Stefania Divertito
Sono napoletana di nascita e di formazione, emigrante a Roma per necessità. Il giornalismo è un faro fin dalle scuole medie, l’ambiente una fissazione, più che una passione. Amo studiare carte e faldoni il che fa di me un topo da libreria e una ficcanaso imperterrita. Ogni inchiesta è un puzzle a cui manca un pezzo: il compito del giornalista è trovare quei pezzi ed essere sempre cane da guardia del potere. Tutto il resto è un’altra cosa. Per 14 anni redattrice del quotidiano Metro. Dal quale sono andata via quando la vita di redazione è diventata troppo stretta. Il compito del giornalista è trovare notizie, e stare per strada è una necessità. Ho vinto il premio cronista dell’anno nel 2004 per l’inchiesta sull’uranio impoverito (da cui è nato il libro “Uranio il nemico invisibile”, 2005), il premio Pier Paolo Pasolini nel 2013 per le inchieste ambientali. Ho scritto un libro sull’amianto (“Storia di un serial killer”, Edizioni ambiente, 2009), uno sulla eco-giudiziaria “Toghe verdi”, 2011. Sta per uscire il mio primo romanzo (aprile 2015), nel frattempo collaboro con i deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Ambiente e Agricoltura alla Camera dei Deputati. Una collaborazione che mi porta nelle stanze dove leggi e decreti vengono scritti. E da cui l’Italia ha dei colori ancora più complessi, e interessanti.