Medio Oriente
La forza aerea di David Cameron
Sono passati due anni da quando David Cameron si è ritrovato in minoranza alla House of Commons durante il dibattito sulle azioni militari in Siria: il Primo ministro, poi riconfermato alla guida del governo con una maggioranza completamente conservatrice, dovette fare i conti con i tentennamenti dei suoi oltre che con l’opposizione decisa degli ex alleati liberaldemocratici e all’indomani del voto in parlamento, il 31 agosto 2013, il tabloid The Sun pubblicò in prima pagina il necrologio della Special Relationship, quel legame diplomatico tra Regno Unito e USA nato ai tempi di Winston Churchill e FD Roosevelt.
L’ipotesi di attacchi dal cielo ha ripreso piede mentre l’Europa affronta l’ondata di migranti dal paese mediorientale travolto da una guerra civile e divenuto terreno di caccia dei terroristi dello Stato islamico.
L’ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey, ha fatto chiaramente intendere che è necessario uno sforzo militare nella regione e Cameron è deciso a riaffrontare il problema, contando su un sostegno più compatto dei suoi e dell’opinione pubblica: due anni fa negli ambienti politici pesò moltissimo il ricordo della guerra in Iraq alla quale il regno aveva partecipato con Tony Blair al governo – un conflitto al quale si è sempre duramente opposto Jeremy Corbyn, il candidato dato per favorito alla vittoria delle primarie laburiste che ha fatto leva su quegli anni per sponsorizzare la sua posizione anti Nato.
In realtà lo scorso luglio aerei della RAF hanno partecipato ai raid in Siria assieme a canadesi e americani e quando la notizia si è diffusa, si è scatenato un polverone. Ma su quanta forza può davvero contare l’esercito di sua maestà?
La politica di austerity varata da Cameron e dal Chancellor George Osborne ha colpito molto la difesa, per quanto sia stato più volte ribadito che la spesa pubblica per questo settore non scenderà mai sotto il 2%, il minimo richiesto dagli accordi nell’Alleanza atlantica.
Il generale Nick Houghton, che ricopre il ruolo di Chief of the Defence Staff, ha recentemente avvisato che la RAF è “al limite per la disponibilità e l’efficienza dei jet”. Dati alla mano, sono solo otto i Tornado di cui dispone, ben lontani come generazione dagli F-22 americani e che probabilmente saranno fuori servizio nel giro di due anni.
La rivista specializzata Foreign Policy ha scritto invece che l’esercito britannico si sta riducendo alle dimensioni del dipartimento di polizia di New York. In totale, stando ai dati del ministero della Difesa, sarebbero soltanto 54 gli aerei effettivamente disponibili e ciò non significa che possano essere impiegati in battaglia.
“Non abbiamo un esercito abbastanza forte per annientare le minacce”, ha commentato senza giri di parole il settimanale conservatore The Spectator nel mese di luglio in un editoriale che in apertura riportava il discorso in cui Cameron, intervenendo questa estate a Birmingham, aveva affrontato il tema del terrorismo : “Che sia in Iraq, Libia, Siria o in qualche altra parte, come Primo ministro, se ritenessi che ci fosse una specifica minaccia per il popolo britannico, sarei pronto ad autorizzare un’azione per neutralizzarla? Sì, lo sarei”.
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