Borse in recupero, ma il greggio perde

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16 Novembre 2015

Le bombe dei terroristi non spaventano i mercati. Sono piuttosto i dati macro a zavorrare l’apertura dei mercati azionari. La scorsa settimana era già finita in archivio come la peggiore degli ultimi 3 mesi. Gli innegabili dati fondamentali impensieriscono gli analisti finanziari più dell’instabilità geo-politica e addirittura più delle paure materializzatesi in Francia lo scorso fine settimana.

I timori sul rallentamento dell’economia cinese, sull’avvicinarsi del rialzo dei tassi da parte della FED, sui deboli dati macro della Zona Euro, sull’ennesimo crollo dei prezzi petroliferi hanno spinto gli investitori ad alleggerire le proprie posizioni sull’azionario soprattutto sul comparto energetico. Il greggio dopo la reazione evidenziata a fine ottobre è tornato a perdere notevolmente sui mercati. Nelle ultime 2 settimane i prezzi sia del WTI Light Crude che del Brent hanno mostrato una flessione del 15% circa sulla scia dei report dell’OPEC e dell’Agenzia Statunitense di un marcato aumento delle scorte di greggio.

Ovviamente, la minaccia terrorista ha avuto delle ripercussioni, attutite però dalla pausa. In apertura di ottava i mercati azionari hanno evidenziato un gap down sulla scia degli attentati di Parigi. Il ribasso è stato solo in avvio perchè le Borse hanno recuperato tutto il terreno perso.

Cattive notizie dai mercati asiatici, che segnalano il ritorno in recessione del Giappone. Il paese nipponico nel terzo trimestre ha registrato un calo dello 0,2% t/t (-0,8% a/a). Nel secondo trimestre il PIL ha registrato una flessione dello 0,2% t/t.

Dal punto di vista macroeconomico le cifre più importanti in arrivo saranno quelle sull’inflazione in UK, Canada, Zona Euro ma soprattutto negli Stati Uniti. Se i prezzi al consumo negli States dovessero mostrare anche una leggera risalita, i pochi dubbi rimasti sul rialzo dei tassi a dicembre da parte della FED sparirebbero del tutto.

Piuttosto stabile anche il mercato valutario (per i prezzi live segui qui il forex. Graficamente il cambio eurodollaro mantiene vive le prospettive ribassiste. L’eventuale cedimento del sostegno a 1,0674 getterebbe le basi per una estensione della discesa in direzione degli obiettivi situati a 1,0520, bottom di metà aprile. Segnali di ripresa, invece, al di sopra 1,0830, preludio a un possibile ritorno a 1,10, 50% del ritracciamento di Fibonacci della discesa dai top di ottobre.

Il Germany30 ricopre completamente il gap down in avvio di settimana e si porta ben al di sopra di 10700. La reazione di breve dell’indice tedesco dopo qualche seduta in calo confermo lo scenario rialzista di medio/breve periodo. Il superamento di 10800 sarà la condizione per poter allungare verso la strategica resistenza situata a 11060, oltre alla quale si aprirebbero le porte verso gli ambiziosi obiettivi situati a 11670 e 11800. Tali aspettative incomincerebbero a vacillare con il cedimento del sostegno a 10475.
Come il Germany30 anche il France40 evidenzia un gap ribassista in avvio per poi ricoprirlo completamente. La risalita al di sopra dei 4800 punti allenta notevolmente le recenti tensioni. Una perentoria vittoria al di sopra delle resistenze situate a 4820 e 4870, rispettivamente 50% e 61,8% del ritracciamento di Fibonacci della discesa dai massimi di novembre, sarà la conferma delle prospettive grafiche di crescita, creando i presupposti per un allungo in direzione di 5020, top del mese in corso. Sopra 5020 via libera verso 5220. Indicazioni negative al di sotto di 4622.

Filippo Diodovich

 

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TAG: ig group, mercati, terrorismo
CAT: Borsa

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