Terrorismo

Misure antiterrorismo in Germania

11 Agosto 2016

La tedesca ZdF ha diffuso i contenuti di un pacchetto di misure di inasprimento delle norme di sicurezza proposte dai Ministri degli interni dei partiti Cristiano Democratico e Cristiano Sociale. Alcune idee che appaiono in una neo battezzata “Dichiarazione di Berlino” sono in accordo con quelle anticipate dalla Cancelliera Angela Merkel il 28 luglio. Si auspicano più forze di polizia, 15.000 agenti in 5 anni, equipaggiati con armi a canna lunga e videocamere alle divise; più personale per garantire procedure di espulsione più rapide; che i servizi segreti possano fruire di tempi più lunghi di conservazione delle telecomunicazioni intercettate; più videocamere di controllo in piazze, snodi stradali e mezzi pubblici; che la polizia criminale venga dotata di un centro di cyber-difesa per fronteggiare la criminalità in internet ed il traffico di armi nella darknet; che l’esercito possa affiancare la polizia in caso di attacco terroristico. Auspicati anche un più conseguente divieto di finanziamenti a moschee da parte di organizzazioni estremistiche e l’immediata espulsione di predicatori dell’odio privi di cittadinanza tedesca.

 
Quello in cui le nuove proposte si spingono apertamente più in là rispetto alle dichiarazioni della Cancelliera Merkel sono per contro la richiesta esplicita di un divieto del burqa e della cancellazione della doppia cittadinanza -che è stata un’innovazione legislativa di prestigio del precedente Governo a guida rosso-verde- bollata come un ostacolo all’integrazione. La ARD aggiunge che nel piano è anche prevista l’istituzione di un nuovo Commissariato dell’Unione Europea per “l’immigrazione irregolare, i trafficanti di uomini e le riconduzioni nei Paesi di provenienza”.

 
Il 18 agosto il Ministro degli Interni Thomas de Mazière dovrebbe incontrarsi nella capitale tedesca con i Ministri degli interni dei Länder a guida CSU/CDU e definire il pacchetto di misure da adottare, ma ha già specificato che la “Dichiarazione di Berlino” deve intendersi solo come una proposta che “non lo trova concorde in tutti i punti”. Presenterà invece anche un suo piano meno drastico da tradurre in pratica già entro la fine della legislatura, riporta la ZdF citando a sua volta la Bild ed il Kölner Stadt-Anzeiger. Punto comune nel pacchetto di misure di de Mazière con quello dei colleghi dei Länder sarebbe una procedura di espulsione più rapida dei soggetti giudicati pericolosi con l’introduzione del motivo di costituire un “pericolo per la sicurezza pubblica” e la negazione del diritto di soggiorno nei confronti di coloro tra essi che si opponessero, o cercassero di allungare i tempi di espulsione. Una novità sarebbe poi prevista nell’alleggerimento del dovere del segreto professionale per i medici i quali sarebbero così posti nella possibilità di denunciare piani criminali loro rivelati dai pazienti.

 

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In effetti le norme esistenti impongono già ai sanitari di denunciare un possibile atto criminale di cui abbiano concreta notizia. Il non farlo li sottopone ad una pena fino a 5 anni. Non basta però un generale sospetto che un paziente possa diventare violento. Compito del medico o dello psicoterapeuta è in prima istanza capire se si imbatte in mere fantasie di un paziente, oppure in minacce concrete di un reato violento. Solo in quest’ultimo caso deve rivolgersi alla polizia. Di regola invece è solo il paziente che può sollevare il medico dal segreto professionale. Un affievolimento della disciplina sul segreto professionale del terapeuta potrebbe altrimenti facilmente spingere i pazienti a non confidarsi più con i sanitari e cercare meno frequentemente il loro aiuto. Semmai si tratterebbe di aggiungere la menzione specifica degli attentati terroristici nell’elencazione già esistente nel paragrafo 138 del codice penale.

