Terrorismo

L’ombra di protezioni da parte di funzionari al terrorista Amri

22 Maggio 2017

Le accuse contro due funzionari della polizia criminale di Berlino relativamente alla falsificazione degli atti sul terrorista tunisino Anis Amri, si aggravano. Gli agenti non solo avrebbero indicato che Amri fosse solo un piccolo spacciatore anziché un trafficante in grande stile retrodatando un rapporto del 17 gennaio 2017 al 1° novembre 2016 bensì, indica stamane la Berliner Morgenpost, avrebbero anche omesso i nomi della banda di trafficanti cui Amri faceva capo. In particolare nelle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche il quotidiano evidenzia il passo “Montassir promette un buon guadagno ad Anis”, che indica essere una figura importante nel traffico di stupefacenti nella capitale tedesca.

 
In questo caso Amri non solo avrebbe potuto, ma addirittura quasi sicuramente avrebbe dovuto essere arrestato prima che potesse commettere l’attentato il 19 novembre 2016 quando scagliò un camion con rimorchio nella folla del mercatino di Natale della Breitscheidplatz di Berlino uccidendo 12 persone, tra le quali la 31enne Fabrizia Di Lorenzo di Sulmona, e provocando oltre 60 feriti.

 
I due funzionari indagati successivamente ad una denuncia del responsabile degli interni nel senato di Berlino Andreas Geisel (SPD) rischiano fino a 5 anni di reclusione. Anche il capo della polizia di Berlino Christian Steiof potrebbe essere costretto a lasciare il posto anticipa la Morgenpost e pure il Presidente della polizia Klaus Kandt è sottoposto a critiche. La commissione interni del senato berlinese ha indetto oggi una seduta straordinaria per assumere informazioni sul caso.

 
Intanto il politico dei Verdi al Bundestag Hans-Christian Ströbele che ha preso parte alla task-force parlamentare che ha indagato i retroscena dell’attentato, ai microfoni del Bayerischer Rundfunk ha adombrato che ci possa essere stata la mano lunga della CIA sul mancato arresto di Amri. Gli Stati Uniti avrebbero avuto acceso ai contatti della chat Telegram del tunisino e ne avrebbero tratto informazioni utili per un attacco in Libia contro l’IS. Un arresto prematuro di Amri -ha ipotizzato Ströbele- avrebbe potuto mettere in allarme i libici e minare l’attacco militare in corso di preparazione. L’operazione fu effettivamente svolta il 19 gennaio 2017 causando oltre 100 morti.

 

Hans-Christian Ströbele aveva già indicato sulla sua home page (http://www.stroebele-online.de/show/10175911.html) la propria opinione dissenziente rispetto a quella finale assunta il 29 marzo 2017 dalla commissione di controllo parlamentare, rivelando che già nelle intercettazioni del 2 febbraio 2016 Anis Amri, impiegando un numero telefonico libico, aveva utilizzato termini individuabili come espliciti riferimenti ad un attentato suicida.

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