Bologna
Attraversare un naufragio e contemplare il resto
Bologna. Ogni muscolo deve vibrare di storia. Ogni gesto deve raccontare una storia, riattraversarla almeno come emozione. Le storie, raccontate così, si susseguono e intrecciano. Sono storie diverse, nascono da persone diverse e contengono mondi, tempi, culture e vissuti diversi. Che cosa le accomuna? Che cosa può consentire di costruire con questi materiali uno spettacolo concettualmente solido e sufficientemente unitario? Forse la percezione che l’approdo finale, per molte persone provenienti dai tanti sud del mondo (ad esempio gli emigranti che in migliaia raggiungono quotidianamente le nostre coste o, nel passato, i milioni di schiavi provenienti da varie popolazioni africane sequestrati e portati a forza nelle Americhe), sia oggi, e sia stato ieri, sostanzialmente un doloroso essersi salvati da un tremendo naufragio. Un naufragio di umanità distrutta: corpi, vite, storie, lingue, linguaggi artistici, spiritualità, culture. E quel che resta va riconosciuto nel nostro essere più autentico e profondo, va contemplato, capito, talvolta perdonato, va guarito e condiviso e va amato, amato anche nel suo portato metaforico e sapienziale. Potrebbe esser questa, seppur con qualche necessaria approssimazione e semplificazione, un’immagine sintetica capace di dar ragione di “El resto del naufragio” la coreografia dello spagnolo Roberto Olivan che si è vista sabato 7 settembre 2024 a Bologna nel Cortile dell’Istituto Parri e nel contesto della XXVIII edizione del Festival “Danza Urbana”. In scena, a danzare, c’è la giovanissima e talentuosa cubana Chamely de la Caridad Hernández Baquet e con lei, per un breve inserto, lo stesso Olivan. Le musiche sono suonate dal vivo dal percussionista, compositore e ricercatore pugliese Pino Basile. Con questi suoi versi poetici, detti in scena con semplicità e meravigliosa urgenza, Chamely Hermandes prova a spiegarsi «Siamo in ritardo, o sono arrivato in tempo… / Le voci, che non cessano… / La mente, che ripete… / E io… FERMA. / È che ho una scintilla contenuta, e un cuore che si sta ammorbidendo. / E la vita con le sue follie che mi ha messo qui, dopo avermi buttata e raccolta tante volte… / Vita, come vuoi che ti viva? / VITA, COME VUOI CHE TI VIVA? / Fredda e diffidente? / Sicura ma con sentimento? / Da un estremo all’altro, per trovare l’equilibrio. Per quale motivo? / Per scoprire cosa c’è oltre, quando la musica si ferma e quando lo spettacolo è finito. / Per essere presenti e sentire…» (trad. dallo spagnolo di L. Apicella). Ogni gesto, come si è detto, è una storia: la matrice culturale africana e quindi cubana, chiaramente contenuta nella partitura coreografica, sembra squadernarsi nella sua più feconda e corporea pluralità e confrontarsi e dialogare con altri ritmi e altre tradizioni di danza del mondo. Basile, dal canto suo, non manca di attraversare la ricchezza dei ritmi della tradizione sonora del Sud Italia. Un dialogo che, a un certo punto, si intensifica emotivamente, si concretizza nel “passo a due” realizzato con Olivan e raggiunge infine il culmine quando il pubblico guidato, sollecitato e accolto, interviene in scena e sembra abbracciare con naturalezza e intima tenerezza la danzatrice. E, a pensarci bene, il senso profondo di questo abbraccio non può che essere politico. Non è difficile intuire come tutto questo possa dar luogo a uno spettacolo intenso e affascinante. Eppure c’è un aspetto meno visibile che val la pena di mettere in luce ed è la disciplina del gesto e dello sguardo di Hermandes e la sua sapiente padronanza dello stare in scena: un aspetto ancora più notevole se si pensa che si tratta di una artista diciannovenne e che lo spettacolo si presenta con una drammaturgia aperta e non (forse non ancora o non del tutto) ben delineata.
El resto del Naufragio. 7 settembre 2024, Cortile dell’Isituto Storico Parri, Bologna. Concept e coreografia di Roberto Olivan. Festival danza Urbana. Musiche originali di Pino Basile. Interprete, Chamely Hernàndez. Musica dal vivo eseguita da Pino Basile e Oliver Viquillòn Rodrìguez. Assistente Martì Castellarnau. Produzione esecutiva Nuria Marti. Progettazione e coordinamento del progetto Lorenzo Pappagallo. Con il sostegno produttivo di Danza Urbana ETS, Fondazione Fabbrica Europa, Espai Obrador, Escena Patrimonio – GCPHE. In collaborazione con AECID – Embajada de España en La Habana, Dirección Nacional – Asociación Hermanos Saíz (AHS) e sedi di La Habana Guantánamo, Red de Oficinas del Historiador y del Conservador de las Ciudades Patrimoniales de Cuba, Habana Espacios Creativos, Festival Ammutinamenti. Con il supporto di h(abita)t – Rete di spazi per la danza / Comune di Budrio. Con il patrocinio di Online Tours, Ayuntamiento de Cuenca, ESADCYL. Lo spettacolo è realizzato nell’ambito di CRISOL – creative processes, finanziato dal programma Boarding Pass Plus 2022/24 del MiC. Lo spettacolo è presentato grazie al sostegno di Acción Cultural Española (AC/E) e in collaborazione con ATER Fondazione
Crediti fotografici: Gino Rosa e Stefano Scheda.
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