Il Suono della Caduta Al Teatro Ringhiera
L’Accademia Arte della Diversità è un progetto che unisce la creazione artistica all’inclusione sociale in ottica professionalizzante. La compagnia è nata dalla lunga collaborazione tra lo […]
Cultura, sostenibilità e microterritorio.
Queste sono le tre parole chiave del progetto Interfacce, tre concetti talvolta astratti con cui invece noi dell’associazione Muovimenti ci confrontiamo concretamente tutti i giorni nella nostra esperienza ormai decennale di archeologia globale, condivisa e sostenibile, Uomini e Cose a Vignale. Ci occupiamo delle attività con il pubblico di questo sito romano in corso di scavo e situato all’interno di un luogo particolarmente ricco di storia e natura ma anche “contaminato” da infrastrutture e industrie, e gravato da un uso incontrollato degli spazi, quello della Maremma toscana. Con Interfacce vogliamo dar seguito alla nostra esperienza costruendo un modello sperimentale di gestione sostenibile del patrimonio paesaggistico e culturale del microterritorio in cui si trova il sito.
La gravissima crisi dell’economia locale, innescata dalla crisi del modello industriale, impone un ripensamento strategico verso un’economia sostenibile. Per questo noi vogliamo costruire un’interazione semplice e diretta tra società contemporanea in crisi e il patrimonio paesaggistico-culturale, concepito come portatore di concreto valore sociale ed economico nel medio periodo, creando “punti di interazione” diversificati, le interfacce.
Vogliamo superare il tradizionale approccio passivo del patrimonio culturale in favore di un approccio multilineare, differenziato sulla base delle esigenze dei vari pubblici.
Chiave del progetto è il concetto di interfaccia. Nel linguaggio archeologico, le interfacce sono le superfici di separazione/contatto tra due strati archeologici diversi: quindi tra gli uomini che vissero in un medesimo ambiente in due epoche diverse.
Le interfacce, in questo caso, sono giovani professionisti della mediazione culturale tra passato, presente e futuro: archeologi e operatori sociali che si inseriscono in una comunità complessa locale/globale con la funzione di creare forme di contatto diretto, attivo e partecipato, con la profondità storica di un paesaggio.
La dimensione è quella di una nuova economia della cultura, basata sulla differenziazione dell’offerta per adattarla a pubblici diversi, ottimizzando nel contempo i costi di personale.
Su un territorio di valore universalmente riconosciuto, il lavoro di interfaccia di due soggetti imprenditoriali complementari – M(u)ovimenti e FuoriSchema – si propone come catalizzatore in grado di creare un circuito microeconomico virtuoso, costruendo un modello scalabile e riproducibile di imprenditoria nel settore dei beni culturali, consolidare e mettere a sistema una esperienza di archeologia condivisa, riportare il patrimonio paesaggistico e culturale al centro dell’attenzione, trasformando quello che viene oggi diffusamente percepito come un “problema” in un’opportunità economica.
Per questo stiamo partecipando al bando Che Fare 3. Siamo entrati nei 40 finalisti, per sostenerci vota Interfacce a: https://bando.che-fare.com/progetti-approvati/interfacce-microeconomia-comunitaria-e-sostenibile-del-patrimonio-culturale/ e segui le nostre attività dalla pagina FB di Muovimenti e Interfacce!
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