via Erbosa d’Italia. Ci saranno ancora solo loro, perchè tutti gli altri continueranno a non farsi domande. A non voler vedere, a non voler pensare. A far finta di niente, perchè cercare una nuova modalità di convivenza costa fatica ed è più semplice mettere uno status indignato sul social di turno.
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