Medio Oriente
Lo Stato Islamico non attaccherà Israele
Ieri l’auto-proclamato Stato Islamico ha rilasciato un video in cui minaccia Israele. È la prima volta che l’IS si rivolge direttamente agli israeliani, peraltro per mezzo di un combattente a volto coperto che parla un ebraico perfetto (con accento arabo, però, avvertono gli esperti).
Tuttavia la minaccia di “Abolire i confini e trucidare gli Ebrei” è da prendere con le pinze. L’IS non attaccherà Israele. Non direttamente almeno. L’intento del video rispecchia il modus operandi del gruppo terroristico: seminare terrore, mantenere alta la tensione mediatica, attirare nuovo proselitismo.
Soprattutto quest’ultimo punto preme l’ISIS. Infiacchito e decimato da raid Russi e dagli attacchi di Curdi e ribelli, il gruppo cerca di attrarre nuovi combattenti. E i giovani Palestinesi delusi dalle politiche “moderate” di Hamas e Autorità Nazionale Palestinese (ANP), desiderosi di combattere gli Israeliani, sono l’obiettivo ideale per la propaganda dei “terroristi neri.”
Lo Stato Islamico cerca dunque di farsi portavoce delle frange più estreme di questa terza Intifada, che ha nuovamente esasperato i rapporti arabo-israeliani. Tuttavia nulla lascia presagire un intervento diretto da parte delle milizie di Abu Bakr al-Baghdadi. Per tre motivi, principalmente.
Innanzitutto, Hamas e ANP hanno ancora ampio controllo rispettivamente nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, mentre l’ISIS non pare essere appetibile per i giovani Palestinesi.
Secondo, la strategia dello Stato Islamico è ancora territoriale, basata sull’espansione da un nucleo centrale e sul controllo amministrativo diretto delle wilayat (province), mentre Al momento è ancora lontano dai confini israeliani.
Infine, con i russi e i curdi che attaccano da nord, i ribelli da sud, le forze iraqene a est e con una probabile coalizione internazionale che potrebbe cominciare le operazioni nelle prossime settimane, la minaccia appare infondata. È più credibile che il video possa fomentare l’azione di qualche “lupo solitario”, cioè un ragazzo radicalizzato che compia un attentato ai danni di israeliani in piena autonomia.
Il video ha certamente drizzato le antenne del Mossad, i servizi segreti israeliani, ma le alte cariche dello Stato non hanno voluto dare troppo risalto alle minacce. A prova di ciò il fatto che il sito del Ministero degli Esteri israeliano non menziona il video nella sua home page (dando risalto agli incontri internazionali di Netanyahu.
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