Giorgia’s Deli

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23 Agosto 2024

Non sono molti i politici italiani a poter vantare un ristorante dedicato.

Una c’è riuscita, non si sa se per autopromozione o per folgorazione di un ristoratore verso il personaggio. Non si trova in Italia, anche perché nessuno in Italia si esporrebbe così platealmente e perché risulterebbe assai tamarro, va detto.

All’estero, invece, il tamarro è un valore aggiunto e, spesso, nei tipici ristoranti italiani, si vedono i simboli caratteristici sovrapposti, unificati sotto l’etichetta d’Italia: la gondola, il Vesuvio o l’Etna o insieme, il Duomo di Milano, la cupola del Brunelleschi, il carretto siciliano e così via; La porti un bacione a Firenze, ’O sole mio, la bela madunina e cose così: l’Italia è unificata da Gastriope, la musa della gastronomia, lo sapeva bene Pellegrino Artusi.

La politica a cui è stato dedicato un ristorante, udite udite, è il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia, e si trova, udite udite, in Albania, la nuova frontiera del turismo e della gastronomia internazionale.

Io l’ignoravo, ma sempre quel mio amico che mi manda per WhatsApp le migliori notizie del giorno, mi ha deliziato con un video proveniente, così pare dalle indicazioni, da @aqtr.official.

Giorgia lì ha fatto innamorare Giorgio Luca, un pescatore albanese con spirito imprenditoriale, grato al governo italiano per aver scelto quel paese per costruire a proprie spese i reclusori per clandestini da rimpatriare, che, comunque, comporteranno movimenti di gente e di soldi.

Il ristorante, abbastanza anonimo come arredamento, potrebbe trovarsi in Olanda come in Catalogna, ha una particolare decorazione alle pareti: è stracolmo di ritratti dipinti di Giorgia coll’intero repertorio di smorfiette, i suoi tic, chissà se si salva almeno il cesso, non sarebbe piacevole un suo ghigno mentre stai facendo pipì o altro. A me metterebbe in soggezione e me lo farebbe ritrarre.

Non si scappa. Magari mentre ti approcci a un’amatriciana, e magari anche buona, ti vedi il broncio giorgiano che ti sorveglia dalla parete, perché i suoi ritratti sono veramente ovunque: quello non è un ristorante da sovranità alimentare ma un’impostura, il lollocognato non ne sarebbe entusiasta.

Eppure Giorgia ha stregato Giorgio, il quale, di sicuro, potrà vantare il primo premio per l’originalità. Nemmeno Silvio Berlusconi, nei periodi di massima fortuna, è riuscito a tanto. Chissà se Luca cambierà l’arredo del ristorante di Shengjin (sembra più il nome di una città cinese), quando Giorgia, prima o poi, abbandonerà il suo trono di Montecitorio e si ritirerà nella villa che si farà costruire da quelle parti (se ne parla in giro), e farà dipingere i ritratti del nuovo o della nuova venuta; si capirà così se il suo è un omaggio al governo italiano o solamente a Giorgia.

Giorgio si dichiara innamorato di Giorgia, tanto che, come esprime nel video servizio di Paolo Scarlata (e che non c’è negli altri video diffusi dai quotidiani, forse per la troppa vergogna), propone un piatto nato dal cunnubio di Giorgia e Giorgio: i Giorgini. Quasi fosse una prole comune. Che tenerezza.

E chissà se le offrirà un asilo quando, in un futuro ipotetico, potrebbe lasciare sdegnata il Paese, venendo a galla tutti i nodi del disastro economico-sociale-sanitario-amministrativo che per ora aspettano in seconda fila, ancora imbellettati dalla propaganda governativa.

Un posto dove mangiare e animare la sala colle sue smorfie dal vivo Giorgia già ce l’ha e, d’altro canto, questo si aspetterebbero gli avventori, Giorgia facci le facce!

Vediamo se organizzeranno crociere da una sponda all’altra con menù dedicato. Qui ci vorrebbe la mano santa della sua amica Santanchè, pregevole organizzarice di eventi.

 

 

TAG: Albania, giorgia meloni, Giorgio Luca, Shengjin, trattoria
CAT: cibo & vino, Turismo

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