Bergamo
la bassa crescita del PIL non aiuta le imprese
È il vero punto critico dei nostri conti pubblici, che rischia di travolgere molte imprese.
Secondo Luca Fusco – commercialista a Brusaporto alle porte di Bergamo, che si occupa soprattutto di seguire le aziende in un territorio ricco d’imprese – la continua contrazione del prodotto interno lordo che potrebbe a fine anno essere attorno allo 0,5%, contro l’atteso 1,2% , “rischia di strozzare il nostro sistema produttivo, che potrebbe avere un problema di liquidità finanziaria molto pesante, aggravato dal fatto che le aziende non sono aiutate dal sistema bancario”.
La carenza di liquidità genera una spirale negativa infatti molto pesante. “In assenza di liquidità le aziende non producono, e non producendo non generano finanza e non generando finanza non generano neppure pagamenti”.
Eppure un sistema per aiutare le imprese c’è: “Si chiama codice della crisi ed è un sistema fornito dal Governo attraverso cui un’impresa può, grazie al monitoraggio delle proprie condizioni finanziarie far ememergere il proprio stato di crisi e attraverso questo meccanismo, essere aiutato ad evitare il fallimento.
Si tratta di un accordo stragiudiziale per ristrutturare il debito, in cui viene consentito di stabilire delle condizioni per sanare i debiti con i fornitori e con l’erario. Le imprese però devono essere educate a saper utilizzare questi strumenti rivolgendosi a dei professionisti che sappiano guidarli in questo processo di ristrutturazione.
Solo che, invece, per molti imprenditori quest’emersione è intesa e vissuta come un marchio d’infamia. Sbagliando. Più lasciamo passare il tempo, più sarà difficile poter intervenire.”
Molte imprese l’utilizzo di queste risorse tecniche le evitano.
Piuttosto “si preferisce fare finanza attraverso le imposte: ovvero si tenta di procrastinare il più a lungo possibile il pagamento delle tasse, per disporre di più liquidità, aggravando però di fatto la condizione della propria azienda.”
Per questo ritengo – aggiunge ancora Fusco – sarebbe necessaria una riforma organica del sistema fiscale italiano quale concreto ausilio a sostegno del tessuto produttivo. Fin qui invece sono stati adottati dei correttivi, tuttavia insufficienti. Vedremo se l’intervento sull’attuale legge delega porterà ad una vera riforma del fisco
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