Terrorismo

Poesia di Victor Hugo in memoria di Valeria Solesin

16 Novembre 2015

Alla memoria della giovane Valeria Solesin morta nei tragici fatti di Parigi dedico un componimento poetico di Victor Hugo.

 

Viviamo, parliamo, il cielo e le nuvole

sopra la testa; diletto traiamo dai  libri dei vecchi saggi,

Virgilio leggiamo e Dante; allegri andiamo

in pubblica vettura e in luoghi ameni;

agli scatti di risa dell’albergo e della locanda ci uniamo.

Lo sguardo fuggitivo di una passante ci turba.

Amiamo, riamati, felicità che ai Re manca!

S’ode il canto degli uccelli nei boschi;

al mattino ci si sveglia e tutta una famiglia

vi abbraccia: una madre, una sorella, una figlia!

Pranziamo sbirciando il giornale. Ogni giorno

mescoliamo pensieri speme lavoro amore.

La vita giunge con le sue mosse passioni,

si spreca il suo verbo nelle tristi riunioni.

Per quanto noi poniamo è la sorte che dispone,

e deboli e forti ci sentiamo,  piccoli e grandi,

massa nella folla, anima nella tempesta.

Tutto arriva e passa; ora nel lutto, ora nella festa.

Eccoci  riuscire, indietro cacciati, strenui lottare

Indi il vasto della morte e profondo silenzio arrivare!

 

11 luglio 1846, di ritorno dal cimitero

Les Contemplations, poesia  XI del libro IV.

Victor Hugo scrisse questa poesia in occasione della morte di Claire, giovane figlia ventenne della compagna Juliette Drouet .

Trad. it. di A.S.

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Segue testo originale

On vit, on parle, on a le ciel et les nuages

Sur la tête ; on se plaît aux livres des vieux sages ;

On lit Virgile et Dante ; on va joyeusement

En voiture publique à quelque endroit charmant,

En riant aux éclats de l’auberge et du gîte ;

Le regard d’une femme en passant vous agite ;

On aime, on est aimé, bonheur qui manque aux rois !

On écoute le chant des oiseaux dans les bois ;

Le matin, on s’éveille, et toute une famille

Vous embrasse, une mère, une soeur, une fille !

On déjeune en lisant son journal. Tout le jour

On mêle à sa pensée espoir, travail, amour ;

La vie arrive avec ses passions troublées ;

On jette sa parole aux sombres assemblées ;

Devant le but qu’on veut et le sort qui vous prend,

On se sent faible et fort, on est petit et grand ;

On est flot dans la foule, âme dans la tempête ;

Tout vient et passe ; on est en deuil, on est en fête ;

On arrive, on recule, on lutte avec effort…  —

Puis, le vaste et profond silence de la mort !

 

11 juillet 1846, en revenant du cimetière

Les Contemplations, poème XI du livre IV.

 

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