 
Anche la proposta di vietare il burqa solleva molte perplessità. È già stata bollata dalle fila dei Verdi come “caffè riscaldato”. La ZdF cita Konstantin von Notz che ha commentato all’emittente “nessuno trova il burqa bello o buono, ma non capisco cosa abbia a che vedere con la sicurezza nazionale “. In effetti una simile misura esiste già sia in Francia che in Belgio e non ha portato a maggior sicurezza. Ed anche in Germania il burqa è già vietato negli stadi e in Baviera pure nelle scuole, ma una perizia dell’ufficio scientifico del Bundestag nel 2012 ha specificato che un divieto generalizzato sarebbe per contro incostituzionale. D’altronde un divieto indiscriminato favorirebbe solo la maggiore radicalizzazione dei musulmani praticanti ed ulteriori spaccature nella società.

 
L’idea di eliminare la doppia cittadinanza poi ha già riscosso il pieno rifiuto dalla SPD che con CDU e CSU siede al Governo. E da Berlino si è subito chiarito che le regole sul doppio passaporto per ora non sono in discussione. Ipotizzare che 4 milioni di persone con doppio passaporto siano indistintamente un pericolo per la sicurezza nazionale avvelenerebbe solo il clima sociale.
Non è riaprendo la strada al dibattito su una Leitkultur, una cultura guida, che già in passato sfociò nell’assurda proposta che ai migranti fosse fatto divieto -controllato poi chissà come- di parlare il proprio idioma nelle pareti domestiche, che si promuove l’integrazione. Così come non si può confondere quest’ultima con una forzata assimilazione imposta.

 
Per le opposizioni i Ministri dell’Unione CDU/CSU si sono lasciati andare ad una manifestazione di muscoli adocchiando l’elettorato della populista Alternative für Deutschland in vista delle prossime elezioni nazionali.

 

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Ben più valida deve giudicarsi invece una misura già approntata: la realizzazione di videoclip sull’Islam affidata a you tuber favoriti dai giovani, con una rigorosa consulenza scientifica, promossa dalla Bundeszentrale für politische Bildung. La serie illustra la corretta interpretazione dei dettami dell’Islam sfatando luoghi comuni e cliché. L’intento è di sviluppare la consapevolezza degli stessi adolescenti musulmani sulla loro religione consentendogli di cogliere la fallacia degli slogan nei video di propaganda dello Stato Islamico. Con lo stesso intento di rafforzare la coscienza critica dei giovani, si muove anche la prevista introduzione dell’insegnamento della religione musulmana nelle scuole pubbliche.

 

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Sul fronte della prevenzione di nuovi attentati è stata data intanto notizia di una serie di perquisizioni condotte mercoledì a Dortmund, Duisburg, Düsseldorf e Tönisvorst. Le misure sono state indirizzate contro le case ed i luoghi di lavoro di tre sospetti fiancheggiatori delle milizie dello Stato Islamico ritenuti responsabili di aver reclutato adepti per l’ISIS nei primi 6 mesi del 2015. Uno dei tre avrebbe anche finanziato l’organizzazione e le avrebbe dato supporto logistico. Il WDR segnala anche un arresto vicino a Düsseldorf. Un secondo fermo collegato al primo è stato svolto a Dinslaken. La Rheinischen Post riferisce che si tratta di un uomo che viveva nello stesso alloggiamento del 24enne siriano sospettato di voler fare un attentato all’apertura della Bundesliga già arrestato venerdì 5 agosto a Mutterstadt, ma non vi sono conferme. Oggetto dell’attenzione degli investigatori è stata anche un’agenzia di viaggi con insegna turca di Duisburg il cui proprietario sarebbe stato in contatto con i due giovani responsabili dell’attentato contro un tempio Sikh perpetrato in aprile ad Essen. L’uomo tuttavia ha negato di aver con loro alcun legame. Sempre in connessione con un altro possibile contatto dei due attentatori sono state svolte altre perquisizioni ad Hildesheim, riporta la ARD.

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