Terrorismo
Perché la bisessualità dell’assassino di Nizza è preminente
Traduzione da “Brain-magazine.fr” di oggi 18 luglio 2016
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Non è che vogliamo sfruculiare, ma alcune foto saltate fuori di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il camionista di Nizza, rese pubbliche questo lunedì mattina in molti giornali nazionali, non recano nel titolo (e nemmeno in evidenza) un dato altamente essenziale del nostro uomo: la sua «bisessualità» (hem hem).
«Alcuni descrivono un uomo dedito al bere, proclive a tenere assieme conquiste femminili e maschili, capace di scatti di ira», si legge a mala pena nell’articolo di “Libération“. Stessa cosa “Le Monde” : « Poco religioso, consumatore di alcol e di maiale, amante di femmine e di maschi, Mohamed Lahouaiej Bouhlel aveva consultato uno psichiatra in Tunisia nel 2004, che gli aveva diagnosticato un « inizio di psicosi », riporta L’Express». Nel “Parisien” di lunedi 18 luglio, un po’ più ricco di dettagli, su “Lo sconcertante profilo del terrorista” « i nomi di numerose conquiste femminili, ma anche maschili, sono stati identificati nel suo cellulare. La maggior parte di essi sono stati interrogati, e soprattutto un uomo di 73 anni, presentato come l’amante ufficiale di quello che Daesh ha descritto come uno dei soldati nella sua rivendicazione, sabato ». L’amante in questione ribatte la leggenda, per via di una foto saltata fuori… di un profilo Grindr (Sito di incontri LGBT, ndt).
Non occorre essere uno Jedi per sapere che l’odio di sé è la via più breve verso la paura, quindi il lato oscuro, la collera e la sofferenza. Questo odio è il più distruttivo che ci sia. Allorché società, Stato, famiglia e religione (anche se rimasugli lontani in questo caso preciso) vi disprezzano con tutto il loro peso, come uscirne da eroe piuttosto che da triste merda incapace di accettarsi ? Ecco, un camion, un kalashnikov, un coltello o una bomba sbroglieranno la matassa. Certamente, non si pretende che il modus operandi e le spiegazioni siano irrimediabilmente riproducibili all’infinito – sarebbe troppo facile fare di ogni jihadista un uomo respinto, un marginale, e i precedenti psichiatrici hanno visibilmente una parte non trascurabile in un buon numero di sedicenti “radicalizzazioni” -, ma resta necessariamente qualcosa da scavare a fondo in questi casi, un mese dopo la carneficina di Orlando. Qualcosa dell’ordine di un cambio di paradigma, forse? Qualcosa che eviti la vittimizzazione etnocentrista del tipo “OMG (Oh My God, o mio Dio, ndt), era un omofobo, OMG detestava lo stile di vita parigino e la pasta al tè verde” . Questo cambio di paradigma reca un nome : educazione.
Il Nostro Stato « di diritto » ha un dovere di educazione, di inclusione, di accettazione (cucù Justin Trudeau !), ma ci si vuol far credere, con discorsi bellicosi, che la sola via di uscita è la morte di migliaia di persone, a causa dello «scontro di civiltà». Che delle orde di rifugiati allergici al prosciutto vengono qui per cucinare le loro tagines e fare esplodere bombe. Col culo. E questo tipo qui non è più musulmano o (jihadista) del cardinale Barbarin (primate cattolico delle Gallie, ndt). Michel Houellebecq, nei suoi primi romanzi, collegando miseria (omo) sessuale e terrorismo, ci aveva ancora una volta visto giusto. E Valls, Sarkozy e consorte, ancora una volta, per niente. Il nostro caro primo ministro denuncia anche, senza ridere, la « Trumpizzazione degli spiriti » in Francia. La colpa di chi sarebbe Manolo (allusione all’origine spagnola del primo ministro Manuel Valls, ndt)? Com’è che pretendi che i Francesi vedano chiaro in questi discorsi schizofrenici? Come vorresti che gli elettori del Front National cambino di spalla al fucile? Perché, chiaramente:
1. Sì, l’omosessualità esiste nei paesi arabi/musulmani/africani, e in una proporzione quanto meno così alta come nei paesi «occidentali». Nessuna «importazione della tendenza attraverso una colonizzazione culturale», e nemmeno « è proibito dalla notte dei tempi nelle nostre società musulmane», come si può leggere a sazietà nei commenti in rete dei social. E soprattutto, «niente scontro di civiltà». Siamo nel ridicolo.
2. Le religioni hanno torto a reprimerla. E credeteci, è il culo e l’amore che alla fine vinceranno. Non la guerra né Dio.
3. Daesh ha torto, e ci fa la figura di una banda di vigliacchetti opportunisti, a rivendicare fino a rotta di collo. E questo, questo fa bene al morale.
4. No, la Francia non è in guerra. Essa subisce semplicemente un contraccolpo non previsto, avvilente e prevedibile invece. Che essa scaccerà con Contratti a Tempo Indeterminato, non facendo le facce in televisione.
5. Sì, ci sono ragioni di darsela a gambe e di volersi rifugiare in una grotta, e sì, certi barbus (islamisti, per via delle barbe lunghe, ndt) sono dei veri fanatici che credono alle loro cazzate. Ma la vita è breve, anche senza camion lanciati a tutta birra sulla Promenade des Anglais. La paura, il panico di cui ci alimentano uomini politici e media non servono veramente a niente, se non a creare ancora più paura e divisione nella popolazione. Sia in Francia, in Iraq, in Turchia, in Brasile come nello Yemen, sarà il momento di rendersi conto che gli esseri umani che popolano questo ciotolo patetico che è la terra vogliono solamente cinque cose importanti: del cibo nel piatto e dell’acqua potabile nel bicchiere; un tetto sulla testa per quando piove; qualche buon cicchetto; un po’ di amore reciproco, e la possibilità di giocare con questo cazzo di Pokémon. Il resto è merda.
Baci.
Traduzione di Alfio Squillaci. I link sono nell’orignale. L’opinione dell’autore dell’articolo non rispecchia del tutto quella del traduttore.
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