Bologna
‘Andavo a 30 all’ora’ (per trovar la bimba mia, Yeyeye Yé Yeyeye Yé)
A ‘sto punto chissà se il bolognesissimo Gianni (Morandi) nazionale canterebbe ancora ‘Andavo a cento all’ora per trovar la bimba mia’. Con annesso e liberatorio Yeyeye Yé Yeyeye Yé. Da martedì scorso, sotto le Due Torri, si va ai trenta all’ora. Altro che cento: in quella che il suo sindaco, Matteo Lepore, definisce la città più progressista d’Italia sulle strade – ad eccezione di quelle principali dove il limite è ancora sui cinquanta all’ora – guai ad affondare il piedino sull’acceleratore. Non proprio una novità assoluta – ad Olbia è già da un po’ che si viaggia ai trenta – ma, di certo, Bologna è il primo capoluogo di regione a scegliere di rallentare – almeno in macchina – sulla falsariga di quanto fatto da tante grandi città europee. Una scelta, spiegata dall’Amministrazione comunale con il desiderio di garantire maggiore sicurezza sui viali felsinei e ridurre gli incidenti mortali, specie quelli che coinvolgono i pedoni, che ha diviso la città tra favorevoli e contrari alla misura – questi ultimi, ad occhio ben, più numerosi e agguerriti con tanto di migliaia di firme su una petizione online che punta all’indizione un referendum – ed è finita, con prepotenza, sul proscenio nazionale. Già perché quella che sembrava – ed oggettivamente era – una questione locale, si è incredibilmente trasformata in una diatriba italica con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti a entrare in campo, il vicepremier e reggente del dicastero, Matteo Salvini a prendere posizione, anche sui social come da tradizione, e il Comune di Bologna a ribattere colpo su colpo. Una misura tutta cittadina – e che, come tale, poteva essere benissimo esaltata o criticata sulla base di riscontri oggettivi dati dal suo impatto sulla quotidianità – divenuta, a una manciata di giorni dall’inizio di multe e controlli, una tenzone nazionale e quasi ideologica, con il consueto corollario, nei commenti che piovono copiosi sul web, del centrosinistra ‘bacchettone’ e del centrodestra ‘liberista’. Qualunque cosa queste formule vogliano ancora dire. Quanto basta – mentre gli automobilisti bolognesi, di buon grado oppure no, provano ad abituarsi ai nuovi limiti – per arroventare lo ‘scontro’ fra il Mit e il Comune di Bologna. Con il ministero ad annunciare una direttiva sulla questione per “evitare forzature” esprimendo contrarietà all’estensione del divieto a tutto il Comune e al proliferare degli autovelox e l’Amministrazione della città emiliana a dirsi tranquilla, perché le regole che impongono ai guidatori di non andare oltre i trenta all’ora sul 70% delle strade cittadine sono state fatte “nel rispetto delle norme e con il supporto del ministero”. Una sorta di muro contro muro. Su cui, forse, pesano anche le prossime scadenze elettorali, europee e amministrative, con un fatto locale catapultato nell’agone nazionale per ribadire, ancora una volta, la differenze tra ‘noi e loro’. E, magari, guadagnare ulteriore ribalta in vista delle consultazioni che porteranno alle urne milioni di cittadini. Nelle scorse ore, su Instagram, il vice presidente del Consiglio, Salvini ha definito quella del comune di Bologna una “scelta ideologica e insensata” mentre secondo il sindaco Lepore su ‘Città 30’ “si è scatenata una battaglia social e mediatica. Le fake news sono tantissime, si è come sempre scatenato tutto il circo mediatico della destra e questo, più che indebolire l’Amministrazione, francamente sta facendo il male dei bolognesi”, spaventati – dice – dalle tante “informazioni sbagliate”. In attesa di eventuali nuovi sviluppi nella vicenda, guardandosi intorno, si scopre che la città europea pioniera del limite dei trenta all’ora è stata Graz in Austria ma negli ultimi anni anni la prescrizione di rallentare nei centri abitati è diventata prassi in diverse città del Vecchio Continente come Londra, Bruxelles e Parigi. In Spagna, dal maggio del 2021, tutte le strade con una sola corsia per senso di marcia hanno il limite dei trenta all’ora mentre in Francia oltre a Parigi sono ‘Città 30’ anche Grenoble, Lille, Nantes, Nizza, Montpellier e altri 200 comuni medi e piccoli. In Scozia, ad Edimburgo il limite è di venti miglia orarie corrispondente a trentadue chilometri all’ora.
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